Il presidente Acmi, ing. Nicola Fornarelli condivide la contrarietà delle altre associazioni della Federazione Finco che operano nel settore delle finestre, delle protezioni solari e dei serramenti in genere. E afferma: “La ritenuta d’acconto non solo non va aumentata ma andrebbe abolita”.
Acmi, Assocostruttori Chiusure e Meccanismi Italia, l’associazione delle chiusure tecniche, valuta molto negativamente l’incremento all’11% della ritenuta d’acconto sui pagamenti per i bonus edilizi per la ristrutturazione e l’efficientamento energetico. E condivide la contrarietà delle altre associazioni della Federazione Finco che operano nel settore delle finestre, delle protezioni solari e dei serramenti in genere.
Acmi contro la ritenuta d’acconto all’11%
L’aumento percentuale della misura è previsto nelle bozze della Legge di Bilancio 2024, vedi news. Esso trae origine dal DL 78 del 31 maggio 2010 che la introdusse al 4% (innalzata all’8% nel 2015) motivandola con la necessità di un controllo preventivo per scongiurare eventuali truffe all’Erario da parte di contribuenti infedeli.
L’entrata in vigore nel 2019 dell’obbligo della fatturazione elettronica ha eliminato il rischio di azioni fraudolente dei contribuenti. Gli operatori del settore si aspettavano (ed hanno più volte richiesto) la cancellazione dell’obbligo di versamento della ritenuta d’acconto che penalizza fortemente le aziende che operano in Italia con una stabile organizzazione.
Un vantaggio per le aziende non residenti
In effetti, segnala Acmi, le aziende straniere non residenti e non dotate di conto corrente bancario in Italia che operano nel settore. Le quali, pur godendo delle agevolazioni fiscali previste dai bonus, possono eludere la misura e non sono penalizzate da quello che viene vissuto come un iniquo balzello dagli operatori “residenti” in Italia.
Il presidente Acmi: abolire la ritenuta
Innalzare all’11% la ritenuta d’acconto va ad erodere ulteriormente, dal punto di vista finanziario, gran parte del margine operativo delle aziende “regolari”. Si crea così una disparità concorrenziale sul mercato dovuta alla riduzione della liquidità disponibile alle aziende stesse.
In conclusione il presidente Acmi, ing. Nicola Fornarelli evidenzia: “La ritenuta d’acconto, dunque, non solo non va aumentata ma andrebbe abolita. Oppure, per un’equa concorrenza, si dovrebbero escludere dall’accesso alle detrazioni gli operatori che possono eludere gli oneri legislativi a carico delle imprese che sono tenute a pagarla”.