Mentre la tempesta del controverso bonus 75% con sconto in fattura e cessione) investe tutta l’edilizia, l’Agenzia delle Entrate, pur sollecitata da quasi 2 mesi non risponde ai tanti interpelli. Curiosamente assente pure il MEF, che però si fa vivo surrettiziamente attraverso l’intervista di Enrico Zanetti, consigliere del ministro Giorgetti, a ItaliaOggi. Il cui vero senso è: lavorate, lavorate con le leggi di oggi che sono ancora molto generose. Poi, vedremo come sistemare i bonus edilizi. Un panorama dell’attuale situazione. In tanto, si passa dallo sconto largo al largo allo sconto.
A che punto è la querelle sul bonus 75% con sconto in fattura per il superamento delle barriere architettoniche?
Da un lato il partito della prudenza, dall’altro quello dell’“audacia” con il coltello tra i denti. E in mezzo i rassegnati costretti a dar battaglia nonostante che questo corso delle cose non piaccia.
Il bonus 75% con sconto in fattura
Antefatto. Ad aprile un paio di produttori, sono partiti con le loro centinaia di rivenditori in maniera molto garibaldina sul bonus 75% con sconto in fattura per gli infissi quale intervento di superamento delle barriere architettoniche. La mossa ha suscitato l’entusiasmo dei loro rivenditori abbattuti, come gli altri, dal DL 11 che ha abolito lo sconto in fattura e dal conseguente crollo del mercato. E sono ripartiti subito galvanizzati dall’escamotage giuridico-fiscale nonché finanziario perché dietro l’operazione ci vuole la società verificatrice dei crediti fiscali come pure una bella banca d’appoggio. Dall’altra parte, gli altri rivenditori e i serramentisti che si sono visti diradare ancor più le visite ai loro showroom, visite che già erano crollate. Quindi, un settore dei serramenti diviso per l’incertezza giuridica e fiscale. Ritorniamo a fare il punto della situazione a tre settimane di distanza dalla puntata precedente. E le novità sono parecchie.
Il partito della prudenza
Il 1° giugno interviene Unicmi diffondendo il Vasistas [6.2023] Bonus Barriere Architettoniche 75% “Le detrazioni fiscali negli interventi inerenti all’abbattimento delle barriere architettoniche”. In premessa generale al presente documento, Unicmi segnala che “l’interpretazione attualmente circolante che “sponsorizza” il bonus barriere architettoniche 75% non pare conforme alle intenzioni del legislatore… reintroducendo di fatto lo sconto in fattura per questi prodotti e addirittura aumentato la detrazione al 75%. Fino a quando il Legislatore, attraverso l’Agenzia delle Entrate, non chiarirà compiutamente i margini di applicazione del bonus barriere architettoniche del 75%, Unicmi consiglia la massima prudenza nell’utilizzo di tale agevolazione fiscale”.
E le motorizzazioni?
Il documento è al solito ben fatto e argomentato e largamente condivisibile. Tuttavia, a pag. 24 delle 26 del documento, quello che a noi appare uno scivolone suggerisce di non far rientrare tra gli interventi agevolabili l’intervento di motorizzazione serramenti/chiusure oscuranti/schermature solari esistenti. Il riferimento legislativo è il DM 236 del 1989, epoca in cui le motorizzazioni per i serramenti non esistevano che per pochi e ricchi. Oggi sono interventi alla portata di moltissimi. È palese a tutti che la motorizzazione di una tapparella o una porta è intervento di superamento delle barriere architettoniche.
Del resto, lo dice la stessa Guida dell’AdE “Le agevolazioni fiscali per le persone con disabilità” : “La detrazione spetta anche per gli interventi di automazione degli impianti degli edifici e delle singole unità immobiliari funzionali ad abbattere le barriere architettoniche…”. Impianto è anche il circuito che collega un cavo alimentato da corrente elettrica, un interruttore/telecomando, una motorizzazione e una tapparella o una porta o una schermatura solare.
La posizione di CNA e Confartigianato
Allineata al partito della prudenza è CNA Produzione che per bocca del presidente dei serramentisti Mauro Sellari ci ha riconfermato di essere sempre in attesa da parte di chiarimenti dell’AdE. Non abbiamo visto prese di posizione ufficiale di Confartigianato ma sulle pagine internet delle associazioni territoriali abbondano i riferimenti al 75%. In particolare Anaepa, l’associazione delle piccole imprese edili che fa capo a Confartigianato, offre ampio spazio all’agevolazione.
