L’associazione degli imprenditori edili ha approntato uno studio di una trentina di pagine dedicato alla transizione ecologica degli immobili in Italia. In breve, sul futuro del Superbonus, inteso in ampio senso, la proposta di Ance, in 11 punti, si propone di individuare un insieme di strumenti in grado di produrre un numero sufficiente di investimenti. Salvaguardando, al contempo, la sostenibilità della finanza pubblica.
La transizione ecologica ed energetica degli immobili in Italia fa discutere. Da un lato ogni attore, politico e sociale, cerca di promuovere le proprie idee (e proposte) in vista della prossima legge di Bilancio 2024. Vedi le recenti proposte di CNA Costruzioni e di Anaepa Confartigianato.
In attesa delle Direttive europee
Dall’altro tutti cercano di prepararsi in vista dell’arrivo di almeno due direttive europee: quella sull’efficienza energetica in generale, appena pubblicata, e quella sulla nuova EPBD, alias Case Green, in via di pubblicazione in versione definitiva. Così è stato per il Governo che a fine luglio ha inoltrato a Bruxelles le proprie idee con il documento PNIEC. Non citiamo qui per ragioni di spazio le indicazioni delle forze politiche nazionali di cui pure abbiamo dato doverosamente conto nei mesi scorsi. In questo quadro è opportuno dare conto delle proposte di Ance racchiuse nello studio “La transizione ecologica degli immobili in Italia” che avevamo anticipato qui.
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11 punti Ance per la transizione ecologica
Le proposte di Ance prevedono un sistema di incentivi che permetterebbe di intervenire su circa 120.000 edifici ogni anno, con un costo annuo per lo Stato di circa 20 miliardi. Ecco le direttrici:
• Mantenimento della struttura di controlli, massimali, asseverazioni e qualificazione attualmente previsti per gli interventi del Superbonus;
• Orizzonte almeno decennale degli incentivi, per consentire una distribuzione degli interventi coerente con le scadenze previste in sede europea;
• Miglioramento energetico di almeno quattro classi per gli edifici ricadenti nelle attuali classi E, F e G;
• Miglioramento sismico di almeno una classe di rischio, nelle zone 1, 2 e 3;
• Mantenimento dell’attuale Sismabonus spettante per l’acquisto di unità immobiliari demolite e ricostruite in chiave antisismica, cedute dalle imprese che hanno eseguito l’intervento (cd Sismabonus acquisti);
• Mantenimento, a regime, dell’aliquota del 70% prevista per il 2024;
• Previsione di un’aliquota del 100% per i soli soggetti incapienti;
• Possibilità di cessione del credito o di sconto in fattura per i soli interventi di riqualificazione energetica e sismica di interi edifici;
• Interventi sugli edifici unifamiliari solo se destinati ad abitazione principale;
• Periodo di fruizione delle detrazioni in 5, 10 anni o 20 anni, a scelta del contribuente utilizzatore;
• Previsione di un Fondo di garanzia per l’erogazione di mutui “verdi” alle famiglie per il finanziamento della quota a carico degli interventi.
Ennio Braicovich