L’imprenditore del serramento Francesco Mangione di Spi Finestre, rispondendo all’appello di Marco Rossi, presidente di Anfit, scrive una lettera aperta ai politici di propria conoscenza e li rende edotti del danno causato dal DL 212. Quello che ha eliminato serramenti, infissi e porte dai benefici del bonus 75% contro le barriere architettoniche. Un danno causato alla filiera del serramento ma anche agli oltre 12 milioni di disabili italiani.
“Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno”, Vangelo Luca 23, 24
Lettera aperta ai politici di Francesco Mangione
Noto imprenditore del serramento Mangione, rispondendo all’appello dell’altro ieri di Marco Rossi, presidente di Anfit, scrive ai politici di propria conoscenza sottolineando le ripercussioni nefaste del DL 212 sulla filiera del serramento e sui milioni di disabili italiani. Un esempio da imitare, a nostro avviso!
Il Consiglio dei ministri in data 29 dicembre 2023 ha licenziato il decreto-legge n. 212 che oltre ad una serie di restrizioni, prevede l’eliminazione immediata di infissi e porte, dal cosiddetto sconto in fattura per l’abbattimento delle barriere architettoniche.
La norma altrimenti avrebbe avuto la naturale scadenza il 31 dicembre 2024. Inoltre il decreto legge esclude lo sconto in fattura per qualunque bene laddove l’ISEE sia superiore a 15 mila euro .
Non mi pare il caso di entrare nel merito della scelta, non fosse altro perché sarei di parte. Tuttavia è lapalissiano che cambiare le regole della partita nel corso della gara o peggio ancora fare lo sgambetto a coloro che sono stati invitati a correre. NON È AMMISSIBILE!
In ragione di questo provvedimento, originariamente in essere fino al 31 dicembre 2024 , circa 40 mila piccole e medie imprese del settore porte e finestre (Ivi inclusa la mia ) hanno fatto investimenti , assunto personale o più prudentemente inserito dei lavoratori interinali per paura della “volubilità “ dei nostri governanti.
In questi ultimi giorni , numerose sono le lettere aperte pubblicate sui principali quotidiani italiani dalle associazioni di categoria , con successive interlocuzioni con esponenti del mondo politico .
Ieri sul Corriere della sera è stata pubblicata una lettera aperta a firma di ben 12 associazioni che si occupano di disabilità!
A mio sommesso parere, è già impopolare oltre che scorretto sopprimere qualunque provvedimento agevolativo prima della naturale scadenza. E’ ancor più impopolare se questa decisione si riverbera sulle categorie deboli come i disabili.
Viene spontaneo fare delle considerazioni
Così come l’impresa persegue la ricerca di opportunità, ricavi e legittimi profitti, tenendo conto delle norme che regolano i mercati, è anche vero che la classe politica altrettanto legittimamente cerca il consenso, facendo “anche” riscorso alle risorse pubbliche, che sarebbe meglio definire “il denaro dei contribuenti “ (copyright Margaret Thatcher)
Mi chiedo e domando alla classe politica
E’ lungimirante a 5 mesi da una tornata elettorale importante , inimicarsi milioni di persone , e non mi riferisco solo ai disabili, imprenditori, artigiani e vari addetti al settore, bensì a tutti i cittadini che , come il sottoscritto non più giovanissimo, magari immaginavano di installare un montascale in casa grazie allo sconto in fattura?”
Non sarebbe il caso tramite l’Agenzia delle entrate e i dirigenti del MEF, fare una botta di conti e vedere quanto sarebbe costato lasciare in essere il provvedimento? A mio avviso poco, considerando il gettito fiscale e l’emersione della sacca di nero che da sempre si annida nei piccoli interventi edili. Per di più vista la naturale scadenza fra 12 mesi. Sarebbe stato meglio che farsi prendere dall’ira funesta della serie “aboliamo tutti i provvedimenti dove ricorre la possibilità dello sconto in fattura”.
Così si penalizzano i disabili
E’ il caso di penalizzare una platea fragile come quella dei disabili, per risparmiare (forse ) una manciata di milioni di euro nei prossimi 12 mesi?
In conclusione, considerando anche “l’appuntamento “ di giugno non sarebbe più lungimirante ammorbidire il provvedimento ? E laddove non fosse più possibile inserire emendamenti, tenere conto che il Parlamento è sovrano? pertanto se un decreto è stato frettoloso e/o improvvido può essere respinto in toto. Forse io a giugno nella cabina elettorale, dimenticherò dalla mancata installazione del montascale ma in tanti se ne ricorderanno. Soprattutto i produttori dei beni penalizzati e i loro oramai ex dipendenti .
Francesco Mangione, Spi Finestre
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