Il tema degli incentivi per la riqualificazione energetica per il prossimo futuro è stato al centro di una recente interrogazione parlamentare dell’on. Fabrizio Benzoni al Ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica. Ha risposto la viceministra Vannia Gava che ha delineato la politica del Governo per i prossimi anni. Rispunta il Superbonus per le persone in condizioni di povertà energetica. In attesa del quadro futuro, per le imprese ci sono già numerosi incentivi. Chiara minaccia per gli interventi singoli come la sostituzione dei serramenti.
Iniziative di competenza per la promozione di un nuovo quadro normativo per l’incentivazione degli interventi di riqualificazione energetica concernenti le imprese. È questo il titolo dell’interrogazione parlamentare a risposta scritta dell’on. Fabrizio Benzoni (Gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe) rivolta al Ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica.
E dopo l’Ecobonus?
Il punto di partenza dell’interrogazione è quello a tutti noto. “Il cosiddetto «ecobonus», misura introdotta dalla legge n. 297 del 2006 e attualmente disciplinata dall’articolo 14 del decreto-legge n. 63 del 2013, sarà in vigore sino al 31 dicembre 2024”. Inoltre, evidenzia Benzoni, secondo quanto indicato nel Pniec, entro il 2030 il settore civile (pubblico e privato) dovrà inevitabilmente contribuire al processo di transizione energetica nazionale al fine di raggiungere gli sfidanti obiettivi di efficienza energetica derivanti dal pacchetto di proposte europee denominato «Fit for 55» e dal RePowerEu.
La riforma degli incentivi
L’effettivo raggiungimento degli obiettivi dipenderà fortemente dalla riforma dell’attuale quadro normativo di riferimento per l’incentivazione degli interventi di efficienza energetica degli edifici che il Governo dovrà predisporre entro il 31 dicembre 2024. Come annunciato dal ministro Pichetto Fratin durante la sua audizione presso la Commissione Ambiente della Camera dei deputati un anno fa. Da qui la richiesta dell’on. Benzoni al Ministro se ritenga di promuovere, con riferimento alle realtà aziendali e industriali, l’implementazione di un nuovo quadro normativo degli incentivi per la riqualificazione energetica.
La risposta del Ministero
L’on. Vannia Gava traccia anzitutto il quadro delle direttive EU in cui il Governo si dovrà muovere: la (UE) 2023/1791 sull’efficienza energetica (EED – Energy Efficiency Directive), e la 2024/1275 sulla prestazione energetica (EPBD – Energy Performance of Building Directive. Senza dimenticare gli obiettivi del PNIEC 2024 (Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima).
Incentivi per la riqualificazione energetica
La riforma del sistema delle detrazioni fiscali affronterà, scrive Gava, “con un approccio integrato ed efficiente le opere di riqualificazione degli edifici residenziali esistenti che superi l’attuale frammentazione delle diverse detrazioni, con un focus sugli interventi più efficaci in termini di costo per favorire la decarbonizzazione energetica”.
I punti in particolare
La riforma intende introdurre dei benefici variabili in funzione delle performance generali raggiunte dall’edificio, attraverso interventi graduati in termini di priorità. E secondo i seguenti criteri:
–durata almeno decennale dell’incentivo, per rispondere agli obiettivi previsti per il settore residenziale dalla EPBD al 2035;
–rivolta in prevalenza alle unità immobiliari soggette all’obbligo della direttiva EPBD (prime case, unità immobiliari con classe energetica bassa, situazioni di povertà energetica, e altro), escludendo categorie catastali di lusso e le tecnologie non più ammissibili secondo le norme europee;
–benefici ridotti per gli interventi singoli e benefici crescenti in funzione della performance energetica raggiunta;
–tetto di spesa annua complessivo per la misura e costi massimi specifici omnicomprensivi per gli interventi;
-strumenti finanziari di supporto da affiancare, ad esempio finanziamenti a tasso agevolato, anche a copertura totale dei costi di investimento, con condizioni di favore per le persone in condizioni di povertà energetica.
Incentivi per le imprese
Per quanto riguarda l’efficientamento energetico degli edifici commerciali e industriali, la viceministra segnala che le imprese possono ricorrere altresì al Conto termico, ai Certificati bianchi, al Fondo nazionale per l’efficienza energetica e al piano Transizione 5.0. E questi incentivi per le imprese sono già attivi, senza attendere il quadro futuro, afferma apertamente l’on. Gava.
Interventi singoli ed EPBD
Per quanto riguarda gli “interventi singoli”, come ad esempio la sostituzione dei vecchi serramenti, l’on. Gava ha chiaramente indicato che i benefici fiscali come l’Ecobonus sono destinati a ridursi rispetto a quanto visto finora. Non è una notizia che fa piacere. Né a noi né ai lettori, produttori e rivenditori di serramenti ad efficienza energetica. Tuttavia, l’idea di un piano di lungo respiro, decennale, di agevolazioni fiscali per la riqualificazione energetica di tutti gli edifici – residenziali e non residenziali, commerciali e industriali – non può non piacere al mondo dell’edilizia e al settore dei serramenti. Vedremo però come verrà attuata.
Ennio Braicovich