Contrasto all’inflazione. La recente decisione della BCE di innalzare tutti tassi di interesse di 50 punti base avrà delle ripercussioni importanti per le famiglie e le imprese. Vediamo come e perchè
Per contrastare l’aumento dell’inflazione nell’area euro da oggi 27 luglio la BCE, Banca Centrale Europea, ha provveduto ad innalzare di 50 punti base tutti i tassi di interesse. La comunicazione dell’aumento era stata data qualche giorno fa.
Oggi la FED USA…
E proprio oggi la Federal Reserve, la banca centrale USA, ha annunciato un aumento di 75 punti base, il quarto aumento del genere in 5 mesi. Anche la FED aumenta il costo del denaro per contrastare il fenomeno dell’inflazione negli Stati Uniti. L’aumento di 75 punti base riguarda anche noi. Infatti oggi i titoli di stato USA risultano molto più remunerativi di quelli europei. Questo comporta una migrazione di flussi finanziari dall’area euro all’area dollaro.
Dollaro su, euro giù
Il risultato finale è un rafforzamento del dollaro detto oramai superdollaro e un contemporaneo indebolimento dell’euro. E poiché gran parte degli scambi commerciali al mondo si svolgono in dollari, ne risulta che pagheremo più cari olio e petrolio, gas e materie prime importate. Questo diabolico meccanismo fornirà altra legna da ardere al focolare già infiammato dell’inflazione. In compenso le nostre merci risulteranno più competitive sui mercati mondiali a causa dell’euro debole.
I 50 punti di BCE
50 punti base significa 0,5%, un valore importante se si pensa che non accadeva da 11 anni che la BCE toccasse i tassi di interesse. L’inflazione sta galoppando in tutto il mondo, salvo in Cina dove impera l’economia dirigista. Negli USA è giunta al 10%, in Francia al 7%, in Italia all’8,3%. In Europa il fenomeno è causato dai forti aumenti di prezzo delle materie prime industriali e alimentari e dai costi fiammeggianti dell’energia: petrolio, gas, elettricità. E l’energia è necessaria dappertutto: abitazioni, industria, agricoltura, uffici e commerci, trasporti.
Mutui e prestiti più cari
Una prima conseguenza dell’aumento deciso dalla BCE è un incremento dei costi dei mutui casa. Di quelli nuovi e di quelli variabili accesi da tempo che si adegueranno al nuovo regime. Lo stesso succederà per i prestiti alle imprese. Non toccherà quelli a tasso fisso operanti a tempo ma quelli nuovi. Altra vittima dell’aumento dei tassi d’interesse sarà il credito al consumo. Non toccherà i contratti in essere ma solo quelli nuovi.
E i consumatori?
In tutto questo frangente piuttosto critico, gli unici a beneficiare potrebbero essere gli investitori che vedranno aumentare gli interessi dei titoli di stato. Difficilmente però i rendimenti dei BTP e confratelli potranno mai compensare l’inflazione. Siamo oramai sulle montagne …russe e ci toccherà ballare per i prossimi mesi. La vera vittima dell’inflazione saranno i consumatori che si vedranno ridurre il potere d’acquisto e il reddito disponibile per i beni essenziali e per la casa. L’edilizia potrebbe subire delle serie conseguenze.