Uno studio del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili mostra come non è affatto vera la teoria per cui il provvedimento del Superbonus è una rovina totale per lo Stato.
L’uragano dello stop ai crediti fiscali da bonus edilizi, Superbonus in particolare, continua a imperversare sui media, sui social media, sui lavori di Governo, Parlamento, forze politiche e sociali e nelle conversazioni dei cittadini. Tutti rimaniamo in attesa dell’incontro di lunedì 20 dell’esecutivo con i rappresentanti delle associazioni anche se difficilmente si troverà subito una soluzione ammesso che la si voglia trovare.
Ampio fronte contro il decreto-legge
L’ampio fronte contro il decreto-legge cerca argomenti sostanziali contro le affermazioni di Governo e MEF che tendono a dimostrare il disastro finanziario che sarebbe rappresentato dal Superbonus ma anche da Ecobonus e Bonus Casa, ingiustamente a nostro avviso convolti nella ghigliottina generale dei crediti fiscali. Riemergono gli studi, recenti e passati, a favore dei bonus edilizi.
Gli studi sugli effetti del Superbonus
Potremmo citare, vedi qui, la ricerca di Nomisma sugli effetti del Superbonus visto si è trattato di un lavoro finanziato da Ance Emilia e quindi si potrebbe sospettare l’autorevole istituto di ricerca di un atteggiamento di favore nei confronti dell’edilizia e del provvedimento. Idem per il Cresme, istituto da sempre vicino al mondo dell’edilizia nelle sue varie articolazioni.
Lo studio dei Commercialisti
Presentato poco prima di Natale, lo studio di 34 pagine presenta una verità ben diversa da quella narrataci dai rappresentanti del Governo e in modo particolare dal ministro delle Finanze Georgetti. “Politica scellerata che costa 2mila euro a testa a ogni italiano”. Questa è solo una delle espressioni utilizzate dal numero uno del MEF per tagliare corto su un provvedimento frutto di un Governo cui partecipava il suo partito. Ma, evitando di buttarla in politica, come si suole dire, come stanno effettivamente le cose?
Ogni euro di Superbonus rende allo Stato 43 centesimi
Lo studio della FNC, che potete scaricare qui, è intitolato “L’impatto economico del Superbonus 110% e il costo effettivo per lo stato dei bonus edilizi”. Esso analizza il costo dei bonus edilizi per lo Stato e il rilevante impatto economico che il superbonus 110% è stato in grado di generare nel sistema Paese, soprattutto in termini di spinta agli investimenti, all’occupazione e alla creazione di valore aggiunto. Proprio quello che non ha fatto il MEF che si ferma alle addizioni e sottrazioni, peraltro sbagliando spesso con la sua visione minuta, senza una visione d’assieme degli effetti.
I bonus edilizi comportano un costo per lo Stato che consiste nelle minori entrate correlate alle detrazioni fiscali. A fronte di tale costo, però, è possibile calcolare un beneficio per le finanze pubbliche rappresentato dalle maggiori entrate conseguenti alla spesa indotta dai bonus e che si traduce in maggiori imponibili Iva e imposte dirette.
L’errore della Ragioneria dello Stato
Il documento, analizzando i dati relativi ai bonus edilizi e al superbonus 110%, ricostruisce la metodologia applicata dalla Ragioneria Generale dello Stato (RGS) nelle stime degli effetti di finanza pubblica dei bonus edilizi e presenta una stima alternativa del costo lordo per lo Stato e dell’effetto fiscale indotto dal superbonus 110% che tiene conto dell’impatto che il superbonus esercita sul settore edile e sull’economia in generale.
Secondo il modello di stima presentato nello studio, l’effetto fiscale indotto dagli investimenti correlati al superbonus 110% è pari al 43,3% del costo lordo per lo Stato. In pratica, per ogni euro speso dallo Stato in bonus edilizi, ne ritornano sotto forma di maggiori imposte 43,3 centesimi, così che il costo netto per lo Stato è pari a 56,7 centesimi, mentre nelle Relazioni Tecniche ai diversi provvedimenti di legge, secondo il modello RGS, il ritorno stimato è pari a non più di 5 centesimi ed il costo netto diventa di circa 95 centesimi.
Differenze abissali nelle stime del Superbonus
La differenza non è per niente poca. L’atteggiamento prudenziale della Ragioneria dello Stato non giustifica errori così clamorosi. E a distanza di quasi due mesi dall’uscita del documento della FNC nessuno ne ha smentito i contenuti!
Ennio Braicovich
In merito al DL che blocca la cessione dei crediti fiscali e lo sconto in fattura abbiamo pubblicato in precedenza
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