L’Unione europea raggiunge un accordo sul ‘Critical raw materials act’ che definisce 17 materie prime critiche per la doppia transizione, verde e digitale. Aggiunto all’ultimo momento l’alluminio. Protesta Face, la Federazione europea dei consumatori del metallo: atto insensato, aggiungere l’alluminio alle sanzioni dell’UE contro la Russia è un altro danno autoinflitto
Nei giorni scorsi Parlamento europeo, Consiglio UE e Commissione hanno raggiunto un accordo sul ‘Critical raw materials act’, la proposta di regolamento della Commissione europea sull’approvvigionamento di materie prime critiche necessarie per la doppia transizione, verde e digitale.
Materie prime critiche
L’accordo individua 17 materie prime critiche strategiche e pone obiettivi di estrazione, lavorazione e riciclo più elevati. Le materie prime critiche sono 34 ma solo 17 sono considerate strategiche. In realtà fino a poco tempo fa, erano 16. All’ultimo momento è stato inserito anche l’alluminio. L’elenco è importante perché verrà inserito all’interno del 12.mo programma di sanzioni alla Russia in via di elaborazione.
Protesta Face
“Aggiungere l’alluminio alle sanzioni dell’UE sarebbe un altro danno autoinflitto” dichiara in una nota Mario Conserva, segretario generale Face (Federazione Europea Consumatori di Alluminio). Face auspica che gli Stati membri dell’UE e la Commissione riflettano attentamente prima di aprire un altro vaso di pandora all’interno del nostro vasto arsenale sanzionatorio, facendo questa volta più male che bene alla nostra forza industriale e agli sforzi di decarbonizzazione – i due pilastri dell’obiettivo dichiarato dalla Presidente Von der Leyen di rendere l’Unione Europea “la prima potenza sostenibile del mondo”.
Campagna di lobbying
“L’alluminio – continua Conserva – è stato oggetto di una vigorosa e perseverante campagna di lobbying da parte dei concorrenti dei produttori russi e di alcune associazioni industriali. Alla fine è stato inserito nella proposta della Commissione per il 12° pacchetto di sanzioni UE. Abbiamo la sensazione che, sotto pressione, si sia voluto aggiungere a tutti i costi l’alluminio alla nuova proposta della Commissione, anche senza tener conto di conseguenze ben più indesiderate dell’efficienza energetica”.
Deficit di alluminio primario
L’Europa, rileva Face, ha un crescente deficit netto di alluminio primario, ora superiore all’84%. Nessuno prevede nuovi investimenti per la produzione di fusioni nel nostro continente e gli scenari più ottimistici di riciclaggio copriranno al massimo la metà del nostro fabbisogno di questo materiale sempre più richiesto. Invece dovremmo liberalizzare il commercio dell’alluminio grezzo, esentare l’alluminio a basso contenuto di carbonio (vedi news) dai costi eccessivi e inondare l’industria dell’alluminio dell’UE con incentivi in stile IRA e sovvenzionare massicciamente i prezzi dell’elettricità.
EB