L’associazione ambientalista Legambiente denuncia le forti dispersioni di calore da travi e solai, infissi, cassettoni e termosifoni di un campione di edifici scolastici di Roma. Con conseguente aumento dei costi in bolletta, sprechi energetici ed emissioni climalteranti. Sotto esame le termografie di 33 edifici di scuole e università di Roma.
Legambiente ha posto sotto esame l’inefficienza energetica di 33 edifici scolastici di vario grado di Roma attraverso l’esame termografico dell’involucro. Ossia grazie all’utilizzo di termocamere agli infrarossi che permettono di rilevare le perdite di calore degli edifici, perdite che non sono visibili all’occhio umano.
Sotto la lente di Legambiente
L’associazione ambientalista ha verificato le dispersioni termiche di 2 scuole dell’Infanzia, 1 scuola dell’infanzia e primaria, 10 scuole primarie e secondarie di primo grado, 9 scuole secondarie di secondo grado, e 11 facoltà e dipartimenti universitari. Tutti gli edifici scolastici presi in considerazione hanno presentato criticità più o meno gravi legate a dispersioni di calore da travi e solai, infissi, cassettoni e termosifoni. Il risultato complessivo conseguente non è entusiasmante: aumento dei costi in bolletta, sprechi energetici ed emissioni climalteranti.
Anche gli edifici storici disperdono molto
Non solo le scuole più moderne ma anche gli edifici storici, nonostante le mura più spesse, denuncia l’associazione, hanno registrato dispersioni dalle pareti, dove sono visibili le impronte termiche dei termosifoni, infissi e cassoni per le serrande. Il caso di Roma è solo l’emblema del forte ritardo delle amministrazioni sulla messa in sicurezza degli edifici e sull’efficientamento energetico.
L’inefficienza dell’edilizia scolastica
“Se il settore edilizio è tra i più energivori e climalteranti, l’edilizia scolastica non fa eccezione in tema di inefficienza. Nella Capitale – dichiara Roberto Scacchi, presidente Legambiente Lazio – quanto emerge dalle analisi termografiche, conferma un quadro preoccupante: per gli edifici analizzati, per gli oltre 1.200 edifici scolastici di tutta Roma e per le scuole italiane in generale”.
Le proposte di Legambiente
Oltre la denuncia, l’associazione indica una serie di proposte per recuperare i forti ritardi degli edifici scolastici italiani sull’efficientamento energetico.
In primo luogo:
-è urgente completare l’anagrafe scolastica per tutti gli edifici e rendere pubbliche le condizioni e le entità dei fabbisogni;
–rivedere poi i parametri di ripartizione dei fondi, orientando maggiori investimenti verso i territori soggetti a svantaggi socio-ambientali e con gap infrastrutturale;
–inaugurare una generazione di scuole sostenibili e innovative, aperte al territorio e dotate di servizi integrati. E ancora
–procedere, attraverso i fondi del PNRR, all’efficientamento energetico degli edifici e all’installazione di impianti di energia rinnovabile, raggiungendo una diminuzione dei consumi almeno del 50%;
–incentivare la costituzione di comunità energetiche rinnovabili e solidali (C.E.R.S.);
-attuare una seria e concreta politica di efficientamento del settore edilizio, in grado di affrontare le sfide della decarbonizzazione del settore, eliminando ad esempio le caldaie a fonti fossili dal sistema premiante e obbligando all’utilizzo di materiali innovativi e sostenibili.
Infine, rivedere il sistema di incentivi in tema di edilizia e riqualificazione energetica.
Una serie di proposte largamente condivisibili. Ma il caso delle scuole di Roma non è purtroppo isolato, come mostrano i dati sulla certificazione energetica di oltre 5mila scuole della penisola, vedi immagine sottostante.
Scuole colabrodo
Allargando lo sguardo oltre le scuole di Roma, può essere utile riflettere sulle condizioni dell’edilizia scolastica italiana grazie alla recente indagine XXII Rapporto Ecosistema-Scuola sempre di Legambiente. Si tratta della ricerca annuale sulla qualità dell’edilizia scolastica, delle strutture e dei servizi messi a disposizione delle istituzioni scolastiche, realizzata sui dati forniti dai Comuni capoluogo di provincia. E’ stata effettuata su ampio campione: 5.616 edifici di competenza delle amministrazioni che hanno partecipato all’indagine. Da segnalare che le scuole italiane di ogni ordine e grado sono circa 40mila. Solo un dato: ben il 74,8% degli edifici scolastici è fermo nelle ultime tre classi energetiche e ben il 39% in classe G. La peggiore. Ma su questa Indagine torneremo presto.
Ennio Braicovich