Alla luce della pubblicazione del tanto atteso decreto-legge sul PNRR che include il Piano Transizione 5.0 un colloquio con l’ing. Sergio Botta, esperto in processi industriali innovativi, mette in luce le novità e le conferme rispetto alle bozze circolate in precedenza
Presentando il decreto-legge sul Piano Transizione 5.0 pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 2 marzo, vedi news, eravamo stati piuttosto audaci scrivendo di decollo del Piano stesso, dopo mesi e mesi di gestazione e di circolazione di bozze. In effetti, come capita con le nostre leggi, manca sempre qualcosa per il pieno avvio di un provvedimento che industrie e artigiani sentono come importante. Lo segnala l’ing. Sergio Botta di B Side Italia, autore dell’articolo di qualche settimana fa in cui preannunciava l’arrivo del Piano Transizione 5.0. Evidenzia l’esperto in processi industriali innovativi:
“In effetti per il pieno del decollo del Piano Transizione 5.0 occorrono ancora alcuni elementi. Il primo è il decreto attuativo che dovrebbe uscire entro 30 giorni, quindi sperabilmente entro aprile. Conterrà un elemento indispensabile: le modalità di calcolo dell’efficienza energetica. Esso servirà per la determinazione del risparmio energetico effettivamente conseguito al cui valore è legata l’entità dell’agevolazione. Attendiamo anche l’approntamento della piattaforma che il Mimit deve mettere in campo per facilitare la comunicazione con il GSE e lo stesso ministero per l’inoltro delle domande fatte e il relativo feedback”.
Chiediamo all’esperto se vi siano variazioni di rilievo rispetto alle bozze circolate prima della pubblicazione in Gazzetta. Sempre Botta: “La più importante variazione è che non occorre più aspettare l’autorizzazione della concessione del credito di imposta da parte dell’ente di controllo. Sostanzialmente, però, viene confermata l’impalcatura documentale del provvedimento, più complesso rispetto alle procedure precedenti”.
Altre novità del Piano Transizione 5.0
Ma vi sono altre novità nel decreto-legge. “C’è un fatto nuovo rispetto a prima ed è l’ammissibilità a beneficio dei costi di approntamento della documentazione ex ante ed ex post fino a 10mila così come i costi della certificazione della documentazione contabile fino a 5000 euro. Certamente l’impalcatura è più complessa rispetto a prima. È da notare che entrano in gioco due nuove figure rispetto al passato. Accanto alla figura del perito che si occupa dell’interconnessione, compare la figura del certificatore che è un esperto in Gestione dell’Energia (EGE) certificato da organismo accreditato secondo la norma UNI CEI 11339 oppure una Energy Service Company (ESCo) certificata da organismo accreditato secondo la norma UNI CEI 11352. Comunque, per saperne di più dovremo attendere il decreto attuativo”.
Piattaforma di accesso al credito
Per accedere al credito d’imposta, che potrà raggiungere anche il 45% delle spese per l’investimento, occorrerà inviare richiesta telematica utilizzando la piattaforma del Mimit. Qui utilizzando il modello messo disposizione dal Gestore dei servizi energetici (Gse) e la documentazione prescritta, si potrà inviare la comunicazione riguardante la descrizione e il costo del progetto di investimento. Il Gse, una volta controllata la documentazione, invierà al Ministero l’elenco delle imprese che possono fruire dell’agevolazione e l’importo prenotato.
Ennio Braicovich