All’interno delle 424 pagine del PNIEC, Piano Nazionale Integrato Energia e Clima, inviato a Bruxelles per approvazione, stanno scritte le idee del Governo sulla riforma dei bonus edilizi di cui si parla tanto in questo momento.
Non c’è dubbio che uno degli argomenti caldi in questo momento per l’edilizia è quello del futuro dei bonus edilizi. Un tema su cui si stanno esprimendo ultimamente sia esponenti politici che associazioni, come si è visto spesso su queste pagine. In tanti si stanno chiedendo quali siano le idee del Governo in merito alla riforma dei bonus edilizi. Ebbene, in maniera abbastanza sorniona, l’esecutivo ha fatto trapelare le proprie intenzioni in merito attraverso la proposta del PNIEC, Piano Nazionale Integrato Energia e Clima, che è stata inviata qualche giorno fa alla Commissione europea, vedi news. Così hanno fatto o stanno facendo tutti gli Stati membri dell’Unione.
Il PNIEC svela i piani del Governo
Il PNIEC, sigla abbastanza orrenda, è stato redatto dal MASE, Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, con il supporto di GSE, RSE, Ispra, Enea, PoliTo e PoliMi. E ha visto il coinvolgimento di altri 5 ministeri: MEF, MIT, MIMIT, MUR e MASAF. Esso stabilisce gli obiettivi nazionali al 2030 sull’ efficienza energetica, sulle fonti rinnovabili e sulla riduzione delle emissioni di CO2. Esso delinea le misure che saranno attuate per assicurarne il raggiungimento degli obiettivi. Tra le misure vi appaiono anche le detrazioni fiscali che favoriscono gli interventi di efficientamento energetico on edilizia.
Quale futuro per i bonus fiscali?
A pag. 231, all’interno del paragrafo Dimensione dell’efficienza energetica, troviamo due paginette e mezzo dedicate alle Detrazioni fiscali per la riqualificazione energetica e il recupero del patrimonio edilizio. Vi si inquadra lo stato attuale delle detrazioni, si individuano le linee evolutive previste e si stimano i risparmi energetici conseguibili. Così scrive il PNIEC
“Al fine di rispondere agli sfidanti obiettivi per il settore residenziale al 2030 e al 2050 previsti dalle nuove direttive EED e EPBD (c.d. Case green) in corso di approvazione e dal presente Piano…, si prevede l’attuazione di una riforma generale delle detrazioni, che affronti con un approccio integrato ed efficiente le opere di riqualificazione degli edifici residenziali esistenti e superi l’attuale frammentazione delle varie detrazioni ad oggi attive”.
Durata decennale
Sempre il PNIEC:
“La riforma del quadro normativo, pertanto, riguarderà congiuntamente tutti gli aspetti citati, prevedendo diverse aliquote di detrazione, in funzione delle performance generali raggiunte dall’edificio, da ottenere attraverso interventi con vari livelli di priorità. La riforma dovrà avere una durata almeno decennale per rispondere agli sfidanti obiettivi previsti per il settore residenziale”.
Gli obiettivi
La riforma sarà indirizzata prevalentemente alle unità immobiliari soggette all’obbligo della direttiva Case green (prime case, unità immobiliari con classe energetica bassa, situazioni di povertà energetica ed edilizia residenziale pubblica, etc.).
Dovrà garantire aliquote distribuite in un massimo di 10 anni e ammettere interventi sia singoli, sia di riqualificazione energetica profonda (combinazione di più interventi).
Le aliquote dei bonus fiscali
La riforma dei bonus fiscali dovrà garantire i benefici secondo una aliquota ridotta per interventi singoli e, per gli interventi di riqualificazione energetica profonda, poche aliquote crescenti in funzione della performance energetica raggiunta, tenendo anche conto delle performance sismiche per le aree ad alto rischio. Gli interventi energetici saranno “trainanti” rispetto a tutti gli altri interventi, che beneficeranno della medesima aliquota.
Obiettivo è garantire costi massimi specifici omnicomprensivi sia per singoli interventi, sia per interventi di riqualificazione energetica profonda, di semplice verifica e univoci per l’intero territorio nazionale.
Strumenti finanziari a supporto
La riforma, citiamo, dovrà essere affiancata da strumenti finanziari di supporto, ad esempio finanziamenti a tasso agevolato, anche a copertura totale dei costi di investimento, e cessione del credito, con condizioni di favore per le persone in condizioni di povertà energetica. Non si parla di sconto in fattura ma il passo è breve. La copertura totale dei costi riecheggia inevitabilmente il Superbonus limitato al 100%. Il che è pure previsto dalla imminente direttiva EPBD, detta pure Case Green, vedi news.
Risparmi energetici conseguibili
A pag. 232 rinveniamo un’affermazione decisamente sorprendente: “I risultati ottenuti dall’attivazione dello strumento a oggi sono stati notevoli”. Lo strumento, non esplicitato, dovrebbe essere il meccanismo delle detrazioni fiscali. Tali risultati permettono di stimare il potenziale di risparmio del meccanismo negli anni futuri e fino al 2030. In Figura 36, vedi qui sotto, si riporta la stima dei risparmi annui conseguibili fino al 2030, considerando gli apporti connessi alle misure vigenti, ovvero quelli derivanti da nuovi investimenti stimolati dalla citata riforma.
Il lavoro passato sui bonus edilizi
Insomma, vien da dire, nonostante qualche sbandata passata in tema di agevolazioni fiscali in edilizia, un buon lavoro è stato fatto finora in tema di agevolazioni fiscali per il risparmio energetico e va proseguito. Così afferma il MASE assieme ai cinque ministeri coivolti nella stesura del PNIEC. C’è del buono in questo documento anche se inevitabilmente qualche dato rimane fumoso, come ad esempio, la misura delle aliquote. Ma quello sarà il terreno di contesa tra il MEF, i politici, le associazioni, l’opinione pubblica e i consumatori.
Ennio Braicovich
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