Una Ricerca di Nomisma commissionata da Angaisa, l’associazione dei distributori del settore idrotermosanitario, analizza il comportamento degli italiani di fronte ai lavori di riqualificazione edilizia e i bonus fiscali. E cerca di intravvedere il loro comportamento nel prossimo futuro. Una bella ricerca azzoppata dall’assenza di dati sul secondo più importante intervento di riqualificazione energetica: i serramenti
Il cambiamento di scenario che stiamo vivendo (guerra, inflazione, riduzione degli incentivi…) impone l’utilizzo crescente di ricerche, sondaggi, osservatori al fine di individuare le opinioni degli italiani in merito ai lavori di efficientamento energetico e all’utilizzo dei bonus fiscali. Così Angaisa, l’associazione dei distributori del settore idrotermosanitario, ha commissionato a Nomisma, istituto di ricerche economiche e sociali, una ricerca in merito.
Gli italiani e il rinnovamento della casa
Intitolata “Bonus fiscali e riqualificazione edilizia- La propensione delle famiglie italiane al rinnovamento e alla ristrutturazione della casa” l’indagine rappresenta un interessante contributo alla miglior conoscenza del comportamento degli italiani. Tuttavia, troviamo assai curioso che nella nota stampa di 4 pagine, qui allegata a fondo pagina, non troviamo alcun accenno al secondo intervento di efficientamento energetico per importanza coperto dai bonus che sono i serramenti, secondo i dati Enea, vedi qui. Abbiamo chiesto a Nomisma chiarimenti rispetto a questa singolare assenza. Vi informeremo della risposta.
Un terzo degli Italiani…
I dati che emergono dalla ricerca sono decisamente stimolanti. Così appare che il 37% delle famiglie italiane negli ultimi 12 mesi ha effettuato un intervento di ristrutturazione o miglioramento dell’abitazione in cui vive. Tuttavia, solo l’11% ha dichiarato che nei prossimi 12 mesi investirà in tali interventi. Un dato sicuramente preoccupante. Ma andiamo per ordine analizzando il comportamento di nostri connazionali in merito ai lavori di efficientamento energetico e gli incentivi fiscali.
Gli interventi di ristrutturazione o di miglioramento sono stati svolti prevalentemente all’interno di un’abitazione sita in un condominio con 5 o più unità immobiliare (54%). A seguire, all’interno di una casa singola (39%). Solo per l’8%, gli interventi hanno riguardato le parti comuni condominiali.
Motivazioni e detrazioni
Quali sono state le ragioni più impellenti che hanno i nostri connazionali a eseguire i lavori di efficienza energetica e di miglioramento delle loro abitazioni? Nell’ordine per importanza, anzitutto la volontà di migliorare il comfort abitativo, guidata in particolare dagli incentivi statali. Al secondo posto la riduzione dei consumi energetici (48%), al terzo, l’urgenza degli interventi (36%) e in ultimo (30%) la volontà di sfruttare gli incentivi statali.
Fatto decisamente interessante, per quanto strano possa apparire, è che solo la metà di coloro che hanno eseguito lavori di riqualificazione energetica ha deciso di accedere agli incentivi fiscali. Quindi non è vero in assoluto che ci si muove solo guidati dalle detrazioni fiscali. In merito a queste, al primo posto emerge l’ecobonus. Segue il 37% per bonus casa per le ristrutturazioni edilizie e al terzo posto, con il 21%, il Superbonus 110%. Il 12% degli aderenti ha deciso, infine, di richiedere il bonus facciate.
I lavori nei prossimi mesi
Dall’indagine emerge il rallentamento dell’euforia, così la chiama Nomisma. Solo l’11% degli italiani ha dichiarato che con certezza effettuerà interventi sulla propria abitazione, mentre il 38% è ancora indeciso. Il restante 51% dichiara di non voler eseguire alcun lavoro. Nomisma amplia l’orizzonte temporale a oltre i prossimi 12 mesi. Le prospettive si fanno meno espansive, le famiglie italiane che pensano all’utilizzo del Superbonus 70% arrivano al 3%, il 2% se si considera il Superbonus al 65%. Insomma, le prospettive per i lavori di efficienza energetica non appaiono entusiasmanti per i prossimi due-tre anni.
(continua)