L’associazione ambientalista pubblica i dati 2024 dell’inquinamento atmosferico nei capoluoghi di provincia. Dal Report “Mal’Aria di città 2025“: 50 centraline in 25 città su 98 hanno superato i limiti giornalieri di Pm10. L’inquinamento atmosferico, infatti, è la prima causa ambientale di morte prematura in Europa, con circa 50.000 morti premature solo in Italia. Servono interventi urgenti su traffico e parco immobiliare.
Come va l’inquinamento atmosferico in Italia? Per niente bene, stando al Rapporto “Mal’Aria di città 2025“ di Legambiente che raccoglie i dati di bilancio 2024 sull’inquinamento atmosferico nei capoluoghi di provincia.
I dati dell’inquinamento atmosferico
Nel 2024, 50 centraline in 25 città su 98 hanno superato i limiti giornalieri di Pm10. In cima alla classifica Frosinone (Scalo) con 70 sforamenti e Milano (viale Marche) con 68 giorni di sforamenti, seguite da Verona (Borgo Milano) con 66 e Vicenza (San Felice) 64. Sforamenti registrati in più centraline nella stessa città, segno di un problema diffuso e strutturale in molte aree urbane. Rispetto ai nuovi target europei previsti al 2030, la situazione è ancora più critica: sarebbero fuorilegge il 71% delle città per il PM10 e il 45% per l’NO2. Legambiente: “Il 2030 è alle porte, servono scelte coraggiose ora”.
Campagna itinerante Città2030
Solo cinque anni ci separano dai nuovi limiti europei sulla qualità dell’aria, fissati dalla nuova Direttiva sulla qualità dell’Aria dello scorso ottobre. Tuttavia, evidenzia Legambiente, le città italiane sono drammaticamente impreparate: l’aria resta irrespirabile e i livelli di inquinamento attuali sono ancora troppo distanti dai parametri che entreranno in vigore nel 2030. Per denunciare questa situazione l’associazione ha avviato ieri da Milano la campagna itinerante Città2030. L’iniziativa proseguirà verso Genova (11 -12/02), Firenze (13 -14/02), Prato (14/02), Modena (22/02), Bologna (24/02), Torino (27/02), Padova (28/02-1/03), Perugia (28/02-1-2/03), Pescara (05/03), Trieste (06/03), Napoli (7/03), Messina (7-8/03), Olbia (7-8/03), Avellino (10/03), Reggio Calabria (13/03), Brindisi (14/03) e concludersi a Roma (17-18).
Azioni contro l’inquinamento atmosferico
“Con soli cinque anni davanti a noi per adeguarci ai nuovi limiti europei al 2030, dobbiamo accelerare drasticamente il passo – dichiara Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente – È una corsa contro il tempo che deve partire dalle città ma richiede il coinvolgimento di regioni e governo. Servono azioni strutturali non più rimandabili: dalla mobilità urbana alla riqualificazione energetica degli edifici, fino alla riduzione delle emissioni del settore agricolo e zootecnico, particolarmente critico nel bacino padano. Le misure da adottare sono chiare e le tecnologie pronte: quello che manca è il coraggio di fare scelte incisive per la salute dei cittadini e la vivibilità delle nostre città”.
Dati drammatici
Anche se se ne parla poco, l’inquinamento atmosferico è la principale causa ambientale di morte prematura nell’Unione europea, con circa 300.000 morti premature all’anno. Per l’Italia la Società Italiana di Medicina Ambientale stima addirittura 90mila i morti all’anno. Più prudente la valutazione di Andrea Minutolo, responsabile scientifico di Legambiente, secondo cui nella penisola sono circa 50.000 le morti premature causate dalla pessima qualità dell’aria. Sempre tante!
Ennio Braicovich
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Foto : Doc. EAA Agenzia europea dell’Ambiente