Il Parlamento di Bruxelles ha adottato la proposta di revisione della Direttiva 2010/31/EU sulle prestazioni energetiche degli edifici, comunemente nota in Italia come Direttiva Case Green. L’approvazione è avvenuta a larga maggioranza. Il documento, che dovrà essere discusso con il Consiglio, contiene misure per aumentare il tasso di ristrutturazione degli immobili e ridurre il consumo di energia e le emissioni di gas serra. I nuovi edifici saranno a emissioni zero a partire dal 2028. Tra le particolarità: gli Stati membri devono istituire programmi di ristrutturazione a costo zero contro la povertà energetica. Che rispunti un Superbonus targato EU?
E’ l’ora della Direttiva Case Green, termine che non ci piace totalmente ma che va per la maggiore e che pertanto adottiamo. Il Parlamento EU ha approvato ieri pomeriggio la discussa revisione della Direttiva 2010/31/EU sulle prestazioni energetiche degli edifici: 343 voti favorevoli, 216 contrari e 78 astensioni. Qui il testo. In allegato il pdf del documento. Ora la parola passa alle trattative tra Consiglio, ovvero i capi di stato e di governo, la Commissione e lo stesso Parlamento.
L’obiettivo della Direttiva Case Green
La proposta di revisione della Direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia mira a ridurre sostanzialmente le emissioni di gas a effetto serra (GHG) e il consumo di energia nel settore edilizio dell’UE entro il 2030 e a renderlo climaticamente neutro entro il 2050. Secondo la Commissione europea, gli edifici nell’UE sono responsabili del 40% del nostro consumo energetico e del 36% delle emissioni di gas serra. Il 15 dicembre 2021, la Commissione europea ha adottato una proposta legislativa per rivedere la direttiva sul rendimento energetico nell’edilizia, nell’ambito del cosiddetto pacchetto “Fit for 55”. Una nuova legge europea sul clima (luglio 2021) ha incluso sia gli obiettivi del 2030 che quelli del 2050 all’interno di una legge europea vincolante.
Le scadenze della Direttiva Case Green
Tutti i nuovi edifici dovrebbero essere a emissioni zero a partire dal 2028. La scadenza per i nuovi edifici occupati, gestiti o di proprietà delle autorità pubbliche è nel 2026. Tutti i nuovi edifici dovrebbero essere dotati di tecnologie solari entro il 2028, ove tecnicamente idoneo ed economicamente fattibile, mentre gli edifici residenziali in fase di ristrutturazione hanno tempo fino al 2032.
Gli edifici residenziali dovrebbero raggiungere almeno la classe di prestazione energetica E entro il 2030 e D entro il 2033 – su una scala che va da A a G, quest’ultima corrispondente al 15% degli edifici con le peggiori prestazioni nel parco nazionale di un membro stato. Gli edifici non residenziali e pubblici dovrebbero raggiungere gli stessi rating tre anni prima, rispettivamente entro il 2027 e il 2030. L’aggiornamento delle prestazioni energetiche (che può assumere la forma di lavori di isolamento o di miglioramento del sistema di riscaldamento) avverrebbe quando un edificio viene venduto o sottoposto a un’importante ristrutturazione o, se è in affitto, quando viene firmato un nuovo contratto.
Gli Stati membri dovranno stabilire le misure necessarie per raggiungere questi obiettivi nei loro piani nazionali di ristrutturazione.
Sostegno alle misure contro la povertà energetica
I piani nazionali di ristrutturazione dovrebbero includere regimi di sostegno per facilitare l’accesso a sovvenzioni e finanziamenti. Gli Stati membri devono istituire punti di informazione gratuiti e programmi di ristrutturazione a costo zero. Le misure finanziarie dovrebbero fornire un premio importante per le ristrutturazioni profonde, in particolare degli edifici con le prestazioni peggiori, e sovvenzioni e sussidi mirati dovrebbero essere messi a disposizione delle famiglie vulnerabili.
Deroghe
I monumenti sarebbero esclusi dalle nuove regole. I paesi dell’UE potrebbero decidere di escludere anche gli edifici protetti per il loro particolare valore architettonico o storico, gli edifici tecnici, gli edifici utilizzati temporaneamente, le chiese e i luoghi di culto. Gli Stati membri possono anche esentare gli alloggi pubblici sociali, laddove i lavori di ristrutturazione porterebbero ad aumenti degli affitti che non possono essere compensati da risparmi sulle bollette energetiche.
Infine, i deputati europei vogliono consentire agli Stati membri di adeguare i nuovi obiettivi in una quota limitata di edifici a seconda della fattibilità economica e tecnica dei lavori di ristrutturazione e della disponibilità di manodopera qualificata.
Primi commenti sulla Direttiva Case Green
La proposta della nuova Direttiva Case Green, tra i tecnici meglio nota come EPBD, Energy Performance Building Directive, adesso passerà al vaglio del Consiglio e della Commissione. nasce una fase detta di dialogo a tre, o trilogo. Da qualche settimana si notano in merito commenti particolarmente ostili. Si parla di patrimoniale europea e di nuova IMU.
Mancano le controproposte
Non ci pare di aver visto provenire dai critici ancora nessuna proposta per il risparmio di energia in edilizia (di cui c’è gran bisogno). Nessuna proposta pure per l’abbattimento delle emissioni degli impianti di riscaldamento (tutta la Val Padana ne ha gran bisogno) e dei gas clima alteranti e per la lotta ai cambiamenti climatici (di cui pure c’è gran bisogno). E nessuna proposta concreta di aiuti fiscali, sovvenzioni e sussidi auspicati dalla proposta di Direttiva per fronteggiare i grandi lavori necessari per eliminare le tante sacche di povertà energetica che esistono in tutta Italia. Tra le particolarità della proposta del Parlamento UE: gli Stati membri devono istituire programmi di ristrutturazione a costo zero contro la povertà energetica. Che rispunti un Superbonus targato EU a favore dei meno fortunati?
Ennio Braicovich
In allegato la proposta di revisione della Direttiva 2010/31/EU sulle prestazioni energetiche degli edifici