Negli ultimi 10 anni sono stati investiti 430 milioni per la riqualificazione energetica degli immobili della Pubblica Amministrazione centrale (PREPAC). Un primo passo importante. Tuttavia, come evidenzia la Corte dei Conti, siamo in ritardo rispetto all’obiettivo comunitario dell’efficientamento annuo di almeno il 3% della superficie climatizzata della PA centrale. Enea pubblica il Report che contiene la sintesi dei principali risultati dell’attività e l’analisi dei 310 progetti finanziati. Isolamento dell’involucro opaco e serramenti sono i due interventi più frequenti e di maggior valore economico.
Ogni anno la Pubblica Amministrazione dovrebbe procedere alla riqualificazione energetica di almeno il 3% della superficie coperta utile climatizzata del patrimonio edilizio pubblico. Lo prevedono due Direttive (UE): la 2012/27 sull’efficienza energetica e la successiva 2018/2002/UE. Ad esse sono seguiti il D. Lgs. 102/2014 e il D. Lgs. 73/2020 che concorrono al conseguimento dell’obiettivo nazionale di risparmio energetico.
Pubblica Amministrazione green
Tra le misure previste rientra il Programma per la Riqualificazione Energetica degli edifici della Pubblica Amministrazione Centrale (in breve, PREPAC) con l’obiettivo di contribuire alla riqualificazione energetica di almeno il 3% annuo della superficie coperta utile climatizzata del patrimonio edilizio pubblico. Una superficie valutata in oltre 16 milioni di metri quadrati per la parte corrispondente alla superficie climatizzata della Pubblica Amministrazione centrale. A dieci anni di distanza dal lancio del Programma PREPAC, Enea pubblica un approfondito Report che contiene la sintesi dei principali risultati dell’attività svolta e l’analisi dei progetti finanziati.
Gli investimenti
Nel corso dei 10 anni di attività il Programma PREPAC ha investito 430 milioni per la riqualificazione degli immobili della Pubblica Amministrazione centrale. Ovvero organi amministrativi dello Stato e altri enti centrali la cui competenza si estende alla totalità del territorio nazionale. I finanziamenti più elevati riguardano progetti presentati dal Ministero della Difesa, che ha anche il primato dei fondi complessivi assegnati (56% per un totale di 240 milioni di euro), con a seguire i Ministeri dell’Interno (19%), dell’Economia (9%) e della Giustizia (6%).
Dove e come
Il Rapporto Enea contiene un focus su 169 progetti valutati dall’ente, pari al 55% delle 310 proposte finanziate complessivamente. Ai primi tre posti per destinazione d’uso risultano caserme (470 mila m2 di superficie riqualificata), uffici (380 mila m2) e penitenziari (261 mila m2, l’8% della superficie totale delle case di pena). Circa la metà dei progetti riguarda edifici dislocati in quattro regioni (Campania, Emilia-Romagna, Lazio, e Puglia) e prevalentemente nelle zone climatiche D (37%), E (33%) e C (24%).
Gli interventi
I lavori più frequenti riguardano, nell’ordine, l’isolamento dell’involucro opaco, la sostituzione dei serramenti e l’efficientamento dell’impianto di illuminazione. L’intervento più frequente riguarda la riqualificazione energetica che rappresenta il 63% dei casi (in alto a destra) e il 75% della superficie totale (a sinistra). Le ristrutturazioni importanti, 37% dei casi, producono le maggiori ricadute in termini di emissioni di CO2 evitate (53% del totale) e di energia risparmiata (50%).
Dettagli di rilievo
Nel grafico a torta a sinistra, al primo posto per frequenza sono gli interventi sull’involucro opaco (isolamento di pareti e tetti) al 22%. Seguono i serramenti, al 14% e gli impianti fotovoltaici (11%). La stessa sequenza si presenta nella torta a destra che rappresenta la ripartizione dei costi. Il 37% dei finanziamenti è destinato all’isolamento dell’involucro opaco mentre il 19% è stato destinato ai serramenti. Terzo intervento per costi sono gli impianti fotovoltaici (12%). Interessanti sono anche i costi specifici per i singoli interventi, riportati nella tabella qui sotto, e che siamo certi colpiranno i nostri lettori più attenti. Nell’ordine, cappotti, serramenti e schermature solari.
I risultati
Finora è stato riqualificato solo il 2% l’anno di superficie pubblica climatizzata. Lo rilevano Laura Ronchetti e Paolo Signoretti, ricercatori del Laboratorio Enea Efficienza energetica negli edifici e sviluppo urbano, tra gli autori del Report. E aggiungono: “Nel corso dei circa dieci anni del programma, il numero di proposte pervenute ha subito una variazione altalenante e i risultati raggiunti non sono ancora pienamente in linea con gli obiettivi del PREPAC che prevedono di riqualificare almeno il 3% all’anno della superficie climatizzata della Pubblica Amministrazione centrale. Tra i principali fattori che hanno influenzato il mancato raggiungimento del target sicuramente la forte flessione in coincidenza del biennio pandemico, il basso livello di ammissibilità delle proposte presentate nel periodo antecedente alla pubblicazione delle Linee guida tecniche, ma anche il ricorso da parte delle Amministrazioni ad altri incentivi per la riqualificazione”.
Si poteva far di più
In effetti, la Corte dei Conti a fine 2023, vedi qui, aveva bacchettato il MASE, Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, cui compete il coordinamento del PREPAC, per il mancato raggiungimento dell’obiettivo del 3% annuo e per altre 7 rilevanti criticità. La speranza ora è che il MASE colga i rilievi della Corte e organizzi al meglio i restanti progetti PREPAC. Non fosse altro perché le Direttive europee EED e EPBC IV insistono pesantemente sulla riqualificazione energetica degli immobili della Pubblica Amministrazione, centrale e periferica. Ad essa compete il ruolo di soggetto guida nella trasformazione del parco edilizio nazionale verso un sistema ad alta efficienza.
Ennio Braicovich