Per affrontare la transizione rappresentata dalla Direttiva Case Green, il presidente della Confederazione sollecita: “dobbiamo passare dall’era disordinata del superbonus a quella ordinata del ‘climabonus”. Tuttavia occorre un adeguato sistema di incentivi fiscali.
La Direttiva Case Green continua far parlare di sé. Ieri in occasione della Assemblea pubblica di Anaepa-Confartigianato Edilizia, vedi qui, il tema non era all’ordine del giorno del dibattito, tutto incentrato su sicurezza e PNRR. Eppur tuttavia è emerso nel report sullo stato dell’edilizia e sulle prospettive future approntato dalla Confederazione.
Climabonus per la Case Green
Da un lato, afferma Confartigianato, occorre garantire la transizione green degli immobili. Dall’altro, dopo gli anni turbolenti del Superbonus, non si possono mettere a repentaglio i conti di Stato, famiglie e imprese.
Solo un sistema di incentivi stabili nel tempo può dare certezze a famiglie e imprese per la pianificazione di costosi interventi sugli immobili. Serve un adeguato sistema di incentivi fiscali, ma l’avvio della procedura di infrazione per deficit eccessivo potrebbe mettere a rischio questo sostegno. “Dobbiamo passare dall’era disordinata del superbonus a quella ordinata del ‘climabonus’”. afferma Marco Granelli, presidente di Confartigianato Imprese”.
Chi paga la fattura
Tenuto conto degli obiettivi ambiziosi, afferma Confartigianato, appare necessario un intervento dell’Unione europea basato sullo schema di NextGenerationEU per garantire l’attuazione del Green Deal. Globalmente occorreranno gli interventi dei proprietari, dello Stato e dell’Unione.
Infatti, la platea di edifici interessati dagli interventi è ampia. In relazione alla classe energetica rilevata nei passaggi di proprietà, quasi i due terzi (63,8%) degli immobili residenziali sono collocati nelle classi energetiche meno efficienti, con il 26,5% nella classe F e il 37,3% nella classe G.
Avanti con la Direttiva 2024/1275 alias Case Green o EPBD
Ci sembra assolutamente apprezzabile l’intervento di Confartigianato a favore della Direttiva, pur con i distinguo del caso. Opportunamente la Confederazione ricorda che secondo la direttiva 2024/1275 alias Case Green o EPBD, del Parlamento Europeo e del Consiglio del 24 aprile 2024 sulla prestazione energetica nell’edilizia, per gli edifici residenziali, i Paesi membri dovranno adottare misure per garantire una riduzione dell’energia primaria media utilizzata di almeno il 16% entro il 2030 e di almeno il 20-22% entro il 2035. Entro il 2023 dovrà essere ristrutturato il 16% degli edifici non residenziali con le peggiori prestazioni e il 26% entro il 2033, introducendo requisiti minimi di prestazione energetica.
Piano ordinato di interventi sugli edifici
La lotta al cambiamento climatico passa attraverso un piano ordinato di interventi sugli edifici. In Europa il 40% dei consumi finali di energia e il 36% delle emissioni di gas a effetto serra è rappresentato dagli edifici. Gli interventi sugli edifici determinano effetti ad ampio spettro, influenzando la domanda di energia, l’efficienza energetica, le emissioni di CO2, la tutela del territorio, la rigenerazione urbana e i processi di recupero dei materiali.
a cura di EB
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