Sono 5-6 i miliardi di crediti fiscali da bonus edilizi che sono bloccati nei cassetti fiscali di 50 mila imprese. Tra di esse imprese di costruzione, serramentisti e impiantisti. La denuncia viene da un’indagine di Cna. E anche Confartigianato chiede lo sblocco dei crediti fiscali.
Blocco per 50 mila imprese
La denuncia è impressionante: Superbonus, quasi 50mila imprese non riescono a cedere i crediti. Viene da un’indagine della Cna. Sono imprese della filiera delle costruzioni (edilizia, impianti e serramenti) che accusano molte difficoltà nella cessione dei crediti legati ai bonus per la riqualificazione degli immobili e un notevole peggioramento delle condizioni finanziarie proposte dai potenziali acquirenti.
Del resto, è ben noto che quasi tutte le istituzioni finanziarie hanno chiuso i rubinetti. Unica eccezione al momento è Banca Intesa che ha riaperto le operazioni, come mostra pure l’accordo di qualche giorno fa con Anfit per l’area dei serramenti, vedi news.
Cassetti pieni di crediti fiscali
Nell’indagine si stima che ammontano a oltre 5 miliardi di euro i crediti nei cassetti fiscali delle imprese che hanno riconosciuto lo sconto in fattura e non monetizzati attraverso una cessione. Un volume raddoppiato rispetto alla scorsa primavera.
Emblematica la percentuale di imprese con cassetto fiscale pieno da almeno 5 mesi: era il 35% a maggio mentre oggi sfiora il 75%. Inoltre, è aumentata la platea delle imprese che detiene crediti superiori a 100mila euro (dal 45 al 54,5% del totale).
Un blocco quasi totale
Per le imprese è sempre più difficile individuare soggetti disposti ad acquisire i crediti legati ai bonus per l’edilizia e lo scenario continua a peggiorare. Il 27,4% delle imprese rileva negli ultimi mesi un atteggiamento diverso da parte degli intermediari anche se non riesce a risolvere il problema. Oltre la metà delle imprese in difficoltà ha ricevuto offerte di acquisto da parte di soggetti diversi dagli intermediari finanziari ma soltanto l’8% a condizioni in linea con le attese mentre il 42% delle offerte presenta condizioni molto penalizzanti. I canali tradizionali sono sempre più indisponibili ad acquistare i crediti (anche per le incertezze a causa delle continue modifiche normative) lasciando spazio a soggetti che speculano sulle difficoltà delle imprese della filiera.
Interventi urgenti sui crediti fiscali
Alla denuncia di Cna si accompagna quella di Confartigianato. Ed entrambe richiedono interventi urgenti da parte dell’esecutivo e del Parlamento. Marco Granelli, presidente di Confartigianato, davanti alle Commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato ha richiesto lo sblocco dei crediti fiscali legati ai bonus edilizia per salvare l’attività di centinaia di imprese che hanno concesso sconti in fattura. Imprese che, a seguito dei repentini cambiamenti normativi, non hanno potuto, a loro volta, cedere i crediti a soggetti terzi.
A rischio 47 mila posti di lavoro
Si tratta di imprese che hanno operato nel pieno rispetto delle norme ma oggi subiscono gli effetti delle loro continue modifiche restrittive, rischiando addirittura la chiusura e la perdita di 47mila posti di lavoro. Per sbloccare i crediti fiscali, che si aggirano su una cifra di 5-6 miliardi, Confartigianato indica tre strade:
-rendere più flessibile l’utilizzo dei crediti;
-aumentare la capacità fiscale delle banche, concedendo la possibilità di utilizzare compensazioni;
-prevedere la possibilità di un ‘compratore di ultima istanza’, a controllo pubblico.