Autentico crollo del mercato delle finestre in legno in Italia negli ultimi 15 anni. Lo evidenzia una nota di FederlegnoArredo/EdilegnoArredo secondo cui, dal 2008 al 2023, il valore delle finestre in legno si è più che dimezzato passando al 20% del mercato dei serramenti. Non è andata meglio, nello stesso periodo, per i volumi che addirittura crollano di due terzi, al 16% del mercato. Occorrono, segnala l’associazione delle finiture per l’edilizia di FederlegnoArredo, azioni per salvaguardare le imprese e il Made in Italy, come ad esempio, puntando sulla Direttiva Case Green (EPBD).
Soffre il mondo delle finiture del legno-arredo e, in particolare, soffre molto il comparto delle finestre in legno. I dati 2023, rilasciati dal Centro Studi di FederlegnoArredo, non lasciano dubbi al proposito.
Il sistema finiture per edilizia nel 2023
Il fatturato alla produzione del sistema finiture per edilizia, che nel 2023 vale poco più di 4,2 miliardi di euro, scende dell’11,6% rispetto al 2022. L’andamento negativo emerge come combinazione della discesa delle esportazioni (-4,8%) e, soprattutto, della forte flessione delle vendite sul mercato interno valutata in -12,3%. Secondo Andrea Bazzichetto, presidente di EdilegnoArredo, “la crisi è imputabile al continuo stop and go delle misure legate alle detrazioni fiscali per l’edilizia che ha creato instabilità e incertezza, alla presenza di materiali alternativi sul mercato e anche all’aumento dei tassi di interesse che ha ridotto il potere d’acquisto delle famiglie”. Rimane evidente, a nostro avviso, che due di questi tre fattori hanno toccato pure i competitor e non solo il sistema finiture in legno. Ma EdilegnoArredo non si sofferma al 2023 e allarga, con encomiabile onestà intellettuale, lo sguardo agli ultimi 15 anni.
Focus sulle finestre in legno
“Analizzando – annota il Centro Studi- il comparto delle finestre di legno si evidenzia una significativa contrazione che si è aggravata negli ultimi anni: la quota di mercato in valore è passata dal 45% nel 2008 al 20% nel 2023, e anche in termini di volumi le finestre in legno vendute sono diminuite dal 45% nel 2008 al 16% nel 2023”. In pratica, dal 2008 al 2023, il valore delle finestre in legno si è più che dimezzato passando al 20% del mercato italiano dei serramenti. E’ andata peggio, nello stesso periodo, per i volumi che addirittura crollano di due terzi al 16% del mercato.
Una tendenza europea
Quella che ci presenta oggi EdilegnoArredo è una fotografia che sostanzialmente collima con i dati di Enea relativi agli infissi da Ecobonus, qui, e Bonus Casa, qui, che avevamo rivelato qualche settimana fa. Inoltre, va sottolineato che il declino dei serramenti in legno evidenziato per il mercato italiano replica con un paio di decenni di ritardo quanto già successo sui mercati francese e tedesco, e altri, laddove il serramento in legno si ritaglia una quota di mercato al di sotto del 20%.
Le cause del crollo
La considerazione di Bazzichetto è che il fenomeno “è aggravato dall’importazione da altri paesi di prodotti con prestazioni ridotte e a basso costo, reso necessario dalla crescente domanda del mercato delle ristrutturazioni, che ha richiesto materiali economico e in grandi quantità”. E’ una situazione di instabilità pericolosa, rileva, che mette a rischio posti di lavoro e standards qualitativi che hanno richiesto ingenti investimenti alle aziende. In prospettiva, occorre valorizzare la qualità e l’eccellenza della produzione italiana proteggendone la reputazione sul mercato globale. “perché la scelta del materiale non è solo una questione estetica ma soprattutto di durabilità, salubrità e sostenibilità”.
In futuro, la Direttiva EPBD
L’entrata in vigore della Direttiva Case Green (o EPBD) può essere l’occasione giusta per sostenere prodotti di qualità. Quanto al problema dei “soldi” spesso sollevato da qualche esponente politico, il presidente di EdilegnoArredo annota che: “per raggiungere gli obiettivi previsti dalla Direttiva, essendo il nostro un patrimonio immobiliare frammentato, sono necessari strumenti finanziari a sostegno, così da garantire stabilità al mercato e supportare il sistema manifatturiero italiano”.
Ennio Braicovich