In arrivo l’interpretazione autentica?
Tra i prudenti, inaspettatamente, è pure l’esperto Paolo Ambrosi di AmbrosiPartner, molto addentro alle cessioni fiscali, che ci confida: “A me consta che un partito dell’attuale maggioranza di governo ha approntato un provvedimento di interpretazione autentica del bonus 75% che verrebbe limitato ad ascensori e montacarichi. Non c’è nessuna intenzione di riaprire i cordoni della borsa con lo sconto in fattura per gli infissi, i bagni, gli impianti elettrici, i pavimenti. Il governo non è stato ancora investito del problema perché attualmente è alle prese con altre emergenze (Romagna, PNRR, migranti…). Se passasse la linea che citavo, significherebbe che i rivenditori e i serramentisti che applicano lo sconto in fattura si ritrovano con un boomerang in casa che potrebbe costringerli a chiudere i battenti”.
L’Agenzia delle Entrate non risponde
E’ evidente che in tale frangente l’Agenzia delle Entrate non sappia che pesci pigliare e preferisca attendere che sia l’esecutivo a togliere la castagne dal fuoco. Quando sa che sta per arrivare un provvedimento dall’alto, prudentemente preferisce star zitta.
Sempre Ambrosi: “In ogni caso non oso pensare che l’advisor fiscale di BancaIntesa abbia dato il via libera all’acquisto dei crediti fiscali per il superamento delle barriere architettoniche senza un tacito via libera dall’AdE. Di ufficiale però non c’è nulla”. E ammonisce: “Attenzione ai decreti legge improvvisi come il DL 11 che potrebbe lasciare tanti in braghe di tela. Pensiamo a un rivenditore che oggi, gasato come non mai, continua a vendere infissi con il bonus 75%. In caso di blocco, magari retroattivo finirebbe molto male trascinando con sé i clienti e i fornitori. Tanti produttori sono spaventati. Se dicono ai loro rivenditori di non vendere con il bonus 75% con lo sconto, diventa una tragedia perché i rivenditori ritengono che andranno subito fuori mercato. Se dicono di applicarlo e poi il governo lo blocca, rischiano di finire loro sulla graticola”.
Rischio elevato per i rivenditori
Come già successo in passato, il Governo potrebbe rilasciare un’interpretazione autentica che salomonicamente approva, alla luce della mancanza di chiarezza fiscale, ciò che è stato fatto in passato e blocca il bonus dall’oggi al domani. O magari lo blocca per gli interventi parziali come infissi, bagni, impianti elettrici, pavimenti. Poi si tirerà fuori la solita dichiarazione autentica sostitutiva di atto notorio con cui tutti giurano e spergiurano di aver promesso e fatto. Cose che ben conosciamo.
“In coscienza -conclude Ambrosi – non me la sento di dire ‘provateci e rischiate’. Invece mi sento di dire di aspettare le risposte agli interpelli dell’AdE che devono arrivare. In senso assoluto non c’è fretta visto che il bonus 75% dura fino alla fine del 2025“.
Una posizione intermedia
E’ quella assunta dall’associazione Unicedil che scrive: “… consigliamo di utilizzare la necessaria prudenza, soprattutto laddove non si è trovata una soluzione per la successiva cessione dei crediti derivante dal bonus. Anticipando il 75%, il rischio di illiquidità diventa reale e concreto nell’ambito della gestione del ciclo finanziario dell’impresa. A questo si aggiunge l’incertezza, per eventuali cambi normativi, che successivamente potrebbero mettere in seria difficoltà gli operatori”. E suggerisce: “In questa situazione, come associazione consigliamo, almeno per il momento, un approccio più cauto suggerendo l’utilizzo del bonus barriere, senza far ricorso allo sconto diretto in fattura, ma optando per un recupero in 5 anni del 75% della spesa sostenuta”.
Un’opzione che richiede però una certa capienza fiscale da parte del cliente finale a meno che non sia lo stesso produttore o rivenditore a rilevare il credito direttamente senza ricessione.
