Un Rapporto di ricerca di 33 pagine del Censis, noto Istituto di ricerca, analizza l’impatto economico e occupazionale del provvedimento del 110% e ne trae un bilancio positivo.
Il Censis (Centro Studi Investimenti Sociali), noto istituto di ricerca socio-economica italiano, ha pubblicato un Rapporto di ricerca di 33 pagine che analizza l’impatto del Superbonus. Il titolo dello studio è “Ecobonus e Superbonus per la transizione energetica del Paese – Gli incentivi per una politica industriale di lungo periodo”. E’ stato realizzato dal Censis in collaborazione con Harley & Dikkinson e la Filiera delle Costruzioni comprendente Assocond, Ance, Cna, Confartigianato e Rete delle Professioni tecniche.
Dal Rapporto, che potete scaricare qui, abbiamo estratto a pagg. 15 e 16 quelli che sono forse i passaggi più significativi.
Il Superbonus secondo il Censis
La spesa per Super ecobonus 110% e gli effetti indotti: una misurazione dell’impatto economico
Utilizzando i moltiplicatori della spesa e dell’occupazione derivanti dalle Tavole delle interdipendenze settoriali Istat, corretti al ribasso secondo criteri prudenziali, si stima che a fronte di 55 miliardi di euro di investimenti incentivati sul patrimonio edilizio, tra agosto 2020 e ottobre 2022, siano stati attivati quasi 80 miliardi di produzione diretta nella filiera delle costruzioni, dei servizi tecnici connessi e nei settori dell’indotto della filiera delle costruzioni (tab. 1).
Una produzione di 116 miliardi
Considerando anche il valore della produzione attivato in altri settori del sistema economico, connessi alle componenti dell’indotto, è possibile stimare, per il periodo compreso fra il 2020 e ottobre 2022, una produzione aggiuntiva totale vicina ai 116 miliardi di euro.
Il contributo alla formazione del Pil delle opere effettuate attraverso questa misura è intorno ai 73 miliardi di euro in due anni di funzionamento. La stima è del Centro Studi CNI.
L’impatto occupazionale
La spesa ed il livello di produzione attivate hanno generato un impatto occupazionale che nei soli settori della filiera delle costruzioni si stima abbiano superato le 583mila unità (tab. 2).
Se a questi si aggiungono anche gli addetti attivati nel resto dei settori economici, si arriva a un totale che supera di poco le 900mila unità. Un impatto significativo soprattutto se si considera il periodo di profonda crisi in cui questo provvedimento ha iniziato ad avere efficacia.
L’impatto fiscale
Il costo a carico dello Stato di una misura che riconosce un bonus fiscale maggiore rispetto al valore stesso dell’investimento è uno dei fattori da tenere in considerazione nella valutazione complessiva.
Per una spesa di 55 miliardi di euro in Super ecobonus (pari a 60,5 miliardi di detrazioni a carico dello Stato), totalizzata nel periodo agosto 2020-ottobre 2022, il Centro Studi CNI stima (tab. 3):
– un gettito direttamente derivante da lavori realizzati con Super ecobonus pari a 22,8 miliardi di euro;
– in maniera più estensiva, un gettito derivante dalla produzione complessiva attivata nel sistema economico di 42,8 miliardi di euro, pari a circa il 70% del valore delle detrazioni a carico dello Stato.
Le conclusioni del Censis
È verosimile ritenere che consistenti volumi di spesa come quelli attivati dal Super ecobonus determinino un gettito fiscale significativo, tale da far riconsiderare il costo effettivo a carico dello Stato. Sulla base dei calcoli effettuati, si ritiene che al netto del gettito fiscale la spesa in termini di detrazioni si riduca a circa il 30% del suo valore figurativo messo a bilancio.
Il commento
Il Censis è un autorevole Istituto di ricerca che ha preso in esame gli effetti sull’economia del Superbonus. Il bilancio dell’esperienza di due anni e mezzo del provvedimento è positivo, afferma il Censis che spiega con numeri e fatti il perchè di questa valutazione. Ora, il Superbonus è stato azzoppato e praticamente disattivato piuttosto rapidamente con il decreto Aiuti-quater. Il Rapporto di ricerca offre un’altra visione dl provvedimento che non è quella puramente ragionieristica.