A colloquio, a tutto campo, con il presidente dell’associazione dell’involucro edilizio: mercato dei serramenti, bonus fiscali, CAM, EPBD, opportunità, vincoli e prospettive del settore dei serramenti, in alluminio soprattutto. Tanti i temi affrontati, tutti all’ordine del giorno.
E’ passato quasi un anno dall’elezione di Mauro Durazzi a presidente di Unicmi, storica associazione dell’involucro edilizio e del serramento metallico, v. news. Profondo conoscitore del mercato dei serramenti, in alluminio soprattutto, Mauro Durazzi, 56 anni, è stato per ben 28 anni direttore commerciale della Divisione Edilizia del Gruppo Profilati. Ora, nell’identica carica lavora in Kromoss, specialista in finiture superficiali dell’alluminio. Dopo un anno al vertice di Unicmi è ora, riteniamo, di fare il punto sui tanti aspetti del lavoro dell’associazione a cominciare dal mercato dei serramenti e dal comparto dell’edilizia. Cercheremo anche di intravvedere le prospettive che si aprono, le minacce piuttosto che le opportunità che si dischiudono al settore.
Quali prospettive per il mercato dei serramenti?
“Oggi – attacca subito Durazzi – è difficile e complicato fare ragionamenti di prospettiva. La globalizzazione ce lo impedisce. Le interconnessioni a livello mondiale sono talmente tante che basta poco per far cambiare velocemente le prospettive. Oggi occorre viaggiare perennemente con il periscopio”.
Direi anzitutto di partire dall’edilizia…
Certamente nelle nostre considerazioni occorre partire dal fatto che la ristrutturazione è diventata il settore dominante dell’edilizia. Ma c’è una novità: il PNRR che rilancia anche il residenziale pubblico. Con tutte le cautele del caso, mi sento di appoggiare l’ipotesi di una crescita dell’edilizia. L’ipotesi è avvalorata dalla crescita del PIL, più o meno attorno all’1%. Poi, abbiamo un tasso di occupazione crescente: sono più di 24 milioni gli occupati. Una cifra da lungo tempo mai vista. L’inflazione torna a essere vicina ai valori pre Covid. Questi gli indicatori positivi che mi fanno pensare bene per il mercato dei serramenti.
Poi, abbiamo il mercato delle facciate continue, rivolte al settore non residenziale…
Il mercato delle facciate è crescente. Il nostro gruppo dei facciatisti lo evidenzia e ce lo conferma. Purtroppo, il settore si concentra più in Lombardia e a Milano soprattutto…
Vi sono migliaia di edifici non residenziali degli anni 70, 80 e 90 che meriterebbero il rinnovo, non fosse altro per il risparmio energetico. Poi, c’è il mercato delle tante piccole facciate…
Colgo al volo il riferimento al risparmio energetico perché a nostro avviso la nuova edilizia, nel pubblico e nel privato, sarà un’edilizia green. Inevitabilmente. Oramai, checché se ne pensi, il green è entrato a pieno titolo nel mondo delle costruzioni. Sappiamo che il PNRR spinge fortemente l’edilizia green. Anzi è il suo apripista. Il serramentista per partecipare a questi appalti deve possedere delle caratteristiche sia di prodotto che di produzione coerenti. Da tempo, noi di Unicmi siamo in giro per l’Italia per comunicare questi contenuti. Onestamente se ne sa ancora poco…
Ma davvero? E i CAM? Il contenuto di riciclato?
No, ripeto: se ne sa ancora poco. Al più i serramentisti ti chiedono come si fa ad ottenere…il certificato CAM!
Cambio allora la domanda: siccome tutto questo, lo si sapeva da anni che stava arrivando ed è arrivato, che cosa hanno fatto i fornitori dei serramentisti? Domanda scomoda, riconosco.
In positivo, c’è qualcuno che si sta muovendo molto bene con la disseminazione dell’informazione sul mercato. Credo che lo debbano fare tutti. Stiamo sollecitando tutti, in particolare i gammisti, a fare ancora maggiori azioni di informazione sia sul PNRR ma anche sulla Direttiva Case Green. A oggi pochi sul mercato sono consapevoli che dal 1° gennaio 2030 sarà vietato vendere o affittare case non a norma. Occorre dirlo sia al settore che alle imprese che ai clienti finali.