Sul fronte Bonus 75% con sconto
Diciamo pure che a far pendere l’ago della bilancia a favore dello sconto in fattura nel settore serramenti sono stati altri fattori:
-l’azione pervicace di Deloitte che fin dal primo momento si è detta favorevole al bonus 75% con sconto anche per gli interventi parziali, ma con asseverazione, vedi news;
-il silenzio dei politici;
-l’apertura di BancaIntesa;
-l’accordo dei due produttori stranieri e poi degli italiani come il Gruppo Piva e altri;
-l’azione efficacissima dei rivenditori pro-sconto;
-un articolo dello speciale Norme & Tributi Plus de Ilsole24Oredel 22 Maggio 2023, a firma di Giuseppe Latour dal titolo inequivocabile: “Chance a sorpresa: per sostituire le finestre c’è il bonus barriere fino al 75%”. Sottotitolo chiarissimo: Mantenendo anche in futuro la possibilità di utilizzare cessione del credito e sconto in fattura. Il sommarietto esplicita: “Sostituire gli infissi di casa e accedere al bonus barriere architettoniche. Incassando, così, un’agevolazione più alta, dal 50% dell’ecobonus al 75%, ma soprattutto mantenendo anche in futuro la possibilità di utilizzare cessione del credito e sconto in fattura, come previsto dalla legge di conversione del decreto cessioni (Dl n. 11/2023)”.
Sconto largo, largo allo sconto
Sul fronte del bonus 75% con sconto in fattura ci sono oramai tutti gli operatori della edilizia, dalle imprese agli ascensoristi, dagli impianti elettrici a quelli dei bagni, degli infissi, serramenti e delle tende. Vedi il recente accordo di Gibus, produttore di pergole, schermature solari e tende, con Crèdit Agricole per la ricessione dei crediti fiscali legati al Superbonus e ad altri bonus edilizi.
Anche il noto produttore marchigiano di porte per interni ha raggiunto un accordo con BancaIntesa per la ricessione dei crediti. E concederebbe ai rivenditori top un plafond di 200mila euro, in cui inserire gli ordinativi di porte ma anche di finestre altrui.
Il clima tra i rivenditori
La situazione è tale che sul fronte dei rivenditori indipendenti il consulente di alta direzione Gianni Ricci di Mikaline afferma: “Sento che sono tutti imbarazzati. Personalmente, con i miei occhi, ho visti parecchi rivenditori studiare i testi di legge come il DM 236 per capirne di più e per sapere come fare. L’idea del bonus 75% non piace a molti. Anzi a tanti. Tuttavia, si sentono fortemente svantaggiati rispetto ai colleghi che praticano lo sconto al 75% e pensano di perdere terreno. Magari hanno pure il cassetto fiscale vuoto e perciò sono molto tentati dall’idea di offrire lo sconto a qualche cliente qua e là. Da notare che parecchi hanno capacità fiscale, a volte molto elevata, che li rende in grado di tenersi i crediti dei clienti a proprio carico per 5 anni, il che facilità le operazioni senza la necessità di ricorrere una banca”.
Tecnico abilitato e Allegato A
Il consulente Giovanni Tisi, all’inizio scettico sullo sconto per i soli infissi, sottolinea che “oramai tutti hanno compreso per esercitare l’opzione dello sconto ci vuole l’asseverazione del tecnico abilitato. Non dovrebbe esserci problema visto che con la caduta del 110% ci sono tanti asseveratori in giro. Però solo sabato l’altro la piattaforma XBonus di Deloitte richiede l’asseverazione. E chiede pure la verifica prezzi con il rispetto dell’Allegato A”.
Nel campo dei serramenti in generale vi sono ancora alcuni punti deboli. Sempre Tisi: “Vedi i maniglioni che difficilmente potranno essere azionati con una forza inferiore a 8 kg, come pretende il decreto ministeriale 236. L’altro punto debole sono i serramenti con gli spigoli appuntiti che dovranno essere protetti da paraspigoli adeguati”.
Attenzione al cambio di regime
I meccanismi di apertura e chiusura, dice il DM 236, devono essere facilmente manovrabili e percepibili. Le ante mobili devono poter essere usate esercitando una pressione non superiore a kg 8. Nelle finestre lo spigolo vivo della traversa inferiore dell’anta apribile deve essere sagomato o protetto per non causare infortuni. Il che metterebbe in difficoltà i serramenti in alluminio. Qualcuno chiede pure se lo sconto al 75% valga pure per le motorizzazioni per le tende da sole. L’esperto non dice di no a patto che nell’appartamento siano stati o verranno fatti altri lavori di eliminazione delle barriere architettoniche.
