Ance denuncia i problemi incombenti sulle imprese edili. Li riassume per l’agenzia AdnKronos e la stampa la presidente dell’associazione Federica Brancaccio. Manca la proroga del provvedimento contro il caro materiali, mentre si attendono ancora i pagamenti del 2022. Mentre il PNRR è insabbiato, si attendono il riordino dei bonus edilizi e una legge sulla rigenerazione urbana.
Finiti gli anni del Superbonus, le imprese edili fanno i conti con una miriade di nuovi problemi. Ne dà conto la presidente di Ance Federica Brancaccio in un’intervista all’agenzia di stampa Adnkronos, ripresa anche da Il Messaggero.
Imprese edili di fronte a…
Anzitutto a fine anno scadrà il provvedimento contro il caro materiali, e se non verrà prorogato e adeguatamente finanziato, le imprese edili rischiano di ritrovarsi a lavorare con prezzi da era pre-Covid. Peraltro, esse aspettano ancora i pagamenti del 2022 mentre il 2023 è già stato saldato. Certo, il PNRR è partito ma i fondi non arrivano e basta un nonnulla per far inceppare i lavori. La speranza è che il boom dei lavori pubblici, sostenuto dal PNRR, compensi la fine del Superbonus. Ma i dati non sono incoraggianti, sottolinea Brancaccio affermando “Speriamo che a fine anno non siano troppo negativi”.
Investimenti strutturali
Occorre una politica di investimenti strutturali che riparta da due pilastri fondamentali: il riordino dei bonus edilizi e una legge sulla rigenerazione urbana. “Energia e sostenibilità sono essenziali – dice – ma bisogna garantire un sostegno continuo per le fasce di reddito più basse e le aree più bisognose. Prioritaria deve essere anche la sicurezza sismica, considerando che l’Italia è un paese ad alto rischio”. Brancaccio si dice fiduciosa nella possibilità di introdurre una legge nazionale sulla rigenerazione urbana.
Stimolare l’edilizia
“È essenziale – dice Brancaccio – ridurre il consumo di suolo tramite demolizioni, ricostruzioni, cambi di destinazione d’uso e altre pratiche sostenibili. Una legge ben concepita – aggiunge – potrebbe non solo rilanciare l’economia, grazie all’impatto dell’edilizia sul mercato interno, ma anche rendere le città più vivibili e adatte alle nuove esigenze demografiche”.