L’ importante progetto di riqualificazione urbana che comprende un’area di circa 14.600 mq in zona Porta Romana, Milano, tra via Orti e via Lamarmora, vede una forte presenza dei componenti finestrati nei tre edifici che lo compongono: la Villa, l’edificio Orti e il palazzo Lamarmora. Le centinaia di finestre, porte finestre, persiane e scuri di varie tipologia, materiali e forma sono opera del noto produttore Italserramenti. Seconda parte
Presentando il progetto di riqualificazione urbana Horti a firma del prof. arch. Michele De Lucchi, vedi qui la prima parte, avevamo scritto che i componenti finestrati, ovvero più prosaicamente le finestre e le porte finestre, rappresentano la cifra stilistica dominante dell’involucro a vista del complesso architettonico. E questo sia nella parte recuperata a nuova vita sia nelle costruzioni nuove. Finestre, porte finestre, facciate vetrate, partizioni e porte trasparenti, in legno e in alluminio, altamente isolanti termicamente sono state opera del produttore Italserramenti. A centinaia, tanto che il loro importo si valuta in diversi milioni di euro.
Lavoro complesso e ricco di varietà
“E’ stato un intervento molto complesso” ricorda Roberto Galli, alla testa dell’azienda bresciana che ha realizzato i componenti finestrati, e non solo questi. E aggiunge: ”E’ stato un lavoro estremamente variegato per materiali, tipologie e numeri. Per la ‘Chiesa’ parliamo di circa 200 finestre e 120 persiane in legno. Ad esse si aggiungono 30 finestre realizzate con i profili di Secco Sistemi. Qui, per la facciata abbiamo realizzato pure un grande serramento a rosone e un serramento curvo sia in pianta che in sopraluce. E poi le ville, tutte con serramenti in legno e persiane in legno per un totale di circa 70 pezzi. Ricordo che la parte nuova contempla circa 300 serramenti e persiane di alluminio. In questo edificio abbiamo realizzato pure una piccola facciata e il soffitto a cassettoni in alluminio degli androni”.
Tanti componenti finestrati…
Si è tratta di un lavoro sartoriale che ha visto protagonista l’azienda che per l’intero complesso ha progettato e realizzato diversissimi serramenti. Sia in legno con profili e modanature sagomate, dal gusto classico, che si adattano perfettamente ad interventi di riqualificazione e di recupero edilizio del patrimonio storico. Sia in alluminio, utili nella sostituzione dei vecchi serramenti con soluzioni più performanti, in grado di rispettare il design originale. Non è mancata anche la fornitura di serramenti realizzati in acciaio di Secco Sistemi che hanno potuto far valere la loro tipica snellezza installati nell’edificio ‘Chiesa’. A proposito di sartorialità, non sono mancate pure le opere speciali come il rosone centrale, pregiata opera di carpenteria lignea o i serramenti, sempre in legno, a pianta semicircolare, che culminano in alto con un sopraluce a mezzo spicchio di sfera, realizzato in tre parti vetrate e curve tridimensionalmente.
Ampie gamme tipologiche
Per gli appartamenti è stata scelta la linea “Caravaggio”, in legno di abete, dalle forme classiche, perché offre la possibilità di inserire uno o più traversini, foderine nelle porte finestre, ferramenta a scelta, varie aperture e forme, che le rendono dei pezzi unici. A seconda della collocazione e delle prestazioni acustiche richieste, le finestre e le porte finestre sono dotate di vetri doppi o tripli con una trasmittanza termica che scende fino a 0,9 W/m2K. Ampia è la gamma tipologica di questi infissi che comprende finestre in legno a singolo e doppio battente e a oblò. E poi, le chiusure oscuranti, sempre in legno: persiane a battente, ad arco e a libro e gli scuri interni a battente.
Complessità e prestazioni
Per gli altri ambienti sono state invece posizionate le finestre in alluminio realizzate con sistema SlimLine 38 Reynaers, nella variante Classic, ad alto isolamento termico (Uw=1,3 W/m2K) che unisce eleganza, comfort e un design unico e impeccabile. Ben sei le tipologie delle finestre: ad oblò ad anta fissa, a battente, a due ante a battente, ad arco con sopraluce, ad arco fissa, ad arco a vasistas ed infine ad arco a due battenti incernierati su montante centrale. “Ad aggiungere complessità alla varietà tipologica – chiude Galli – è stata l’altezza di molti serramenti. In alcuni casi essi superano i 4 metri di altezza. Naturalmente c’è stato il controllo della direzione artistica su tutte le opere. In particolare, per la Villa abbiamo eseguito profili particolari anche per gli oscuranti esterni e gli scuretti interni. Come in ogni ristrutturazione, si è dovuto rispettare la struttura esistente realizzando tutti i nuovi infissi come erano i pre-esistenti sia come forma che come partizione”.
Ennio Braicovich
Foto: Studio De Lucchi – BNB, Diego DePol -Italserramenti