In sessione plenaria i deputati europei approvano a maggioranza la Direttiva Prestazione energetica in edilizia, detta anche Case Green o EPBD. L’obiettivo del provvedimento è accelerare il tasso di ristrutturazioni degli immobili in tutta la Unione europei, e ridurre i consumi energetici e le emissioni di CO2 nell’edilizia da portare a zero nel 2050. Ora toccherà al Consiglio d’Europa dare il via libera definitivo.
Con 370 voti favorevoli su 615 il Parlamento EU in sessione plenaria adotta in via definitiva la Direttiva Prestazione energetica in edilizia. E’ una legge quadro europea che ha per obiettivo la riduzione di consumi energetici e le emissioni dei gas serra degli immobili. Il provvedimento è stato licenziato con il 60% dei voti a favore, il 32% di voti contro e il 7% ca. di astensioni. Un risultato che la dice lunga sulla forte opposizione che la direttiva ha incontrato in tutta Europa. C’è da dire che un anno fa lo stesso Parlamento EU aveva approvato la bozza negoziale con il 56% dei voti.
Testo ammorbidito
Nel frattempo, il testo iniziale è stato ammorbidito fino a far raggiungere a dicembre, vedi news, l’intesa tra i delegati del Parlamento e del Consiglio dei capi di Stato e di Governo. Ora toccherà a quest’ultimo dare l’approvazione definitiva al provvedimento. E, poi, la pubblicazione nella Gazzetta dell’Unione. Ma no finisce lì. Ogni Stato membro dovrà, quindi, recepire il provvedimento con una propria legge nazionale calibrando la Direttiva sulla base delle esigenze del Paese ma mantenendo gli obiettivi finali concordati.
Perché la Direttiva
Secondo la Commissione europea, gli edifici dell’Unione europea sono responsabili del 40% dei consumi energetici e del 36% delle emissioni di gas a effetto serra. Il 15 dicembre 2021 la Commissione ha presentato una proposta di revisione della direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia, che fa parte del pacchetto “Pronti per il 55%” (‘Fit for 55’),. Secondo la normativa europea sul clima del luglio 2021 gli obiettivi ambientali per il 2030 e il 2050 sono diventati vincolanti per tutti i Paesi UE.
Ridurre le bollette
Ciarán Cuffe (Verdi/ALE, IE), relatore, dichiara: “La direttiva sulle prestazioni energetiche nell’edilizia mostra chiaramente come la politica climatica possa avere benefici reali e immediati per le fasce di popolazione più vulnerabili della nostra società. Questa legge contribuirà a ridurre le bollette energetiche e ad affrontare le cause profonde della povertà energetica, offrendo nel contempo migliaia di posti di lavoro locali di alta qualità in tutta l’economia europea. Nonostante la direttiva sia il pezzo finale del più grande puzzle che è il ‘Pronti per il 55%’ (‘Fit for 55’), ciò non ne diminuisce l’importanza. Contrastando il 36% delle emissioni di CO2 dell’Europa, aggiunge un pilastro assolutamente essenziale al Green Deal europeo. Il risultato di oggi dimostra che il Parlamento continua a sostenere un Green Deal che garantisca, nella stessa misura, equità e ambizione.”
Direttiva Prestazione energetica in edilizia
In attesa del testo definitivo della Direttiva ci dobbiamo accontentare della nota proveniente dal Parlamento e di un simpatico schema riassuntivo.
Scopi della Direttiva
Eccoli per punti:
-tutti i nuovi edifici dovranno essere a emissioni zero a partire dal 2030;
-i nuovi edifici occupati o di proprietà delle autorità pubbliche dovranno essere a emissioni zero a partire dal 2028;
– per gli edifici residenziali gli Stati membri dovranno adottare misure per garantire una riduzione dell’energia primaria media utilizzata di almeno il 16% entro il 2030 e di almeno il 20-22% entro il 2035;
– gli Stati membri dovranno inoltre ristrutturare il 16% degli edifici non residenziali con le peggiori prestazioni entro il 2030 e il 26% entro il 2033, introducendo requisiti minimi di prestazione energetica.
– se tecnicamente ed economicamente fattibile, i Paesi membri dovranno garantire l’installazione progressiva di impianti solari negli edifici pubblici e non residenziali, in funzione delle loro dimensioni, e in tutti i nuovi edifici residenziali entro il 2030.
Le caldaie a combustibili fossili
Eliminazione graduale delle caldaie a combustibili fossili. Gli Stati membri dovranno spiegare come intendono predisporre misure vincolanti per decarbonizzare i sistemi di riscaldamento eliminando, gradualmente, i combustibili fossili nel riscaldamento e nel raffreddamento entro il 2040. A partire dal 2025, sarà vietata la concessione di sovvenzioni alle caldaie autonome a combustibili fossili. Saranno ancora possibili incentivi finanziari per i sistemi di riscaldamento che usano una quantità significativa di energia rinnovabile, come quelli che combinano una caldaia con un impianto solare termico o una pompa di calore.
Esenzioni
La nuova normativa non si applica agli edifici agricoli e agli edifici storici, e i Paesi membri possono decidere di escludere anche gli edifici protetti per il particolare valore architettonico o storico, gli edifici temporanei, le chiese e i luoghi di culto.
EB