Forse gli italiani sono rimasti vittima di una certa stampa che ha terrorizzato sui costi della Case Green. Sicuramente non saranno lievi ma almeno occorre informarsi per prepararsi adeguatamente
A proposito di informazione, devo constatare che presso gli architetti c’è una maggiore attenzione e sensibilità per questi temi. Noi abbiamo fatto fare recentemente un’indagine presso progettisti, imprese, serramenti e clienti finali. Tra le domande ve n’era una sul grado di conoscenza della sostenibilità dei serramenti. Il risultato è che i privati non ne sapevano niente. Gli architetti e le imprese edili erano più informati. Le imprese per necessità ne sapevano di più. I serramentisti, invece, ne sapevano ben poco. Ritorno sul PNRR, checché se ne pensi. Di fatto esso rappresenta un apripista dell’edilizia Green, cui accennavo prima. Ed è un apripista della Direttiva Case Green. Su tanti aspetti il PNRR anticipa la Case Green.
Di sicuro il PNRR è anche un grande fattore di disseminazione di cultura tecnica e di stimolo al miglioramento delle aziende. Però il PNRR riguarda tutto sommato un numero limitato di operatori, mentre la Case Green ne coinvolgerà tantissimi.
Eh sì, il discorso di filiera si impone. E la filiera dovrà evolvere. Quello che si intravvede è che il serramentista dovrà qualificarsi non solo dal punto di vista del prodotto ma anche dal punto di vista della produzione e della gestione dell’azienda e della commercializzazione. Prendiamo il discorso della SOA, requisito necessario per il PNRR. Essa sarà un elemento qualificante per tanti lavori futuri.
Ma i piccoli e tanti medi operatori come faranno?
La SOA sarà un elemento distintivo. Più aziende si certificano e sarà meglio per tutte. I piccoli continueranno ad avere il loro mercato, quello dei clienti privati. Tra i vantaggi della SOA, cito solo che il fatto che essa elimina il problema della patente a crediti che parte il 1° ottobre. Sempre in termini di qualificazione dei fornitori, ricordo che da poco i gammisti si sono allineati sul tema degli EPD, le dichiarazioni ambientali di prodotto. Ovviamente con le dovute eccezioni: c’erano gammisti che erano pronti da anni con i loro EPD. In generale, però ho colto una grande impreparazione a cogliere lo spirito del tempo. Quest’anno si è visto chiaramente che chi ha lavorato bene dopo il Covid sta viaggiando meglio. Chi ha lavorato su operazioni di progetto e di ampio respiro, con un conseguente adeguamento del portafoglio clienti e del portafoglio prodotti sta andando meglio. Il mercato è diventato molto selettivo e riconosce chi lavora meglio.
Dopo il PNRR, ci sarà da affrontare l’EPBD, la Case Green che punterà anche su serramenti qualificati in una prospettiva di medio e lungo periodo. Di sicuro ci vorranno molti fondi…
Questo potrebbe essere un problema. Il patrimonio immobiliare italiano è in mano a un’enorme base di proprietari, cosa che non succede in Germania e Francia dove è più facile ristrutturare gli immobili. I nostri piccoli proprietari si troveranno di fronte a spese importanti. E bisognerà trovare risorse finanziarie adeguate per aiutare i piccoli proprietari, il MEF, Ministero dell’Economia e Finanze, non ci sente molto.
Visto che citiamo il MEF e gli aiuti ai cittadini, che cosa succede invece con i Bonus fiscali per il 2025 e gli anni successivi?
Tutto è in fase evolutiva, anche alla luce della EPBD. Tuttavia, dobbiamo abituarci a pensare a un mondo in cui gli incentivi saranno sempre meno. Spero di sbagliarmi. Se ci sono ben vengano, ma non mi pare che tiri una buona aria per le agevolazioni per l’edilizia.
Prospettive per il mercato dei serramenti 2025?
Direi buonine, con prudenza. Gli indicatori sono razionalmente positivi. Da un lato avremo nel 2025 molti lavori del PNRR rimandati dal 2024, già finanziati e che quindi vanno eseguiti. Il privato con una condizione finanziaria discreta potrebbe riprendere ad impegnarsi a investire in acquisti di immobili o in ristrutturazioni. Il 2025 non può essere negativo salvo non succeda qualcosa di imprevedibile. Quindi, un consiglio alle aziende: ottica molto breve, attenzione al prodotto e al mercato e poi in seconda battuta di produzione. Altrimenti, se ci si concentra sulla produzione ne risentiranno i prezzi e ne risentirà l’azienda.
