I Ministeri MASE e MIT hanno inviato a Bruxelles la versione definitiva del PNIEC – Piano Nazionale integrato Energia e Clima, già inviato in bozza lo scorso anno. Confermati gli obiettivi proposti un anno fa: 131 GW di energie rinnovabili al 2030. Apertura sul nucleare che fornirà l’11% dell’energia elettrica totale richiesta al 2050.
Un documento di 498 pagine raccoglie il PNIEC, acronimo tremendo che sta per Piano Nazionale integrato Energia e Clima. E’ il programma dell’Italia, in versione definitiva, fino al 2050 in termini di energia e clima in ottemperanza ai dettati delle politiche energetiche e climatiche dell’Unione europea e in rispetto delle esigenze nazionali di sicurezza energetica. Lo hanno inviato alla Commissione europea i Ministeri dell’Ambiente e della Sicurezza energetica e delle Infrastrutture e dei Trasporti che già lo avevano anticipato un anno fa in bozza, vedi news.
Qui scarichi il PNIEC
Il PNIEC in sintesi
Così lo illustra il ministro Gilberto Pichetto: “Oggi il nostro Paese si dota di uno strumento programmatorio che traccia con grande pragmatismo la nostra strada energetica e climatica, superando approcci velleitari del passato. È un Piano che abbiamo condiviso con i protagonisti della transizione, che non nasconde i passi ancora necessari per colmare alcuni gap, ma si concentra sulle grandi opportunità derivanti dallo sviluppo di tutte le fonti, senza preclusioni. Cito in particolare lo scenario sull’energia nucleare, sia da fissione nel medio termine (a partire dal 2035) che da fusione (a ridosso del 2050), che ci fa guardare avanti a un futuro possibile. Voglio ringraziare – conclude Pichetto – le strutture del Ministero, tutti i dicasteri e le società che hanno collaborato a questo prezioso lavoro”.
Approccio neutro
Nell’aggiornamento del Piano, spiega il MASE, è stato seguito un approccio realistico e tecnologicamente neutro, che prevede una forte accelerazione su alcuni settori. Oltre alle fonti rinnovabili elettriche, si punta su: produzione di combustibili rinnovabili come il biometano e l’idrogeno insieme all’utilizzo di biocarburanti che già nel breve termine possono contribuire alla decarbonizzazione del parco auto esistente, diffusione di auto elettriche, riduzione della mobilità privata, cattura e stoccaggio di CO2, ristrutturazioni edilizie ed elettrificazione dei consumi finali, in particolare attraverso un crescente peso nel mix termico rinnovabile delle pompe di calore.
Forte spinta sulle rinnovabili
L’area con performance più alte è quella delle FER, Fonte di Energie Rinnovabili. Qui si ribadisce che l’Italia dovrà raggiungere al 2030 una potenza da fonte rinnovabile di 131 Gigawatt. Si prevede che quasi ottanta (79.2) di questi deriveranno dal solare, 28.1 dall’eolico, 19.4 dall’idrico, 3.2 dalle bioenergie e 1 Gigawatt da fonte geotermica (quota quest’ultima che potrebbe anche aumentare al raggiungimento di un adeguato livello di maturità di alcune iniziative progettuali in via di sviluppo).
Sul PNIEC pubblicheremo a breve una serie di specifici approfondimenti.
EB
Post correlati
Riqualificazione energetica e detrazioni. Il futuro secondo il Governo