Dalla rimodulazione del PNRR versione 2.0 passata con l’approvazione della Commissione spuntano quasi 3 miliardi in più: in totale sono 194,4. Solo 1,381 miliardi di euro da destinare all’efficienza energetica per case popolari, famiglie vulnerabili e giovani. Una cifra che già appare chiaramente insufficiente rispetto ai bisogni del Paese e dei 5 milioni di immobili in condizioni di povertà energetica.
Bruxelles ha approvato il PNRR versione 2.0. E’ sostanzialmente il restyling del primo PNRR versione Draghi con l’inserimento di 145 nuove misure e il recepimento del programma RepowerEU, per l’indipendenza energetica dalla Russia. Il Governo ottiene un’approvazione non scontata con un extra bonus. Grazie all’inserimento del programma REPowerEU ottiene dalla UE 194,4 miliardi anziché 191,5 ottenuti dal primo PNRR.
Nell’immagine in alto, il ministro Fitto illustra il nuovo PNRR
Il PNRR versione 2.0
Le Missioni del PNRR salgono da 6 a 7, con l’introduzione del nuovo capitolo REPowerEU, vedi qui il sito della Commissione. Le riforme, parte essenziale del PNRR e del percorso di modernizzazione del Paese, passano da 59 a 66. Le 7 nuove riforme, di cui 5 relative al capitolo REPowerEU, includono:
–Riordino degli incentivi alle imprese, con l’obiettivo di razionalizzare e fornire strumenti semplici ed efficaci al settore produttivo;
–Coesione, per estendere alle politiche di sviluppo e coesione l’approccio orientato ai risultati del PNRR;
–Testo unico per le procedure in materia di energie rinnovabili, per razionalizzare e semplificare il quadro normativo e autorizzativo;
–Riqualificazione dei lavoratori (pubblici e privati), per l’innalzamento delle competenze in materia di efficientamento energetico e produzione di energia da fonti rinnovabili;
–Riforma dei Sussidi Ambientalmente Dannosi (SAD) a partire dal 2026;
–Misure per ridurre i costi di connessione alle reti del gas per gli impianti di produzione di biometano;
–Strumenti per le imprese per ridurre il rischio finanziario legato all’acquisto di energia da fonti rinnovabili.
Fondi per le imprese
Tra le principali misure di investimenti inserite nel PNRR versione 2.0 alcune riguardano le imprese per 12,4 miliardi di euro.
Transizione 5.0: 6,3 miliardi di euro, attraverso lo strumento del credito di imposta, per sostenere la transizione verde e digitale delle imprese, come evoluzione di “Transizione 4.0”. La misura interessa i beni digitali (beni 4.0 materiali e immateriali), i beni necessari per l’autoproduzione e l’autoconsumo di energia prodotta da fonti rinnovabili e la formazione del personale in competenze per la transizione ecologica.
Supporto alle Piccole e Medie Imprese per l’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili: 320 milioni di euro per attivare un livello di investimenti pari ad oltre 600 milioni di euro. La misura prevede sovvenzioni alle PMI per l’acquisto di sistemi e tecnologie digitali per la produzione di energia da fonti rinnovabili per l’autoconsumo, lo stoccaggio e l’accumulo.
Supporto al sistema produttivo per la Transizione Ecologica, Tecnologie Net Zero e competitività e resilienza delle filiere produttive strategiche: 2,5 miliardi di euro per sostenere lo sviluppo delle filiere strategiche per la transizione verso un’economia a zero emissioni, l’efficienza energetica dei processi produttivi e la sostenibilità degli stessi.
Parco Agrisolare: 850 milioni di euro per le aziende agricole e di allevamento, per sostenere l’installazione di pannelli fotovoltaici, sistemi di gestione intelligente dei consumi elettrici ed accumulatori, nonché per incentivare la realizzazione di tetti energetici.
Nuovo Superbonus
In questo quadro il Governo istituisce un fondo di 1,381 miliardi di euro, in favore di famiglie a basso reddito e dei giovani, per l’efficientamento energetico degli immobili di edilizia abitativa pubblica e per i condomini. E’ il nuovo Superbonus. La misura è disegnata in modo da superare le criticità e le distorsioni generate dal vecchio superbonus, afferma il Governo. La somma stanziata appare chiaramente insufficiente rispetto ai bisogni degli immobili del Paese. Basti pensare che la riqualificazione energetica dei condomini sotto il Superbonus ha comportato un investimento medio, dati Enea, di 611mila euro.