Già pubblicata in Gazzetta Ufficiale europea. Approvati, settimana scorsa, alcuni emendamenti del Parlamento europeo alla proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio sull’efficienza energetica (rifusione). Si punta a maggiori risparmi di energia rispetto agli obbiettivi precedenti. Aumenta il peso delle energie rinnovabili. Edifici pubblici più efficienti.
Il Parlamento EU rivede verso l’alto gli obiettivi di efficienza energetica, e quindi di risparmio di energia. Due gli obiettivi: garantire un maggior utilizzo di energie rinnovabili e ridurre il consumo di energia entro il 2030, rispetto ai target precedenti. La parola d’ordine è efficienza energetica al primo posto. Il testo approvato è già stato pubblicato ieri nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea. Scaricalo qui. Entra in vigore il 10 ottobre.
Il Parlamento EU rivede la EED
Gli europarlamentari hanno proceduto alla revisione della EED, la direttiva sull’efficienza energetica, legge che fissa gli obiettivi di risparmio energetico nel consumo di energia primaria e finale nell’UE. Il testo finale è stato approvato con una maggioranza schiacciante: 469 voti favorevoli, 93 contrari e 82 astensioni. La revisione è verso l’alto nel senso che hanno aumentato l’obiettivo UE per la riduzione del consumo di energia finale e primaria. I Paesi UE dovrebbero garantire collettivamente, entro il 2030, una riduzione del consumo di energia finale di almeno il 40% e di almeno il 42,5% del consumo di energia primaria, rispetto ai dati del 2007.
Direttiva trasversale
Questo corrisponde rispettivamente a 740 e 960 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio (Mtep) per il consumo finale e primario di energia. I target coinvolgeranno la pubblica amministrazione, gli edifici privati, le imprese, e i centri di dati. Le misure adottate saranno locali, regionali, nazionali ed europee.
Più energie rinnovabili
I parlamentari dell’Unione europea hanno approvato la revisione della direttiva sulle energie rinnovabili per aumentare al 45% (dal 32% attualmente previsto) la quota di rinnovabili nel consumo finale di energia dell’UE entro il 2030. Questo obiettivo era sostenuto anche dalla Commissione nell’ambito del pacchetto “RepowerEU”.
Parlamento EU: più rinnovabili
Nel luglio 2021 la Commissione europea ha adottato la strategia “Pronti per il 55%” per adeguare la legislazione corrente in materia di clima ed energia e raggiungere il nuovo obiettivo dell’UE di riduzione minima del 55% di emissioni di gas serra entro il 2030. Uno degli elementi del pacchetto è la revisione della direttiva sulle energie rinnovabili, che aiuterà l’UE a raggiungere tale obiettivo. In base alla direttiva in vigore, l’UE è tenuta a garantire che, entro il 2030, almeno il 32% del suo consumo energetico provenga da fonti rinnovabili. Ora il Parlamento ha alzato l’asticella dal 32% al 45% di energie rinnovabili.
Edilizia e trasporti sotto tiro
Sebbene un ampio potenziale di risparmio energetico si ravvisi in tutti i settori, i trasporti e l’edilizia si distaccano sotto questo aspetto: i primi consumano oltre il 30 % dell’energia finale, e il 75 % del parco immobiliare dell’Unione ha una bassa prestazione energetica.
Secondo la EED le famiglie a basso e medio reddito, i clienti vulnerabili, compresi gli utenti finali, le persone che vivono o rischiano di trovarsi in condizioni di povertà energetica e le persone che abitano negli alloggi sociali, come anche le PMI e le microimprese, dovrebbero beneficiare dell’applicazione del principio “l’efficienza energetica al primo posto”.
Edifici pubblici più efficienti
La Direttiva EDD raccomanda agli Stati membri di mostrare concretamente di credere nel principio dell’efficienza energetica al primo posto. Essi dovrebbero garantire che almeno il 3% degli edifici pubblici sia ristrutturato ogni anno per trasformarli in edifici a energia quasi zero o a emissioni zero.
Contro la povertà energetica
Dovrebbero essere attuate misure di efficienza energetica in primis per migliorare la situazione di tali individui e famiglie e per alleviare la povertà energetica. Tali misure non dovrebbero incoraggiare un aumento sproporzionato dei costi abitativi, di mobilità o energetici. L’approccio olistico che informa la definizione delle politiche e l’attuazione delle politiche e delle misure impone agli Stati membri di assicurare che altre politiche e misure non abbiano effetti negativi su tali individui e famiglie.