I rivenditori di porte e finestre alle prese con il bonus 75% per le porte per interni atte al superamento delle barriere architettoniche. Tante le titubanze e perplessità, al momento, tra la maggior parte degli operatori. Tutto sommato, lo stesso atteggiamento che avevamo scoperto a maggio con un’indagine Cosmoserr-Mikaline su 600 rivenditori, vedi qui. Tuttavia, le opportunità sembrano aprirsi con l’anno nuovo grazie a maggiori informazioni e corsi di formazione e sotto la spinta della concorrenza della grande distribuzione specializzata che offre l’agevolazione per un ampio spettro di lavori: bagno, infissi, porte di ingresso e porte per interni.
Prima parte
All’interno del mondo dei serramenti, tra i tanti prodotti dell’area, l’unico a non godere di una specifica agevolazione fiscale, nel caso di semplice sostituzione, sono sempre state le porte per interni. A meno che non si voglia ricorrere anche a lavori edili, sempre antipatici in un appartamento, laddove al contribuente viene incontro il Bonus Casa al 50% anche per le porte per interni.
Il MEF contro
In passato ci sono stati diversi tentativi ad opera di FederlegnoArredo e di ConfartigianatoLegno per convincere il MEF, Ministero dell’Economia e Finanze, che anche la sostituzione delle porte per interni potesse godere di agevolazioni fiscali, come le finestre, le porte di ingresso, le porte basculanti, i portoni, e tantissimi altri componenti edilizi. Nulla da fare. L’ultimo tentativo fu nel gennaio 2020 ad opera dell’on. Giovanni Currò, M5S. Rispose piuttosto seccamente l’allora sottosegretaria di Stato del MEF Maria Cecilia Guerra:
“…la sostituzione delle porte interne è inquadrabile fra le opere di riparazione, rinnovamento e sostituzione delle finiture degli edifici, riconducibili tra gli interventi di manutenzione ordinaria e, quindi, non agevolabile se effettuata sulle singole unità immobiliari….”
Per farla breve, sì alle agevolazioni per la sostituzione delle finestre e delle porte di ingresso, ma non alle porte per interni. Le argomentazioni del MEF, a nostro avviso, sono sempre fumose, vedi qui.
Le barriere architettoniche
L’unica agevolazione alla quale oggi si può aggrappare il contribuente che intendesse sostituire le porte per interni è il Bonus 75% relativo alla rimozione delle barriere architettoniche. Un bonus riscoperto nella scorsa primavera in quanto unica agevolazione rimasta, vedi DL 11 convertito in Legge 38_2023, con lo sconto in fattura e cessione del credito e applicabile a una vasta serie di lavori edilizi: ascensori, caldaie, impianti elettrici, bagni, infissi, porte, automazioni per tapparelle…Con alcuni vincoli come da DM 236/1989: altezza maniglia, larghezza luce porta, pressione di apertura, e dimensioni dei vani antistante e retrostante la porta tali da permettere la manovra di chi è in carrozzella. Vincolo fondamentale però è l’asseverazione, di progetto e di fine lavori, di congruità della spesa e dei requisiti tecnici.
Attenzione allo spazio di manovra
A proposito di requisiti tecnici chiarisce subito l’ing. Giovanni Tisi, consulente del mondo del serramento: “Ho dovuto respingere parecchie richieste di rivenditori e serramentisti che mi avevano chiesto di asseverare i loro lavori per il bonus 75%. Tutti i requisiti erano soddisfatti fuorché le misure degli spazi di manovra davanti e dietro la porta, come ben specificato dall’articolo 9 Soluzioni tecniche conformi del DM 236 accompagnato da 15 elaborati grafici ben comprensibili a tutti. Quindi, attenzione!”.
Qui il DM 236 tratto dalla Gazzetta Ufficiale, completo di elaborati grafici
I rivenditori di porte per interni
Ma qual è dunque l’atteggiamento dei rivenditori rispetto a un ‘nuovo’ bonus che si apre accanto a quello tradizionale per gli infissi?
Per Paolo Ambrosi di AmbrosiPartner c’è un evidente ritardo del settore rivenditori di porte rispetto al bonus 75%. Così riflette: “Il ritardo è riconducibile al fatto che il settore ‘cugino’ delle finestre da due anni e più lavora sullo sconto in fattura e la cessione del credito. Il che non è stato automatico perché impadronirsi di certi strumenti non è così semplice. Del resto i rivenditori di sole porte, e ce ne sono tantissimi, non sono abituati a lavorare sui bonus. Anche perché il settore porte per interni di bonus non ne ha mai avuti. Il problema è informativo e formativo. Altrimenti, il rischio è perdere un treno molto vantaggioso”.
