L’estensione da 4 a 5 del numero delle cessioni dei crediti fiscali derivanti da bonus edilizi darà un pochino più di respiro alle aziende dell’edilizia. Confermate all’articolo 9, e non poteva essere altrimenti, pure tutte le nuove regole per il Superbonus, già presenti in Legge di Bilancio 2023.
Non è tanto ma passare da 4 a 5 il numero delle cessioni dei crediti derivanti da bonus edilizi potrebbe dare una boccata d’ossigeno agli operatori dell’edilizia come impresari, impiantisti e serramentisti. Ma lo potrebbe dare anche a quei clienti privati che, fiduciosi del sistema dei bonus fiscali, delle cessionI dei crediti, dello sconto in fattura si sono trovati con il cerino in mano e con i crediti incagliati. Simpatico termine marinaresco sinonimo di stop al credito da parte di Posteitaliane e di banche.
Il passaggio da 4 a 5 del numero delle cessioni dei crediti lo prevede l’articolo 9, comma 4 bis della legge n.6 di conversione in legge, con modificazioni, del Decreto Aiuti-quater (decreto-legge 18 novembre 2022, n. 176, recante misure urgenti di sostegno nel settore energetico e di finanza pubblica). La legge, che è in vigore da oggi, puoi scarcarla qui.
Cinque cessioni dei crediti al massimo
Dell’importante modifica avevamo dato conto qui quando il Senato aveva modificato il ddl di conversione in legge del decreto Aiuti quater. La modifica, poi approvata anche dalla Camera, prevede non più due ma tre passaggi verso operatori vigilati. Ovvero banche, istituzioni finanziarie, società appartenenti a gruppi bancari e assicurazioni. L’ultima cessione rimane quella tra istituzioni bancarie e propri correntisti non privati. Questa estensione aumenta la possibilità di cessioni tra istituzioni finanziarie. La prima cessione rimane libera.
Cessione del credito o dello sconto in fattura
Un’importante precisazione è al comma 4-ter. In esso si afferma: “Le disposizioni di cui al comma 4-bis si applicano anche ai crediti d’imposta oggetto di comunicazioni dell’opzione di cessione del credito o dello sconto in fattura inviate all’Agenzia delle entrate in data anteriore a quella di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto”.
Può garantire la SACE
Altra importante misura è al comma 4-quater. La società SACE S.p.A. può concedere le garanzie in favore di banche, di istituzioni finanziarie nazionali e internazionali per sopperire alle esigenze di liquidità delle imprese con sede in Italia, rientranti nelle categorie contraddistinte dai codici ATECO 41 e 43 e che realizzano interventi in edilizia di cui all’articolo 119 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34. I due codici ATECO sono rispettivamente relativi a Costruzione di edifici e a Lavori di costruzione specializzati
Contro il blocco delle cessioni dei crediti
I crediti incagliati rimangono, nonostante tutto, argomento scottante per tutta l’edilizia. Ance, Confartigianato, CNA continuano a richiedere interventi risolutivi al Governo che continua a nicchiare. Anzi, il ministro delle imprese Giorgetti arriva ad affermare che la cessione del credito non è un diritto. Otello Gregorini, segretario generale CNA, in un editoriale sul quotidiano Il Foglio, aveva ben delineato l’entità del grave problema: “il blocco della cessione dei crediti fiscali rappresenta un pericoloso vulnus per una platea di circa 750mila imprese della filiera delle costruzioni e di conseguenza anche per lo stesso sistema finanziario. Le 11 modifiche al meccanismo per la cessione, oltre la trentina alla disciplina generale degli ecobonus, non sono estranee all’inceppamento del mercato dei crediti”.
Ennio Braicovich