Il Parlamento europeo ha approvato la revisione della direttiva sulla qualità dell’aria che punta a dimezzare le emissioni delle principali sostanze inquinanti entro il 2030 in tutti i Paesi UE. Una parte consistente dell’inquinamento proviene dagli impianti tradizionali di riscaldamento.
Mercoledì 24 aprile il Parlamento EU ha approvato la Risoluzione legislativa del Parlamento europeo del 24 aprile 2024 sulla proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio relativa alla qualità dell’aria ambiente e per un’aria più pulita in Europa (rifusione). Scarica qui il testo approvato. Il testo sigla l’accordo politico raggiunto a febbraio con il Consiglio.
Un ambiente più sano
Obiettivo della legge è ridurre l’inquinamento atmosferico nell’UE per ottenere un ambiente pulito e sano per i cittadini e un inquinamento atmosferico pari a zero entro il 2050. La legge deve ora essere formalmente adottata dal Consiglio dell’Ue, prima di essere pubblicata nella Gazzetta ufficiale ed entrare in vigore 20 giorni dopo. I Paesi membri avranno a quel punto due anni di tempo per applicare le nuove norme.
Dietro la Direttiva qualità dell’aria
Se ne parla poco ma l’inquinamento atmosferico continua a essere la principale causa ambientale di morte prematura nell’Unione europea, con circa 300.000 morti premature all’anno. Nel 2021 almeno 253,000 persone sono morte nell’UE a causa dell’esposizione a valori di particolato fine (PM2,5). L’inquinamento da biossido di azoto ha provocato 52,000 morti mentre sono 20,000 i decessi attribuibili all’esposizione a breve termine all’ozono. Questi i dati dell’EEA, Agenzia europea dell’Ambiente. A causare l’inquinamento atmosferico sono le emissioni generate dai trasporti (traffico urbano in particolare), il riscaldamento domestico, i siti industriali, certe produzioni di energia, l’agricoltura. I dati della Società Italiana di Medecina Ambientale parlano addirittura di 90mila morti all’anno nella sola penisola.
La Direttiva prevede…
Le nuove norme stabiliscono limiti e valori obiettivo più severi per il 2030, rispetto alle norme attuali, per diversi inquinanti tra cui il particolato (PM2,5, PM10), NO2 (biossido di azoto) e SO2 (biossido di zolfo). Per i due inquinanti con il maggiore impatto documentato sulla salute umana, PM2,5 e NO2, i valori limite annuali devono essere più che dimezzati da 25 µg/m³ a 10 µg/m³ e da 40 µg/m³ a 20 µg/m³ rispettivamente. Gli standard di qualità dell’aria saranno riesaminati entro il 31 dicembre 2030 e successivamente almeno ogni cinque anni e più spesso se risulta da nuovi risultati scientifici.
2030 o 2040?
Gli Stati membri potranno richiedere che la scadenza del 2030 per il raggiungimento dei valori limite per la qualità dell’aria venga posticipata fino a dieci anni, ovvero 2040. Questo rinvio se saranno soddisfatte condizioni ambientali specifiche, come in Pianura Padana. L’accenno alla Pianura Padana non è casuale perché gli europarlamentari di Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italiana hanno bocciato il provvedimento perché ritenuto punitivo le regioni del Nord Italia. Anche il PD lo ha bocciato per opposte ragioni ritenendo la proroga al 2040 inaccettabile. E’ certamente sotto gli occhi di tutti che gli impianti di riscaldamento tradizionale sono la principale fonte di inquinamento urbano. Se si procedesse con maggior solerzia sulla strada dell’efficientamento energetico delle abitazioni sicuramente potremmo ridurre sensibilmente gli inquinanti da riscaldamento domestico. Idem per il traffico urbano.
EB
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