Fra qualche settimana, tra l’11 e il 14 marzo, l’Assemblea Plenaria del Parlamento EU voterà l’approvazione della nuova Direttiva EPBD sulla prestazione energetica in edilizia. Essa disegna il futuro dell’edilizia europea (e italiana) per i prossimi 25 anni fino a giungere entro il 2050 a un parco immobiliare a zero emissioni. Conosciamo meglio lo stato del mercato edilizio e il quadro legislativo in cui essa si inserisce.
A metà marzo il Parlamento europeo approverà, molto probabilmente, il testo della nuova Direttiva EPBD detta anche Case Green. Poi occorrerà il via libera del Consiglio e la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della UE. Il provvedimento dovrà quindi essere recepito dagli Stati nazionali.
La nuova Direttiva EPBD
Giunta oramai alla quarta edizione, ha contribuito a disegnare dal punto di vista energetico l’edilizia europea, e italiana, negli ultimi vent’anni. La EPBD IV è stata pensata per progettare l’edilizia per i prossimi 25 anni. L’obiettivo ultimo è giungere ad un parco immobiliare a zero emissioni entro il 2050. Obiettivo certamente ambizioso che si scontrerà con numerosi ostacoli ma che merita di animare i nostri spiriti se desideriamo vivere in un’ambiente migliore, visto che l’inquinamento da riscaldamento è una realtà certa. Vedi il problema dell’aria di Milano di questi giorni. In vista dell’arrivo della Direttiva riteniamo utile riassumere, sulla base di una documentazione fornita dal Parlamento UE, i retroscena del provvedimento e il quadro legislativo in cui esso si inserisce.
Il quadro sulla Prestazione energetica degli edifici
Gli edifici sono il più grande consumatore di energia in Europa. Il settore edilizio è pertanto fondamentale per conseguire gli obiettivi dell’UE in materia di energia e clima. Per migliorare la prestazione energetica degli edifici, l’UE ha istituito un quadro legislativo che comprende la direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia UE/2010/31 e la direttiva sull’efficienza energetica UE/2023/1791, entrambe rivedute nel 2023.
Insieme, le direttive promuovono politiche che aiuteranno a:
-realizzare un parco immobiliare altamente efficiente dal punto di vista energetico e decarbonizzato entro il 2050;
-creare un ambiente stabile per le decisioni di investimento;
-consentire ai consumatori e alle imprese di fare scelte più informate per risparmiare energia e denaro.
Principali fatti sull’energia e sugli edifici dell’UE
L’85 % degli edifici dell’UE è stato costruito prima del 2000 e, tra questi, il 75 % ha una scarsa prestazione energetica. Agire sull’efficienza energetica degli edifici è pertanto fondamentale per risparmiare energia e conseguire un parco immobiliare a emissioni zero e completamente decarbonizzato entro il 2050. Questi fatti e quelli che seguono provengono dai bilanci energetici di Eurostat e dall’inventario del gas a effetto serra del SEE, 2023.
Tre cifre chiave sull’energia in edilizia
42 % dell’energia consumata nell’UE nel 2021 è stata utilizzata negli edifici;
oltre 1/3 delle emissioni di gas a effetto serra legate all’energia dell’UE e delle emissioni di gas a effetto serra prodotte dagli edifici;
80 % dell’energia utilizzata nelle famiglie dell’UE è destinata al riscaldamento, al raffrescamento e all’acqua calda.
Direttiva rivista sulla prestazione energetica nell’edilizia
La direttiva rivista aumenterà il tasso di ristrutturazione, in particolare per gli edifici con le prestazioni peggiori in ciascun paese. In Italia si calcola siano 5 milioni. Sosterrà inoltre una migliore qualità dell’aria, la digitalizzazione dei sistemi energetici per gli edifici e la realizzazione di infrastrutture per la mobilità sostenibile. Riconoscendo le differenze tra i paesi dell’UE in termini di fattori quali il parco immobiliare esistente, la geografia e il clima, la direttiva consente ai governi di decidere in merito alle misure di ristrutturazione più adatte al loro contesto nazionale specifico. I paesi possono anche esentare varie categorie di edifici dalle regole, tra cui edifici storici e case vacanza.
Più investimenti in edilizia
In particolare, la direttiva riveduta faciliterà finanziamenti più mirati agli investimenti nel settore dell’edilizia, integrando altri strumenti dell’UE e combattendo la povertà energetica sostenendo i consumatori vulnerabili. I paesi dell’UE dovranno inoltre garantire che vi siano garanzie per gli inquilini, ad esempio attraverso il sostegno all’affitto o i massimali sugli aumenti degli affitti.
Per garantire che gli edifici siano adatti all’UE e a una maggiore ambizione climatica nell’ambito del Green Deal europeo, la direttiva rivista contribuirà all’obiettivo di conseguire riduzioni delle emissioni di almeno il 60 % nel settore edilizio entro il 2030 rispetto al 2015 e conseguire la neutralità climatica entro il 2050.
Altre misure nella nuova direttiva EPBD
Esse includono:
-introduzione graduale di norme minime di prestazione energetica per gli edifici non residenziali a sostegno della ristrutturazione di edifici con le prestazioni energetiche più basse;
-traiettorie nazionali per ridurre il consumo medio di energia primaria degli edifici residenziali;
-uno standard rafforzato per i nuovi edifici, compresa una visione più ambiziosa per gli edifici a emissioni zero;
-strategie di ristrutturazione a lungo termine rafforzate, da rinominare piani nazionali di ristrutturazione degli edifici;
-maggiore affidabilità, qualità e digitalizzazione dei certificati di prestazione energetica con classi di prestazione energetica basate su criteri comuni;
-una definizione di profonda ristrutturazione e l’introduzione di passaporti per la ristrutturazione degli edifici;
-garanzia che i nuovi edifici siano pronti per l’energia solare (adatti ad ospitare impianti solari) laddove tecnicamente ed economicamente fattibile;
-una graduale eliminazione delle caldaie stand-alone alimentate a combustibili fossili, a partire dalla fine delle sovvenzioni a tali caldaie a partire dal 1º gennaio 2025;
-sportelli unici per la ristrutturazione energetica di edifici destinati ai proprietari di abitazioni, alle piccole e medie imprese e ad altre parti interessate;
-l’ammodernamento degli edifici e dei loro sistemi e una migliore integrazione dei sistemi energetici (per il riscaldamento, il raffreddamento, la ventilazione, la ricarica dei veicoli elettrici e le energie rinnovabili).
Articoli correlati