Il XXXV Rapporto congiunturale e previsionale del Cresme prevede una lieve caduta degli investimenti per il 2023 e un crollo delle costruzioni per l’anno prossimo
Il cambio di passo del Superbonus, che scende dal 110% ad aliquote molto meno appetitose, avrà conseguenze pesanti per il mondo delle costruzioni. Lo prevede il XXXV Rapporto congiunturale e previsionale del Cresme che viene presentato oggi a Milano e anticipato dall’edizione odierna del Sole24Ore.
Costruzioni nel 2023 e 2024
Il Rapporto dell’Istituto di ricerche economiche e sociali del mondo delle costruzioni prevede un rallentamento degli investimenti, tutto sommato, contenuto per quest’anno: -0,6%. Il valore degli investimenti nel 2023 raggiunge i 235 miliardi mentre il valore della produzione sfiora i 300 miliardi contro i 289 del 2022 e i 231 del 2021. L’effetto Superbonus è più che evidente. Altrettanto evidente sarà l’effetto dello spegnimento del Superbonus. Il segno sarà particolarmente pesante l’anno prossimo: -8,5%. Il tutto causato da un doppio fattore: la chiusura del Superbonus e l’avvio molto rallentato dei progetti del PNRR.
Opere pubbliche in crescita ma…
Per fortuna tra il 2022 e il 2024 il settore delle opere pubbliche crescerà del 36%. Ma la grande attesa è per il decollo del PNRR. Tanti i cantieri che dovrebbero passare dalla fase di gare e di progettazione a quella esecutiva. Il costo totale di opere strategiche e prioritarie raggiunge i 448 miliardi di euro contro disponibilità per 315 miliardi. Tuttavia, le nuove costruzioni contano solo per il 22,2% del valore della produzione ossia 66 miliardi di euro. L’edilizia residenziale nuova conta per il 7,5% pari a 22 miliardi circa. Molto poco.
EB
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