Come largamente previsto la Legge di Bilancio 2024 pubblicata in Gazzetta Ufficiale innalza all’11% la ritenuta d’acconto sui pagamenti per i lavori da bonus edilizi. Poca però l’attenzione per l’edilizia.
La Legge di Bilancio 2024, approvata dal Parlamento, è stata pubblicata sul Supplemento ordinario alla “Gazzetta Ufficiale„ n. 303 del 30 dicembre 2023. Nell’ultima votazione alla Camera la maggioranza è stata schiacciante: 200 sì, 112 no e 3 astenuti.
Al via la Legge di Bilancio 2024
Il titolo ufficiale del provvedimento è LEGGE 30 dicembre 2023, n. 213 “Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2024 e bilancio pluriennale per il triennio 2024-2026”. Entra in vigore, salvo quanto diversamente previsto, il 1° gennaio 2024. Prevede tantissime disposizioni. Sulle principali si sono ampiamente diffusi i grandi media: tv, radio e giornali e siti web. Sulle più importanti presto ritorneremo. Al momento ci siamo concentrati al momento su due provvedimenti di interesse per l’edilizia: la ritenuta d’acconto e le misure a favore del settore.
Ritenuta all’11%
Come anticipato qualche giorno fa qui, il testo finale della Legge di Bilancio al comma 88 dell’articolo 1 conferma l’aumento della ritenuta d’acconto sui pagamenti per i lavori agevolati da bonus edilizi dall’attuale 8% all’11%. Il testo recita:
88. All’articolo 25 del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, le parole: « del 8 per cento » sono sostituite dalle seguenti: « dell’11 per cento ». La disposizione di cui al presente comma si applica a decorrere dal 1° marzo 2024.
Quindi, da questa data su tutte le operazioni di pagamento dei lavori effettuate tramite banche o poste in maniera rintracciabile verrà sottratto immediatamente l’11% dell’importo che finisce direttamente nelle casse dello Stato. Una pesante sottrazione di liquidità dalle casse dei produttori e rivenditori che effettuano i lavori.
Trascurata l’edilizia
Abbiamo cercato la parola edilizia in tutto il testo della legge di Bilancio. L’abbiamo ritrovata 18 volte. L’unico dato di rilievo è rappresentato dai commi 282, 283 e 284 dove rinveniamo un provvedimento di grande interesse. Si tratta di una serie di interventi destinati ad affrontare il disagio abitativo sul territorio nazionale. Tre le azioni previste: recupero del patrimonio immobiliare esistente, riconversione di edifici aventi altra destinazione pubblica e realizzazione di progetti di edilizia residenziale pubblica tramite operazioni di partenariato pubblico-privato.
Tempi lunghi, fondi scarsi
Il primo passo sarà definire delle linee guida per la sperimentazione di modelli innovativi di edilizia residenziale pubblica. Il progetto è certamente degno di ammirazione. Tuttavia, esso delude per tempi e fondi. Infatti, il comma 284 prevede che per realizzare quanto previsto dai commi 282 e 283: “è istituito nello stato di previsione del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti il Fondo per il contrasto al disagio abitativo, con una dotazione di 100 milioni di euro, di cui 50 milioni di euro per l’anno 2027 e 50 milioni di euro per l’anno 2028”. Tempi lunghissimi e dotazione davvero scarsa per affrontare il grande disagio abitativo nazionale. Si poteva fare di più.
Dopo la stretta durissima effettuata sul Superbonus e sul Bonus 75% con il DL Superbonus, vedi qui, entrato in vigore ieri, speravamo di meglio.
EB