Come il tanto atteso Piano Transizione 5.0 contribuirà alla diffusione dei principi ESG per le imprese, puntando sull’efficienza energetica e sulle persone. In attesa di leggere il testo ufficiale, di seguito qualche anticipazione sulle misure in arrivo.
Ospitiamo molto volentieri un contributo sull’importante tema della Transizione 5.0. Lo offre l’ing. Sergio Botta, noto esperto di sistemi organizzativi e di gestione dell’innovazione. Dal 2017 egli offre le proprie competenze anche alle imprese che intendono fruire dei vantaggi economico/fiscali del Piano Nazionale Transizione 4.0 nell’ambito dei loro progetti di innovazione tecnologica e di trasformazione digitale ed ecologica. La prossima frontiera è il Piano Transizione 5.0 sul quale il Governo riverserà 6,3 miliardi di euro a valere sulle risorse del programma RePower EU. Il Piano è stato inserito nel PNRR nell’ambito della missione M7I13. L’obiettivo è favorire la transizione energetica dei processi produttivi permettendo il passaggio verso modelli produttivi più efficienti dal punto di vista energetico e sostenibile. EB
La Transizione 5.0
Come anticipato nei giorni scorsi dal Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, arriverà a breve il decreto che disciplinerà anche i dettagli del piano Transizione 5.0. Si tratta di passaggio molto atteso dal mondo delle imprese, che attendono chiarimenti sul tema della doppia transizione o “Twin Transition”.
Twin Transition
Si indica con questo termine la nuova rivoluzione su cui l’Europa sta puntando: ma di cosa si tratta esattamente? La “doppia transizione” è la sinergia tra la trasformazione tecnologica/digitale e quella ecologica/ambientale: si tratta in sostanza di una spinta alla modernizzazione dei processi produttivi attraverso lo sviluppo di soluzioni più sostenibili, a basso impatto ambientale ma ad alto impatto di evoluzione sociale.
Innovazione tecnologica e digitale
Alla base di questa visione c’è la convinzione che l’innovazione tecnologica e il digitale hanno un impatto pervasivo, cross-industry, con la capacità di efficientare i processi (sia intra-organizzativi sia inter-organizzativi) attraverso la connessione e integrazione delle filiere produttive e con la creazione di nuovi ecosistemi digitali che abilitano la sostenibilità ambientale. In attesa di leggere il testo ufficiale, di seguito qualche anticipazione sulle misure in arrivo.
Il risparmio di energia abilitato
Circa il tema della efficienza energetica nella Twin Transition, per poter fruire degli incentivi previsti dal piano Transizione 5.0 il prerequisito sarà attivare un investimento in uno dei beni previsti dagli allegati A e B del piano Transizione 4.0. L’aliquota prevista dal piano Transizione 5.0 si aggiungerà quindi all’aliquota prevista dal piano 4.0. Il piano dovrà prevedere almeno tre aliquote che dovranno essere parametrate al risparmio di energia abilitato e non alla dimensione dell’investimento, come invece accade nel Transizione 4.0.
Obiettivi minimi
Gli obiettivi minimi di riduzione dei consumi energetici sono del 3% del fabbisogno aziendale o del 5% dei consumi di uno specifico processo (ad esempio la tornitura o l’imballaggio). Le tre aliquote dovrebbero consentire, sommandosi all’aliquota base del 20% del piano 4.0, di raggiungere un valore massimo del 40%. Per essere ammissibile, il progetto dovrà essere certificato “ex ante” da un valutatore indipendente che attesti che il progetto di innovazione rispetta i criteri di ammissibilità relativi alla riduzione del consumo totale di energia. Successivamente una seconda certificazione “ex-post” a investimento ultimato dovrà attestare l’effettiva realizzazione degli investimenti in conformità alle disposizioni della certificazione ex-ante. Tali certificazioni saranno prodotte da EGE certificati UNI 11339, ESCO certificate UNI 11352, ecc.
La formazione!
Circa il tema della centralità del personale nella Twin Transition, l’idea è quella di riammettere, entro il 10% dell’investimento agevolabile, anche le spese per la formazione, perché oltre alle macchine serve chi è in grado di farle funzionare. Ne segue che le spese in formazione saranno in qualche modo legate a un investimento e non indipendenti: in altre parole, solo chi farà un investimento potrà fruire anche dell’incentivo per la formazione.
Infine, circa il tema degli impianti fotovoltaici di autoconsumo e autoproduzione, per quanto possa apparire contrario ai principi di apertura e libera concorrenza che guidano l’azione dell’UE, il decreto sarà in grado di favorirà le vendite di tecnologie europee e nazionali.
ESG
Insomma, anche il prossimo Piano Transizione 5.0, pensato per favorire la doppia transizione o “Twin Transition”, contribuirà alla diffusione dei principi ESG nelle imprese, grazie alla sua focalizzazione sui temi dell’uso razionale delle risorse energetiche e della valorizzazione del capitale umano.
Ing. Sergio Botta, B Side Italia
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