A Monaco di Baviera, a metà aprile, si tiene la BAU, la fiera internazionale dell’architettura, dell’edilizia, dei materiali e dei sistemi costruttivi per le nuove costruzioni e per il rinnovo: 19 padiglioni su oltre 200mila metri quadrati.
Dopo quattro anni di assenza causa pandemia, ritorna alla grande la BAU di Monaco di Baviera, fiera preminente, a livello internazionale, per l’architettura e l’edilizia. L’ultima edizione, quella del 2019, aveva superato ogni record per numero di espositori -2280- provenienti da 45 nazioni, e per metri quadri espositivi – 200 mila – collocati su 19 padiglioni. Primi tra gli espositori esteri gli italiani con 143 aziende. Secondo gli austriaci con 121 espositori, terzi i turchi con 65, quindi i polacchi con 53, i cinesi con 49 e gli svizzeri con 44. E poi tutti gli altri.
Chi visita la BAU
Oltre 250 mila i visitatori di cui un terzo proveniente da fuori Germania. Primi gli austriaci con 11036 visitatori, quindi gli svizzeri con 5386 presenze. Terzi gli italiani con 5262. Oltre 9 mila i visitatori dall’Estremo Oriente, quasi 4mila dal Medio Oriente, quasi 1500 dal Nord America, oltre 1200 dall’Africa e quasi 500 dall’Australia. Uno straordinario spaccato mondiale degli operatori dell’edilizia, che fa sì che la BAU sia considerata la fiera mondiale delle tecnologie edilizie, rilevante luogo di incontri e di relazioni oltre che di esposizioni. Nonostante i 4 anni di vuoto, l’edizione 2023 non dovrebbe tradire.
Mercato spezzato
Per quanto riguarda il mondo dei serramenti, la BAU si suddivide il mercato, se così si può dire, con il Fensterbau di Norimberga. Volendo essere manichei, ma non lontani dal vero, si potrebbe dire che a Monaco si ritrova il mondo dell’alluminio e dell’acciaio e che a Norimberga il pvc e il legno fanno da padroni di casa. Da un lato l’edilizia commerciale e industriale, dall’altro il residenziale. Questo è un ritratto scolpito con l’accetta ma è abbastanza veritiero. In ogni caso, visto che la promiscuità tra i materiali e tra gli operatori sta aumentando in maniera esponenziale ci sentiamo di consigliare a chi vuole scrutare il futuro qualunque sia il suo ruolo e la sua azienda di fare una capatina alla fiera di Monaco. Non ne rimarrà deluso.
I temi di fondo della BAU
Tema n. 1 sarà il cambiamento climatico e le sue conseguenze sul pianeta. Il climate change è una sfida per l’industria delle costruzioni. Il 40% delle emissioni dei gas a effetto serra proviene dalle costruzioni e quindi le pratiche costruttive che riducono le emissioni, come i cappotti termici, i serramenti e i vetri di nuova generazione, le energie rinnovabili rappresentano strumenti per combattere il cambiamento climatico. Altro tema di fondo di grande rilievo è quello delle risorse e del riciclo cui viene dedicato l’Innovation Hub alla Hall B0, assieme alle costruzioni modulari prefabbricate e ai processi edilizi innovativi. Infine, inevitabile nella sua pervasività, la digital transformation. Credetemi, la troverete dappertutto. E poi, sopratutto, dopo tanto parlare di crediti fiscali e sconto in fattura, apprezzare le belle e utili tecnologie dell’architettura e dell’edilizia ci farà solo del bene all’animo.
(continua)
Ennio Braicovich