A partire da mercoledì 15 maggio il Governo francese ha introdotto regole più semplici per l’accesso al Bonus Ristrutturazioni, denominato MaPrimeRénov. La semplificazione è stata imposta dal crollo degli interventi di rinnovo e riqualificazione energetica registrato da gennaio, -43%, a causa delle regole più restrittive imposte per il 2024.
Di fronte al crollo degli interventi di rinnovo e riqualificazione energetica degli immobili registrato a partire dal 1° gennaio 2024, il Governo francese compie una clamorosa marcia indietro rispetto a quanto messo a bilancio per il Bonus Ristrutturazioni di quest’anno e semplifica le regole permettendo un più ampio accesso all’agevolazione. Il che fa immediatamente pensare a quanto deciso dal Governo italiano di comprimere fortemente il Bonus Ristrutturazioni, notizia di cui abbiamo dato ieri qui.
Il rigore del Governo francese
Di fronte al crescente deficit del bilancio statale e del debito pubblico il Governo della vicina Repubblica ha proceduto recentemente a numerosi tagli nella spesa pubblica, colpendo anche il Bonus Ristrutturazioni. Così, a fine 2023, sono state introdotte regole più severe che hanno determinato il disastroso crollo, -43%, rispetto all’anno precedente, dei lavori di rinnovo e riqualificazione energetica nel primo trimestre dell’anno. Un evento che è coinciso purtroppo con il crollo delle nuove costruzioni in Francia e di cui abbiamo riferito qui. E con il conseguente crollo del mercato delle finestre, vedi qui.
Le nuove regole
Che cosa cambia da mercoledì 15 maggio per chi vuole accedere al Bonus Ristrutturazioni, denominato MaPrimeRénov? Anzitutto, fino al 31 dicembre di quest’anno, il contribuente francese potrà procedere a lavori singoli: isolamento del tetto, sostituzione delle finestre, rinnovo della caldaia…. Fino a ieri occorreva abbinare questi lavori all’installazione di nuovi impianti di riscaldamento più efficienti, ossia meno energivori. In più, ora sarà possibile eseguire questi lavori singoli anche su abitazioni collocate in classe energetica F e G, le peggiori. Altra modifica semplificativa riguarda gli impianti di riscaldamento. Fino a ieri chi desiderava sostituire il vecchio impianto doveva procurarsi l’attestato di prestazione energetica (DPE) dell’unità immobiliare. Il risultato è che i professionisti che eseguono le diagnosi energetiche si sono trovati sovraccarichi. I tempi lunghi per le DPE rappresentavano una barriera per chi voleva intraprendere i lavori. Ora, addio alla DPE salvo per i lavori di grandi dimensioni.
Ennio Braicovich
Foto: da lamaisonsaintgobain.fr