Dopo preso in esame il problema dei film di rivestimento di profili e pannelli in PVC, in alluminio e in legno per i più diversi impieghi (serramenti, porte, portoni…), il tecnologo chimico Paolo Mantovani affronta il tema dei rivestimenti per gli infissi verniciati in legno. La considerazione di fondo che vale per tutti i materiali: il film protettivo non è un semplice imballo, ma un prodotto tecnico che occorre conoscere adeguatamente.
Quali possono essere le variabili nella protezione degli infissi verniciati in legno, in particolare, ma in generale per tutti i laccati?
Le principali variabili riguardano la compatibilità tra tipologia di reticolazione delle vernici e delle masse adesive del film protettivo, vediamo, quindi di fare un po’ di chiarezza.
Gli infissi verniciati in legno
Generalmente le vernici vengono reticolate a UV o a isocianato, considerando che quest’ultimo è altresì utilizzato come principale reticolante delle masse adesive, risulta evidente che possono accadere “dell’entrate in simpatia” fra le due superfici a contatto, in particolare fra i gruppi acidi “-COOH” o ossidrilici “-OH” presenti nelle stesse e appunto atti a legarsi con l’isocianato.
La rimozione del film protettivo
Questa “simpatia” può provocare difficoltà di rimozione del film protettivo, in pratica bisogna esercitare molto più forza e impiegare più tempo, per il legame chimico-fisico che si può venire a creare appunto fra vernice e massa adesiva. Ciò non significa che non si possa proteggere, ma semplicemente che è importante, per determinare il film protettivo idoneo, rispettare scrupolosamente i tempi di cristallizzazione e raffreddamento della vernice, così da procedere alla protezione a laccatura ormai inerte.
La reticolazione a UV
Con la reticolazione a UV, invece, i pericoli riguardano la velocità di esposizione alle lampade e la effettiva efficienza delle lampade stesse, nello specifico i rischi sono fisici più che chimici, in pratica un eccesso nella velocità o una mancate efficienza delle lampade, pur a fronte di una laccatura che risulti con una durezza conforme alle specifiche, può provocare una maggior porosità, visibile solo al microcopio, nella vernice stessa, con una conseguente “penetrazione” della massa adesiva del film protettivo, in particolare se i manufatti protetti sono sottoposti al peso di un accatastamento. Anche in questo caso i rischi sono di difficoltà di rimozione del film protettivo, che in alcuni casi può arrivare proprio a bloccarsi fino a strapparsi nella rimozione.
Ci vuole più professionalità
Per evitare quanto sopra, consiglio di svolgere test di collaudo estesi e nelle condizioni più estreme del ciclo di verniciatura, inoltre, suggerisco di richiedere, al fornitore del film protettivo, la presenza di un tecnico qualificato, non accontentandosi delle solite promesse e pseudo competenze commerciali. Oltre a ciò, è fondamentale informare il fornitore a qualsiasi variazione nel processo di verniciature e svolgere ulteriori ed esaustivi collaudi.
Ma non abbiate paura i laccati vengono e con soddisfazione protetti da sempre. Semplicemente è importante considerare il film protettivo non un semplice imballo, ma un prodotto tecnico, che, una volta collaudato specificatamente per il vostro prodotto, lo accompagnerà senza problemi fino alla messa in opera del manufatto stesso.
Paolo Mantovani, tecnologo chimico
Immagine: doc Renner Italia
Post correlati
Gli articoli di Paolo Mantovani
Film protettivi su PVC e alluminio. Quanto proteggono dagli UV?
Alluminio verniciato. Rimozione del protettivo e l’effetto fantasma
Foglie da rivestimento per profili e pannelli e leggende metropolitane