Ci vorrà ancora qualche mese perché la nuova EPBD, alias Case Green, decolli. Dopo l’accordo del 7 dicembre a tre -Parlamento, Commissione e Consiglio -, validato settimana scorsa dalla Commissione Itre del Parlamento europeo, l’intesa verrà discussa e presumibilmente approvata a marzo della plenaria del Parlamento stesso. Una partenza davvero faticosa.
Siamo alle fasi finali dell’approvazione definitiva della nuova EPBD meglio nota in Italia come Direttiva Case Green. Più burocraticamente si tratta della Direttiva 2010/31/EU del Parlamento e del Consiglio sulla prestazione energetica degli edifici, rifusa cioè rinnovata (Directive on energy performance of buildings (recast)). La Direttiva è stata modificata più volte nel corso degli anni e si era resa necessaria una sua revisione di fondo, anche alla luce dei nuovi obiettivi comunitari come il “Fit for 55” e il Renovation Wave, l’ondata di rinnovamento.
Nuova EPBD, a che punto siamo
Ci vorrà qualche mese ancora per giungere all’approvazione definitiva da parte del Parlamento europeo in seduta plenaria, a marzo, e quindi suggellata dal Consiglio, cioè dai capi dei Governi e degli Stati membri. A dicembre, vedi news, v’era stato un accordo a tre, tra Parlamento, Commissione e Consiglio, sul testo, giudicato dai verdi piuttosto annacquato rispetto alla formulazione iniziale. La revisione verso il basso era stata adottata per venire incontro alle richieste di paesi come l’Italia dove vi era stata un’alzata di scudi contro un regolamento giudicato troppo severo. Comunque, l’impianto generale è stato salvaguardato. La settimana scorsa la Commissione Industria, ricerca ed energia (Itre) del Parlamento europeo ha approvato l’accordo di dicembre. Ora la palla passa al Parlamento e al Consiglio. Dopo la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea, l’applicazione avverrà a partire dal 2026.
Nuova EPBD in 7 punti
Così sui social riassume Ciaran Cuffe, capo negoziatore del Parlamento europeo su questo fascicolo, la sostanza della nuova EPBD:
-Norme minime di prestazione energetica,
-Protezione per le famiglie vulnerabili
-Energia solare sui tetti
-Punti di ricarica negli edifici
-Eliminazione graduale dei combustibili fossili entro il 2040
-Lotta alla povertà energetica
-Nuove case a zero emissioni a partire dal 2030
Riduzione dei consumi di energia
Per gli edifici residenziali è previsto un obiettivo di riduzione dei consumi energetici del 16% entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035. Il 55% di questa riduzione dovrà arrivare dalla ristrutturazione degli edifici con le prestazioni peggiori. Più severe le condizioni per gli edifici non residenziali: il 16 per cento degli edifici con le peggiori prestazioni dovrà essere riqualificato energeticamente entro il 2030 e il 26 per cento entro il 2033. Previste numerose eccezioni per edifici storici, luoghi di culto, case indipendenti più piccole di 50 metri quadrati, edifici delle forze armate. Decade l’obbligo di riqualificare gli edifici per classi energetiche previsto inizialmente dalla nuova EPBD.
Zero emissioni entro il 2050
In linea con la posizione del Consiglio sull’attestato di prestazione energetica, è stata aggiunta una classe A+, per etichettare gli edifici con una soglia massima di domanda energetica inferiore a quella degli edifici a emissioni zero e che generano più energie rinnovabili in loco di quelle necessarie. Resta l’obiettivo di trasformare il patrimonio edilizio residenziale in patrimonio a zero emissioni entro il 2050. Ciascuno Stato membro potrà adottare il proprio percorso nazionale per ridurre il consumo medio di energia primaria. Gli Stati membri potranno scegliere gli edifici e le misure da adottare, a condizione che il 55% della riduzione energetica sia ottenuta attraverso la ristrutturazione degli edifici con le peggiori prestazioni.
Energia solare su tutti i tetti
Gli Stati membri dovranno utilizzare l’energia solare in tutti i nuovi edifici residenziali entro il 2030 e progressivamente negli edifici pubblici ed esistenti non residenziali sottoposti a ristrutturazioni soggette a autorizzazione. Gli Stati membri sono tenuti ad adottare misure per decarbonizzare i sistemi di riscaldamento ed eliminare gradualmente i combustibili fossili dal riscaldamento e dal raffreddamento. La data per interrompere l’uso delle caldaie a combustibile fossile è stata fissata al 2040.
La nuova EPBD e il futuro dell’edilizia
Questo è il quadro generale a oggi, un quadro che non dovrebbe subire cambiamenti. Una cosa è certa: l’efficienza energetica in generale, e in edilizia in particolare, costituisce una priorità strategica dell’Unione. Gli edifici in tutta l’Unione europea contano per il 40% dei consumi di energia primaria e per il 36% di tutte le missioni dei gas serra, mentre il 75% del parco immobiliare è giudicato energeticamente inefficiente. La nuova EPBD, nel quadro dei programmi come il ”Fit for 55” sarà uno degli strumenti per acquisire una maggiore sovranità energetica, lottare contro i cambiamenti climatici, risparmiare energia, ridurre le emissioni, creare lavoro e ricchezza e probabilmente vivere meglio. (continua)
Ennio Braicovich
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