Un articolo del quotidiano Le Monde rilancia la polemica parigina tra progettisti e utenti e il Ministero della Cultura a proposito delle chiusure oscuranti per le facciate dei palazzi della capitale francese. Gli uni vorrebbero adottare persiane e scuri contro le ondate di calore mentre gli architetti del Ministero che vi si oppongono per tutelare il patrimonio della capitale. Il 97% degli edifici di Parigi sono sottoposti a vincoli storici e architettonici e buona parte di essi sono privi di chiusure oscuranti in quanto costruiti in un’epoca in cui il clima dominante era temperato e non così caldo come avviene oggi.
Quella delle chiusure oscuranti per i palazzi di Parigi è una polemica che cova sotto la cenere da anni.
Chi è il colpevole
Forse non ci crederete ma il colpevole della vicenda sono i cambiamenti climatici, le ondate di calore e il forte aumento delle temperature registrati anche nel nord della Francia. Ieri la polemica è riesplosa con un lungo articolo di Véronique Chocron apparso sull’autorevole quotidiano Le Monde. Per meglio comprendere il dibattito infuocato, anche sui social, occorre sapere che il 97% degli edifici di Parigi sono sottoposti a vincoli storici e architettonici. Buona parte di essi sono privi di chiusure oscuranti in quanto costruiti in un’epoca in cui il clima dominante era temperato e non era così caldo come oggi. Peraltro, persiane, scuri e avvolgibili sono ben diffusi nel centro e nel sud della Francia e fanno parte del paesaggio architettonico del paese. E sono presenti anche a Parigi, come mostrano le foto qui sotto.
Mancano le chiusure oscuranti
Qualche settimana fa, in piena canicola, la deputata ecologista di Parigi, Sandrine Rousseau, scriveva su X, l’ex Twitter: “Oggi a Parigi ci saranno tra 35°C e 40°C. Molti edifici in cemento non hanno persiane alle finestre. Lì vivono famiglie, bambini, malati. Il riscaldamento globale sta accelerando e non abbiamo nemmeno le persiane… Solo le persiane”. Il messaggio, pur essendo oggetto di scherno e di migliaia di commenti beffardi, raggiungerà i 2 milioni di visualizzazioni.
Il Comune di Parigi vorrebbe…
Per quanto strano ci possa sembrare a noi mediterranei così abituati a scuri, persiane, avvolgibili, insomma le chiusure oscuranti, l’installazione delle persiane a Parigi fa dibattito. Il tema emerge molto di frequente, scrive la giornalista, durante le riunioni che il Comune di Parigi dedica all’efficientamento energetico degli edifici. Così il vicesindaco con delega alla transizione ecologica e al piano climatico, Dan, Lert constata: “Il comfort estivo e l’abitabilità degli immobili residenziali durante le ondate di caldo sono temi che ritornano sempre di più. Parigi è una città molto urbanizzata, costruita in un clima temperato – che non è più il clima attuale – quindi gli edifici non sono adatti ad affrontare le condizioni odierne”.
L’efficacia delle chiusure oscuranti
Ma gli scuri, le persiane, le tapparelle, sono veramente efficaci nel contrastare le ondate di calore? Secondo l’Agenzia francese per l’Ambiente e la Gestione dell’Energia (Ademe) la presenza delle persiane permette di ridurre la temperatura interna di 2°C quando la temperatura esterna è massima. Chiudere le persiane durante il giorno “può ridurre il fabbisogno di aria condizionata del 60%”, aggiunge Ademe. Questa soluzione semplice, meno costosa di altri interventi di ristrutturazione termica, resta tuttavia soggetta ad autorizzazione urbanistica. Potrebbe quindi incontrare il rifiuto da parte degli Architetti degli edifici francesi (ABF), controllati dal Ministero della Cultura, responsabile della tutela del patrimonio della capitale.
Il Piano persiane
La città di Parigi cerca di andare avanti sul fronte della ristrutturazione, giocando la carta della consultazione con gli architetti degli edifici francesi. Così nella bozza del piano climatico 2024-2030 ha incluso un “Piano persiane e occultamento” volto a combattere il surriscaldamento estivo. Votato nel dicembre 2023, il Piano dovrebbe essere adottato definitivamente entro la fine dell’anno. Verrà data priorità alle scuole e agli asili nido e, nell’edilizia sociale, sarà sistematizzata la protezione solare. Sul fronte dell’edilizia privata, il Comune punta a creare aiuti specifici per il finanziamento della protezione solare, rivolti alle famiglie a basso reddito. È stato creato anche un gruppo di lavoro congiunto con l’ABF sull’adattamento degli edifici ai cambiamenti climatici, ma si è riunito solo raramente.
Verso estati più calde
“Il tempo delle discussioni è finito. – constata il vicesindaco Dan Lert- Parigi si deve preparare a estati a 50°, a delle canicole più frequenti e lunghe. Noi stiamo facendo una corsa contro il tempo per adattarci ai cambiamenti climatici. Tuttavia, un terzo dei nostri progetti è frenato dalle delibere degli architetti di Stato dell’ABF. Qui occorre che lo Stato francese intervenga per dare delle direttive chiare agli architetti dell’ABF. Dobbiamo tutti accettare il fatto che il paesaggio di Parigi cambi a causa dell’accelerazione dei cambiamenti climatico”. Il clima si fa sempre più acceso e la polemica sta per approdare in Parlamento che dovrà decidere come conciliare la lotta ai cambiamenti climatici e i progetti e i sistemi di riqualificazione energetica con la tutela del patrimonio.
Le temperature crescono anche da noi
Alle nostre latitudini scuri, persiane e tapparelle avvolgibili si rivelano ancor più utili che in passato perché le ondate di calore si succedono a ritmi sempre più frequenti. Però, qui da noi succede il contrario rispetto a Parigi. Ogni tanto, vedi Genova, succede che nei progetti di riqualificazione degli edifici nei centri storici si proceda ad eliminare tout court persiane e scuri (perché costosi, questa è la verità). Per combattere le alte temperature non resta che far andare a manetta la climatizzazione. Alla faccia del risparmio energetico.
Ennio Braicovich
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Le foto di installazioni di persiane sono del sito 1001fenetresparis