Mario Draghi si dimette, Mattarella scioglie le Camere e fissa le elezioni per il 25 settembre. Tutto succede in maniera repentina e drammatica in soli due giorni mentre i problemi del paese si accentuano in maniera drammatica. Primo fra tutti l’inflazione scatenata dai folli prezzi dell’energia. Ma poi c’è la crisi economica generale, il programma del PNRR da portare avanti, la guerra in Ucraina…
E così Mattarella sciolse le Camere e fissò le elezioni pe il 25 settembre. Questo l’epilogo drammatico e imprevisto di due giorni convulsi in Parlamento e nelle sedi dei partiti che in moltissimi hanno seguito, in genere affranti, sui media e sui social. Affranti, al di là di ogni collocazione politica, perché i problemi del paese restano gravi, anzi gravissimi.
Mattarella elenca i problemi
Il Capo dello Stato li ha elencati per bene nel suo messaggio alla nazione: crisi economica e sociale, inflazione causata dagli aumenti di energia e prodotti alimentari, guerra in Ucraina, e “attuazione nei tempi concordati del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, cui sono condizionati i necessari e consistenti fondi europei di sostegno”. Senza dimenticare la sempre presente pandemia.
Il Governo per gli “affari correnti”
Il Governo di Mario Draghi però rimane in carica per gli affari correnti e ci rimane per i prossimi tre mesi almeno. Perché, anche dopo le elezioni, ci sarà da attendere qualche settimana prima che il governo entri in carica e cominci a marciare. Nel frattempo l’inflazione non aspetta come non aspetta la Commissione europea che attende la legge di Bilancio 2023 entro il 15 ottobre.
Inflazione in agguato
Sarà un periodo molto accidentato, soprattutto per le famiglie e le imprese. Non dimentichiamo il problema dell’edilizia, dei bonus e dei 5 miliardi di crediti di cui sono pieni i cassetti fiscali delle imprese che hanno i conti correnti vuoti. E questo è un problemone.