Seconda Parte. Prosegue la riflessione sul dibattito innescato dall’arrivo della Direttiva Case Green. Non avrà solo vantaggi energetici, occupazionali e di minori emissioni di CO2 ma produrrà anche un netto miglioramento della qualità dell’aria. Un problema specie per il Nord Italia ma anche per tanti centri urbani del Centro e del Sud. Ragionamenti su che cosa possa fare ora il settore dell’edilizia e il comparto della serramentistica.
Seconda Parte, qui la prima. Naturalmente, i critici della Direttiva Case Green tendono a trascurare i risparmi energetici per famiglie e imprese che essa potrà produrre. Sono aspetti fondamentali per una nazione con scarse fonti di energia e che ne importa tantissima. Le spese energetiche delle famiglie per riscaldamento e condizionamento sono molto importanti visto che tre quarti dei nostri immobili sono nelle tre peggiori classi energetiche G, F e E, vedi news. Inoltre, i critici sottovalutano ampiamente la qualificazione del patrimonio immobiliare e la sua rivalutazione, anche dal punto di vista economico, che ne scaturirebbe. Ovviamente, non parlano mai della riduzione delle emissioni di CO2 e di gas che alterano il clima, un problema di cui molti sono ormai consapevoli.
Qualità dell’aria
Oltre tutto ciò c’è infine un aspetto che moltissimi dimenticano. E’ la qualità dell’aria, soprattutto nel Nord Italia, dove quattro regioni sono fortemente colpite dall’inquinamento atmosferico. La scarsa qualità dell’aria è determinata principalmente dal riscaldamento e dal traffico veicolare. Ovvero, case energeticamente inefficienti e veicoli inquinanti. La Commissione europea sta avviando una procedura per il mancato rispetto della direttiva sulla qualità dell’aria. Ci sono ancora troppi sforamenti di Pm10 e Pm 2.5, le polveri sottili rappresentate da ossidi di zolfo e di azoto, ammoniaca e composti organici volatili. La Corte di giustizia ha riconosciuto l’Italia colpevole nel 2020, con una sentenza che non è mai stata rispettata.
La salute conta
Una scarsa qualità dell’aria significa decine di migliaia di morti ogni anno e innumerevoli malattie cardiovascolari, polmonari ed epidermiche. L’Italia è stata messa sotto accusa almeno dal 2010 e poco o nulla è stato fatto da sindaci e regioni. È un grave ritardo che colpisce le regioni più ricche del paese, che difficilmente potrà essere risolto con il semplice rallentamento del traffico cittadino a 30 km all’ora, di cui si parla in molti comuni. È certamente più facile mettere su strada la polizia locale e far controllare che tipo di motore hai piuttosto che mandare i tecnici comunali, casa per casa, condominio per condominio, a controllare l’efficienza degli impianti di riscaldamento.
Casa, bene sociale
C’è infine un concetto di un certo interesse che comincia a diffondersi in molti ambienti. La casa è certamente un bene di proprietà. Tuttavia la progettazione e la costruzione di questo bene produce delle conseguenze sul corpo sociale non indifferenti. Se progettata e costruita bene, produrrà effetti benefici. Se sarà progettata e costruita male, potrà produrre disastri. Mgari per decenni se non addirittura centianaia di anni. La casa non è un bene a proprietà assoluta ma è un bene a sovranità limitata. Le leggi servono a ribadire questo concetto.
Comunicazione sulla Case Green
Ora si resta in attesa dell’approvazione definitiva della Direttiva, della sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale europea e del suo recepimento con una legge italiana. Parallelamente, è necessario pensare a un piano a medio e lungo termine anche per i bonus fiscali che devono – come chiaramente indicato dalla Direttiva – accompagnare il provvedimento. Che cosa può fare il mondo dell’edilizia? Oltre all’indispensabile e preziosa azione di lobby positiva delle associazioni e federazioni su Governo e Parlamento, ritengo che ognuno dovrebbe fare la propria parte. Spetta a ciascuno di noi, alle aziende, alle associazioni, informare pazientemente e correttamente i consumatori e i decisori che la Case Green, se fatta bene, potrà portare del bene a tutti.
Ennio Braicovich