A tanto ammonta finora il ritorno economico prodotto dai 38,7 miliardi finora investiti dallo Stato nel provvedimento tanto discusso. Ovvero 4 volte tanto i costi per l’erario ovvero pari al 7,5% del Prodotto interno lordo del Paese. Questi in grande sintesi i risultati di una ricerca svolta dall’istituto di ricerche economiche e sociali sulle ricadute economiche, finanziarie, ambientali – energetiche e sociali dei Superbonus.
Che cosa c’è dietro le detrazioni fiscali del Superbonus? Qual è il giro economico e sociale messo in atto dal salto delle due classi energetiche, dal cappotto isolante, dalla sostituzione delle caldaie e dei serramenti? In genere, ultimamente, i commenti dei giornali e dei media puntano sempre sulle frodi e sui costi per lo Stato. In effetti l’onere per l’erario esiste ed è certamente pesante. A fine giugno di quest’anno i dati Enea (vedi qui) asseveravano investimenti per 35,2 miliardi di euro per gli interventi da Superbonus. Cifra che si tramuta in 38,7 miliardi di oneri per lo Stato.
Offre tutt’altra visione delle cose la ricerca voluta da Ance Emilia e realizzata da Nomisma, relativa alle ricadute economiche, finanziarie, ambientali – energetiche e sociali dei Superbonus.
Valore generato dal Superbonus
Ebbene i dati forniti dall’Istituto di ricerche economiche e sociali sono eclatanti. Sono dati che permettono di dire che la misura, con le sue agevolazioni, le detrazioni e i rimborsi alle ristrutturazioni edilizie, ha generato un valore economico di 124,8 miliardi di euro (pari al 7,5% del Prodotto interno lordo del Paese). Per ogni beneficiario, Nomisma prevede che l’investimento statale consentirà di generare un risparmio annuo medio in bolletta di ben 500 euro.
Un milione di tonnellate di CO2 in meno
Per quanto riguarda, invece, l’impatto ambientale l’investimento effettuato ha contribuito fattivamente alla politica di transizione ecologica. Il settore delle costruzioni è uno dei maggiori produttori globali di CO2, responsabile di circa un terzo delle emissioni globali. Nomisma asserisce che il bonus edilizio ha già consentito di contenere in maniera significativa l’impronta ecologica dei cantieri con una riduzione di 979mila tonnellate di CO2, pari ad un risparmio di CO2 del 46,4% con 3 salti di classe energetica.
Più energie rinnovabili prodotte
Oltre a ciò, la misura sta rappresentando quasi il 50% dell’incremento di potenza rinnovabile (fotovoltaico/pannelli solari) installata sul parco immobiliare italiano in termini di numero di interventi. Grazie a tale strategia, sono stati immessi in consumo ben 106 milioni di kW annui di energie rinnovabili. La previsione è di ulteriori 37 milioni per i cantieri ancora in attivazione.
Altri effetti collaterali
Infine, il Superbonus opera esclusivamente sul patrimonio immobiliare esistente. Produce, quindi, effetti positivi sul contenimento di consumo di suolo e minori investimenti sulla realizzazione di servizi e infrastrutture collegate: il risultato di questi vantaggi è quantificabile in 15,3 miliardi di euro complessivi.
Il valore sociale del Superbonus
L’analisi di Nomisma evidenzia che i 38,7 miliardi di euro già investiti hanno comportato un aumento di occupazione nel settore delle costruzioni per un totale di 634mila occupati. Il che non è affatto poco. Altrio aspetto è quello dell’impatto sulle famiglie. E’ vero che alcune evidenze mostrano che la misura ha favorito in media i ceti medio-alti. Tuttavia, ben 483mila famiglie con reddito medio-basso (sotto i 1.800 euro) hanno avuto l’occasione di effettuare lavori di riqualificazione energetica profonda alla propria abitazione a costo zero.
Valore per il patrimonio immobiliare
Altro valore aggiunto riguarda il patrimonio degli immobili. La riqualificazione effettuata ad oggi sui 147.242 cantieri conclusi ha consentito un incremento del valore immobiliare di almeno 4,8 miliardi, nell’ipotesi in cui tutte le unità immobiliari riqualificate partissero dalle classi energetiche inferiori.
Cosa c’è dietro un cappotto…
Ecco che cosa c’è dietro il doppio salto di classe energetica di un condominio o di una villetta. L’Istituto non nega i problemi che ci sono dietro la misura, a cominciare dal fatto che essa ha subito nei suoi soli 24 mesi di vita ben 16 aggiustamenti. Tuttavia “è bene considerare anche come essa abbia contribuito a generare valore e benefici sia sui singoli sia per l’intera comunità”.
Alla luce della ricerca di Nomisma, serissimo Istituto di ricerche economiche e sociali, è evidente che occorre ampliare in profondità e ampiezza lo sguardo sugli effetti del Superbonus e non solo sui pur importanti conti dello Stato.
Ennio Braicovich
Foto. Courtesy by H2 Costruzioni