Dal 2015 il settore immobiliare non residenziale, salvo l’anno della pandemia, è cresciuto continuamente. Così è stato anche nel 2022 anche se con prezzi cedenti.
Al pari del settore residenziale, vedi qui, anche le compravendite nell’immobiliare non residenziale sono cresciute lo scorso anno. Lo attesta il Rapporto 2023 di OMI, l’Osservatorio del mercato immobiliare dell’Agenzia delle entrate, scaricabile qui. Qui di seguito una presentazione dei dati da parte di AdE.
Un rapporto sull’immobiliare non residenziale
La pubblicazione fornisce annualmente i dati di consuntivo del mercato italiano degli immobili non residenziali, attraverso l’analisi territoriale dello stock, dei volumi di compravendita e delle quotazioni delle tipologie immobiliari negozi, uffici e capannoni, che rappresentano con maggior significatività il mercato immobiliare commerciale, terziario e produttivo.
I rapporti immobiliari non residenziali sono dedicati alle compravendite di unità immobiliari di tipo produttivo, terziario e commerciale e sono realizzati congiuntamente dall’Agenzia e dall’Associazione nazionale delle società di leasing (Assilea).
Un settore molto ampio
L’immobiliare non residenziale offre numeri importanti sia nello stock nazionale che nelle compravendite NTN, normalizzate. Comprende il terziario-cmmerciale, il produttivo, il produttivo agricolo, i depositivi pertinenziali, box e post auto. I due grafici sottostanti rappresentano rispettivamente lo stock e le transazioni NTN. L’indice NTN è l’acronimo di numero di transazioni normalizzato, e rappresenta il numero di transazioni conteggiate per quota di trasferimento di proprietà. Ad esempio, nel caso di tre transazioni aventi per oggetto ciascuna un 1/3 del diritto di proprietà di una unità immobiliare, l’indice NTN è pari a 1
Tre comparti
Le informazioni rilevate sulle compravendite di immobili non residenziali rappresentano, nel complesso, circa il 10% dei volumi di scambio totali e sono riportati sia in forma aggregata che per i tre principali comparti costituenti il settore in esame (uffici, negozi e capannoni). Risulta evidente un quadro di costante prosieguo della fase espansiva che dal 2015 vede, come unica discontinuità nel numero delle transazioni, proprio l’annualità segnata dalla pandemia.
Uffici
Il comparto degli uffici, costituito da uno stock di circa 631mila unità accatastate nella categoria A/10 di cui, oltre la metà, ubicate nel solo Nord Italia, ha segnato, anche nel 2022, un valore positivo in termini di compravendite. Con una quota di 13.378 transazioni normalizzate il tasso di crescita medio nazionale rispetto al 2021 del 7,6 per cento.
Negozi
Il segmento dei negozi, che comprende le unità immobiliari accatastate nelle categorie C/01 e C/03, registra un tasso aggregato di crescita delle transazioni prossimo al 5%, il più basso dell’intero settore non residenziale, ma equamente distribuito tra comuni capoluogo e minori.
Capannoni
L’ultimo approfondimento del Rapporto riguarda il comparto produttivo, costituito da capannoni delle categorie catastali D/1 e D/7, la cui tendenza espansiva, prossima al +7% in termini di compravendite a livello nazionale, risulta la maggiore tra i settori analizzati sia nei comuni capoluogo (+1,5%) che in quelli minori (+8%) dove però è concentrato quasi l’84% dello stock.
Il grafico in alto rappresenta l’andamento delle compravendite (NTN, normalizzate).