Claudio Pinassi di KME è stato eletto nuovo Presidente di Assomet, l’Associazione Nazionale Industrie Metalli non Ferrosi. Il settore industriale rappresentato da Assomet vale attualmente un fatturato di oltre 32 miliardi di euro ed è costituito da circa un migliaio di aziende che impegnano 26mila addetti. Nella parte pubblica dell’assemblea generale interventi di livello sulla geopolitica attuale e le materie prime.
Passaggio di consegne al vertice di Assomet, l’associazione, che rappresenta l’industria italiana dei metalli non ferrosi, nello specifico i produttori e i trasformatori di alluminio, piombo, rame, zinco, nichel, stagno, magnesio, metalli minori e metalli preziosi. Dopo un quadriennio contrassegnato da eventi imprevedibili e drammatici e che hanno stravolto a livello globale il quadro geopolitico, economico, industriale e sociale – pandemia, conflitto in Ucraina, costo dell’energia, disponibilità delle materie prime – l’ing. Marco Vedani di Intals lascia la guida all’ing. Claudio Pinassi, Group CEO di KME.
La governance di Assomet
Il neopresidente si avvarrà di una squadra di collaboratori la cui lunga esperienza associativa è garanzia di raggiungimento degli importanti obiettivi che Assomet e l’intera filiera metallurgica dell’Unione Europea sono chiamati a cogliere. Ne fanno parte Mauro Cibaldi (Deral Spa), Davide Garofalo (Portovesme Srl, con delega all’energia), Ferruccio Gnutti (Eredi Gnutti Metalli Spa) e Alfredo Mancini (Orim Spa, con delega all’ambiente).
La parte pubblica si è invece incentrata sugli interventi di Dario Fabbri, analista geopolitico, direttore del mensile Domino, docente presso l’Università Iulm di Milano e l’Accademy di Confindustria, e di Gianclaudio Torlizzi, fondatore di T-Commodity, Consigliere del Ministero della Difesa ed Energy & Metals advisor per il MIMIT e la presidenza del Consiglio dei Ministri.
Un mondo sempre più complesso
L’intervento di Dario Fabbri, intitolato “Analisi geopolitica del conflitto e prospettive future”, ha rappresentato uno stimolante approfondimento e analisi geopolitica della guerra in Ucraina e delle sue conseguenze sull’economia e l’industria italiana, europea e globale. Ed ha allargato lo sguardo ai grandi attori mondiali che ci circondano, la Cina e l’India. Senza dimenticare la Germania visto che l’industria italiana è parte integrante della catena del valore tedesca. Per non parlare della Russia sempre più dipendente dalla Cina, molto attratta dalle ricchezze della Siberia.
Metalli dominati dalla Cina
Gianclaudio Torlizzi si è invece occupato di “Materie prime e transizione ecologica”, mostrando il ruolo fondamentale che l’accesso alle materie prime e alle fonti energetiche hanno e avranno sempre più in futuro per l’attuazione del programma europeo di transizione ambientale ed energetica. In un mondo in cui il settore dei metalli è dominato dalla Cina, il relatore ha avuto parole dure per l’UE accusata di aver dimenticato tra le materie prime strategiche l’alluminio e lo zinco. Materie che non rientrano tra quelle che compongono le batterie, evidente tributo all’auto elettrica franco-tedesca.