Rinvio a giudizio per 13 imputati di “disastro colposo” per il maxi incendio che bruciò la Torre dei Moro a Milano, un grattacielo di 18 piani. Senza vittime ma con gravissimi danni. Un “banale innesco accidentale” partito in un appartamento aveva causato il rogo dei pannelli di una facciata a vela antistante l’edificio che erano altamente infiammabili. Tra gli imputati il costruttore, il progettista, il produttore spagnolo dei pannelli, l’importatore italiano, il facciatista e quattro manager dell’azienda che ha realizzato la facciata a vela.
Per il grande incendio che ha devastato a fine agosto 2021, a Milano, un intero grattacielo, la Torre dei Moro, alto 18 piani, la gup ha rinviato a giudizio per “disastro colposo”13 imputati. Tra essi figurano i costruttori dell’edificio, i committenti, il progettista, i produttori spagnoli dei pannelli, l’importatore degli stessi, cinque manager della società che ha realizzato la facciata a vela. Come parte civile si sono costituiti più di 150 tra condomini ed esercenti dei negozi circostanti. Ampia la risonanza del rinvio a giudizio su giornali, radio, tv e social visto l’impatto che ebbe e ha tuttora l’incendio.
Qui il drammatico video dei Vigili del Fuoco
L’incendio
I pannelli di un’enorme facciata a vela collocata davanti all’edificio avrebbero dovuto essere ininfiammabili. In realtà si sono dimostrati altamente infiammabili causando un rogo immenso partito da un innesco occasionale originato in uno dei 26 appartamenti della Torre dei Moro. Il maxi incendio ha portato alla rovina dell’edificio e dei suoi 26 appartamenti e alla distruzione di 13 auto parcheggiate in prossimità. Per fortuna non si sono registrate vittime.
Le indagini sull’incendio
Nel corso delle indagini la pm Marina Petruzzella, ha scoperto che per la facciata a vela della Torre dei Moro erano stati utilizzati i pannelli Larson PE della spagnola Alucoil, anziché i pannelli Larson FR della stessa azienda, certificati come resistenti al fuoco. I pannelli Larson PE sono costituiti da un sandwich di due lamiere in alluminio che contengono un’anima in polietilene, sostanza facilmente infiammabile. Quattro i prosciolti. Si tratta di Crescenzo Panico, responsabile tecnico del cantiere, Giacomo Passera, responsabile ufficio acquisti della Zambonini spa, costruttrice della facciata, e i due responsabili dei Vigili del Fuoco Luciano Propana e Mario Abate.
A processo
La giudice dell’udienza preliminare Ileana Ramundo ha rinviato a giudizio anzitutto il legale rappresentante della Alucoil, il responsabile vendite estere della stessa, l’importatore italiano dei pannelli Giordano Cantori della Cantori spa di Osimo, e il presidente della Zambonini Spa, Ettore Zambonini.
A processo anche Stefania Grunzweig della società di costruzione Polo srl, assieme al responsabile antincendio Giampaolo Leoni e al responsabile acquisti Giampaolo Cremaschi. Inoltre, a giudizio vanno Alberto Moro della Moro Costruzioni e il progettista dell’edificio Orio Delpiano. Infine, quattro manager della Zambonini: Massimo Mastrocinque, Roberto Molinari, Federico Corpieri e Giuseppe Tortini.
La voce del costruttore della facciata
E’ doveroso ricordare che nei giorni successivi al disastro, la AZA Aghito Zambonini emise un comunicato in cui affermava d’aver semplicemente ”acquistato il pannello composito dalla società produttrice Alucoil s.a.u. di Burgos (Spagna)”. Inoltre, “Questi rivestimenti, per completezza di informazione, erano integralmente conformi alle specifiche tecniche del progetto e alle normative vigenti nel 2009 e sono stati scelti ed approvati dalla committenza dell’appalto”.
AZA Aghito Zambonini spa è uno dei maggiori player del mondo italiano delle facciate continue e dei serramenti in alluminio.
Il processo si aprirà il 30 settembre.
Ennio Braicovich