L’economia italiana va meglio del previsto. L’Istat rileva un aumento del Pil pari all’1,8% annuo in termini tendenziali, nettamente superiore alle previsioni. Tuttavia, avverte la Banca d’Italia, le stime di crescita dell’economia mondiale per il 2023 continuano a prefigurare un deciso rallentamento, ma meno marcato rispetto alle previsioni dello scorso autunno.
Meglio delle previsioni degli analisti, il Pil dell’economia italiana va meglio del previsto, secondo il rapporto odierno di Istat. Infatti, l’Istituto Nazionale di Statistica stima che il prodotto interno lordo (Pil) nel primo trimestre del 2023 sia aumentato dello 0,5% rispetto al trimestre precedente e sia cresciuto dell’1,8% annuo in termini tendenziali. La variazione congiunturale è la sintesi di un aumento del valore aggiunto sia nel comparto dell’industria, sia in quello dei servizi e di una stazionarietà del settore primario: agricoltura, silvicoltura e pesca. Dal lato della domanda, vi è un contributo positivo sia della componente nazionale (al lordo delle scorte), sia della componente estera netta.
Crescita dell’economia
Dopo la lieve flessione congiunturale dell’ultimo trimestre del 2022, la ripresa di inizio 2023 prospetta un tasso di crescita acquisito per il 2023 stimato allo 0,8%. Ovvero, +0,8% sarebbe la crescita annuale che si otterrebbe in presenza di una variazione congiunturale nulla nei restanti trimestri dell’anno.
A livello europeo, secondo Eurostat, la performance del Pil nel primo trimestre è quella del Portogallo con +1,6%. Italia, Spagna e Lettonia seguono con +0,5%. La Francia è allo 0,2% mentre la Germania è ferma allo 0%. Leggermente peggio va l’Austria con -0.3%, che è sempre del -2,7% dell’Irlanda.
L’economia mondiale
Sul fronte dell’economia è da segnalare la pubblicazione del Rapporto di Stabilità della Banca d’Italia. In esso si legge che nel primo trimestre dell’anno è proseguita la fase di debolezza dell’economia mondiale, ma emergono segnali di miglioramento. Le stime di crescita per il 2023 continuano a prefigurare un deciso rallentamento, ma meno marcato rispetto alle previsioni dello scorso autunno. Il ciclo economico risente delle pressioni inflazionistiche ancora elevate, del connesso rialzo dei tassi di interesse e delle tensioni geopolitiche. In sintesi: meno pessimismo di qualche mese fa ma pur sempre grande prudenza.
Immagine. Andamento del Pil negli ultimi 12 anni