Abbiamo parlato poco dei distributori, componente di rilievo nel mondo del serramento in alluminio. Quali le loro prospettive?
Noi prevediamo che la filiera cambierà nella sostanza ma non nella forma. E’ notorio che la filiera che sta dietro il serramentista dà non solo sostegno di prodotto ma anche sostegno finanziario. Insomma, in parecchie zone fanno da banca. Ma c’è di più. Che cosa sta succedendo in parecchie zone? Succede che il distributore sta diventando produttore di prodotti particolari da offrire ai propri serramentisti i quali potranno offrire al consumatore finale una gamma molto più ampia di prodotti senza necessariamente investire in macchine, impianti e attrezzature, magazzino. Questo lo stanno facendo molti distributori. È assolutamente consigliabile “fare prima mercato e dopo fare produzione”. E’ molto meno rischioso per tutti, altrimenti si sarà sempre in affanno e in ansia.
Quindi, il prodotto finito non è più visto come competitivo o antagonista…
E’ così. Occorre dire che il serramento in PVC, che ha attratto in questi anni molti serramentisti in termini di prodotto finito, ha ‘sdoganato’ questa situazione. Per necessità essi si sono abituati a questo format che rappresenta un’opportunità per il distributore e per loro stessi lasciando loro il tempo per migliorare l’aspetto gestionale e commerciale, la formazione di cui vi è ampia necessità.
Siamo alle battute finali. Indispensabile domanda: Unicmi oggi, che cosa rappresenta?
Frequento l’associazione da più di 20 anni. Qui ho sempre trovato il supporto necessario, specie nella condivisione delle informazioni sul mercato dei serramenti. Informazioni utili per indirizzare l’azienda su questo o quel prodotto, su questa o quella tecnologia. Da presidente ho visto l’associazione impegnata in tante altre attività presidiate dalle diverse divisioni di Unicmi. Road equipment, ponteggi e carpenteria… Sono mondi che in apparenza sono lontani e sembrano poco integrati. Faccio un esempio che smentisce questa percezione: le pratiche SOA per le aziende del road equipment sono state utilizzate per concepire quelle per le aziende dell’area del serramento. Dirò di più: stiamo discutendo di diversi progetti per il futuro e ho visto un’associazione che non ha paura di rischiare.
E in termini strettamente associativi, che cosa succede?
Grazie al fatto che il materiale alluminio è oggi percepito in una maniera altamente positiva e si presta per le richieste del futuro, esso sta attraendo molti serramentisti del PVC. Anche in termini associativi. Vedo un’associazione che sta crescendo in termini numerici. Vedi il Progetto 500 lanciato dal mio predecessore, ing. Guido Faré, contrassegnato da una quota di iscrizione molto bassa per i piccoli serramentisti. E al momento del rinnovo dell’iscrizione molti, all’85%, sono rimasti in associazione. Vedo un’associazione molto proattiva e disponibile a mettersi in gioco e a non aver paura di sbagliare.
Vedo però una miriade di associazioni nei mondi del serramento, delle schermature solari, delle chiusure tecniche…
E’ vero le associazioni nel mondo del serramento non mancano. Io però vedo che verso Unicmi c’è un’attenzione diversa, in modo referenziato. Di fatto oggi fare associazione costa parecchio o hai una struttura adeguatamente finanziata o molte cose non le fai. Vedo che nel momento peggiore del mercato siamo riusciti a portare dentro numerose aziende…
Di fatto smentisci la percezione pubblica di un allontanamento dai serramentisti, diventando Unicmi principalmente l’associazione di gammisti e facciatisti e dedicata ad altri settori…
Non la smentisco. È una condizione in cui Unicmi si è trovata. In effetti l’associazione, sentita poco vicina dai serramentisti, ora sta ricentrando i suoi obiettivi con il Progetto dei 500 soci. Abbiamo già messo in campo iniziative come tanti corsi di formazione, vedi il Corso sulla marcatura CE. Qui abbiamo una marea di iscritti. Di fatto è successo che per anni noi parlavamo di marcatura CE e i serramentisti se ne sono infischiati. Ora la Guardia di Finanza sta facendo i controlli e allora si comprende molto bene il valore di Unicmi”.
Ennio Braicovich