Consiglio prezioso di Tisi in caso di repentino cambio di regime vuoi da AdE vuoi dal Governo: “Raccomando a tutti di mettere subito nero su bianco offerte, ispezioni, preventivi e contratti, magari utilizzando, laddove si può, la PEC che non può essere contestata”.
I gammisti e il Bonus 75% con sconto
Anche i gammisti si stanno adeguando lentamente al corso imperante. Vedi Alessandro Brignach di Gealan, azienda che assieme a Veka ha rinnovato l’accordo con Banca Intesa. “Onestamente -afferma- non ci piace il bonus 75% con lo sconto ma abbiamo dovuto adeguarci vista la grande pressione sui nostri clienti serramentisti esercitata dai rivenditori di porte e finestre. A parte gli aspetti etici, c’è sempre da domandarsi che senso abbia un intervento parziale come quello degli infissi quando il resto dell’appartamento non è conforme”.
La direzione del mercato
Anche Fresia Alluminio ha aperto sul fronte del bonus 75% con sconto grazie all’accordo con un certificatore di crediti fiscali e con la multiutility Iren che li rileva. Nei prossimi giorni organizza due eventi dal vivo per i clienti serramentisti. Il primo è fissato per il 16 giugno 2023 a Volpiano (Torino) presso la sede dell’azienda. Il secondo per il 23 giugno in un hotel di Vado Ligure (Savona). Sintetizza efficacemente Valentino Fresia: “Tutti siamo contro il bonus 75% con lo sconto ma il mercato ha preso un’altra direzione e non puoi farci molto”. Inutile resistere, insomma. E pure il maggior gammista italiano dell’alluminio si dice pronto alla nuova sfida.
Sconto anche per interventi parziali
Marco Rossi, presidente di Anfit, l’associazione a tutela della finestra made in Italy, ci preannuncia in anteprima il rinnovo dell’accordo con Banca Intesa per la ricessione dei crediti anche da Bonus 75% con sconto in fattura. E poi apre uno spiraglio sull’atteggiamento dei politici: “A noi hanno detto in maniera molto chiara di andare avanti. Politici molto addentro sui bonsu fiscali si sono resi conto di aver sbagliato con l’arrivo repentino del DL 11 che ha bloccato il mercato dell’edilizia, ivi compresa la serramentistica”. Peraltro, occorre notare che una serie di operatori dei settori ascensori e dei bagni applicavano già da prima lo sconto in fattura sul bonus 75% per interventi parziali”. Nulla di strano se di fronte alla crisi generata dal DL 11, anche aziende degli altri settori dell’edilizia vogliano applicare pure loro questa ulteriore agevolazione.
L’intervento dovrebbe essere globale
In effetti riflette Rossi: ”L’intervento globale per me sarebbe quello giusto. Inutile mettere in regola i serramenti o i pavimenti se poi il bagno o l’accesso all’appartamento sono impossibili per i disabili. Noi abbiamo fatto le nostre verifiche e sembra proprio che il 75% con lo sconto si possa fare. Del resto, c’è una pressione enorme da parte dei rivenditori per le note ragioni. Certamente lo sconto in fattura con l’ecobonus al 50% era la soluzione più lineare e migliore. Anche per lo Stato. Ragionando sul medio e lungo periodo sono convinto che Governo e Parlamento dovrebbero mettere mano a tutti i bonus. Il prima possibile. Occorre avere certezze e interpretazioni coerenti per clienti, operatori e lo Stato stesso”.
La forza del mercato
Queste rivelazioni collimano perfettamente con il senso dell’intervista data ad ItaliaOggi da Enrico Zanetti, braccio destro del ministro Giorgetti. Ossia andate avanti, lavorate, lavorate che poi vedremo. In attesa sempre del solito decreto legge, magari con valore retroattivo, che metterà molti a terra. A questo punto, come dice qualcuno, il mercato ha preso un’altra direzione e non puoi farci molto. A questo punto non c’è più querelle, non c’è più storia. In attesa del prossimo DL..
Ennio Braicovich