Il 2° Rapporto Federproprietà – Censis verifica se e in che misura, in questo tempo difficile, la casa per gli italiani continua ad operare come fonte di sicurezza. Nonostante tasse, costi di gestione, calo demografico e tanti altri fattori di rischio. Sorprendenti le opinioni sulla classe energetica delle abitazioni e la Direttiva Case Green.
La casa di proprietà è ancora un sogno italiano, ma i costi lievitano. Per l’83% degli italiani la proprietà della casa significa sicurezza e stabilità, per il 69% è un investimento sicuro e il 50% dei proprietari vuole trasmetterla agli eredi. Sì alla direttiva Casa green per il 51%, ma per il 90% per realizzarla è indispensabile un aiuto economico dello Stato.
La casa per gli italiani
La casa, pilastro della sicurezza nonostante tutto. L’83,2% degli italiani considera la proprietà della casa in cui vive un fattore di sicurezza e stabilità. La pensano così il 76,9% dei 18-34enni, l’82,4% dei 35-64enni e l’89,3% delle persone con 65 anni e oltre. Per il 78,4% degli italiani la casa è espressione della propria identità e della propria personalità, per il 69,1% è un investimento sempre sicuro e il 50,0% dei proprietari dichiara che non venderà mai la propria abitazione perché vuole tramandarla in eredità ai figli o ai nipoti. I dati confermano che nella società italiana la casa di proprietà è ancora un pilastro della stabilità individuale e della coesione sociale. È quanto emerge dal 2° Rapporto Federproprietà–Censis «La casa nonostante tutto». Scaricalo qui
Fattori di rischio per il bene casa
Tuttavia, il presente è fatto più di ombre che di luci. Tasse, costi di mantenimento e disposizioni comunitarie sull’efficientamento energetico, da un lato, inflazione, rialzo dei tassi di interesse con relativa maggiore onerosità dei mutui dall’altro, hanno fragilizzato la funzione sociale della casa. Si addensano i fattori di rischio. Il Rapporto li enumera:
-il calo demografico;
-fragilità, instabilità, incertezza del lavoro che colpisce in un modo particolare le donne più giovani;
-impennata dei costi di gestione della casa (in un biennio saliti del 35% a fronte del costo della vita dell’8%);
-l’andamento del valore economico del bene;
-timore di nuove imposte;
– Direttiva Casa Green e preoccupazione delle famiglie per i possibili costi;
-la povertà economica e conseguente povertà energetica.
Sorprese positive
Nel Rapporto vi sono un paio di sorprese che definiremmo positive. La prima riguarda l’atteggiamento verso la classe energetica degli immobili. La classe energetica è ormai stata acquisita come uno dei requisiti alla base delle scelte immobiliari di gran parte dei futuri acquirenti. La seconda sorpresa riguarda l’opinione sulla Direttiva Case Green che sembra aver fatto presa sull’opinione pubblica. Ne sono al corrente circa i due terzi degli italiani. Ma su questo torneremo.
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