Diffidenza sistemica
Per Andrea Bazzichetto di Henry Glass Srl, consigliere Incaricato del Gruppo Porte di FederlegnoArredo c’è dell’altro. Così riflette: “Tanti rivenditori si stanno leccando le ferite dei vari bonus e superbonus e dei crediti incagliati e quindi si mostrano titubanti verso il bonus 75%. Mesi addietro, noi come Federazione abbiamo rinnovato la convenzione sulla cessione dei crediti con Banca Intesa. Tuttavia, notiamo una grande diffidenza di fondo a causa della incertezza normativa. Nel corso degli ultimi due anni ci siamo trovati di fronte a cambiamenti di legge che hanno leso la fiducia dei consumatori, dei rivenditori e dei produttori. In tanti temono controlli, rivalse e blocchi dall’alto. C’è un atteggiamento che chiamerei prudente nei confronti del sistema Italia”. La lezione del DL 11 è stata pesante per tutta l’edilizia e la serramentistica.
Settore diviso
Entra di più nello specifico della figura dei rivenditori Claudio Latini, Marketing project manager della Garofoli spa, protagonista di punta del settore assieme alla controllata Gidea srl: “Quando parliamo dei rivenditori teniamo presente che, se è vero che molti si sono strutturati per lo sconto in fattura, tanti altri sono rimasti ancorati a strutture di tipo familiare. Spesso trovano difficoltà a gestire la cessione dei crediti e lo sconto e tutte le problematiche relative. Occorre comprendere un minimo le leggi e le disposizioni fiscali. Occorre saper gestire le piattaforme. Occorre, in ultima analisi, formazione. Il che è un impegno, un investimento e non tutti hanno il tempo da dedicare alla problematica. Poi, tanti derivano dalle falegnamerie. Magari riescono a fare lavori incredibili, bellissimi. Hanno lavorato per i più importanti personaggi della vita pubblica e gli architetti, in Italia e all’estero. Ma non tutti sono ventenni smanettoni”.
Asseveratori freddi
Alla fine, succede che i clienti entrano in molti showroom, pretendono vogliosi il 75% per le porte per interni e se ne vanno a bocca asciutta. C’è anche un problema di chiarezza di fondo, spiega sempre Latini: “Molti asseveratori per i prezzi dei prodotti, tutto sommato, trovavano per le finestre un chiaro riferimento nell’Allegato A del DM 6 agosto 2021. Non altrettanto era così per le porte interne. Oberati dai lavori del 110%, di fronte all’incertezza normativa, molti si sono mostrati freddi nei confronti delle porte”. Anche qui emerge la mancanza di regole e di certezze. E il prezzario DEI? “In questo prezzario – risponde Latini – non esiste la porta in laminato. Esiste un termine poco comprensibile ‘porta effetto legno’. Abbiamo fatto delle proposte di aggiornamento ma non c’è stato nulla da fare per modificare tale voce”.
Opportunità rinviata al 2024
Contestualizza la situazione Michele Fiorese, direttore commerciale di GD Dorigo, produttore di primo piano: “Sono fermamente convinto che il bonus 75% sia una bella opportunità per il settore delle porte che non ha mai avuto agevolazioni particolari. Il problema è che l’opportunità capita in coda al 110% e che i rivenditori anzitutto chiuderanno i cantieri del superbonus. Poi, magari verso metà anno 2024 cominceranno ad interessarsi delle porte. E, naturalmente, speriamo che abbiamo anche incassato perché qualche nostro cliente purtroppo si trova con delle sofferenze dovute alla cessione dei crediti. E magari sono clienti di piccole dimensioni che hanno affrontato grandi lavori da 110% e che rischiano di essere travolti dai cosiddetti crediti incagliati”.
Forte concorrenza
Un aspetto che sottolinea Fiorese è la forte concorrenza esercitata dai rivenditori del sistema casa che fanno pacchetti completi – bagno, porte, serramenti – con lo sconto del 75%. “Sono avanti anni luce. Sono strutturati. Tutto avviene liscio, senza intoppi. Diciamo che prima erano organizzati con lo sconto in fattura sotto l’ecobonus 50%. Ora lo sono con il bonus 75%”. Basta fare un nome che il nostro interlocutore non fa: Iperceramica che martella da settimane sull’agevolazione per bagni, porte e infissi. Concorrenza agguerrita anche da parte dei rivenditori Oknoplast che, oltre alle finestre, hanno trovato modo di inserire le porte sotto il cappello dello sconto del 75%. “Ma questi, evidenzia l’esponente di GD Dorigo – sono una piccola parte del mercato delle rivendite. Il resto dei rivenditori è per così dire …alla finestra. Non a caso per smuovere le acque noi partiamo con dei corsi di formazione con la Ambrosi Partner”.
Tutto muove il denaro
Ma c’è di più. Ed è l’aspetto economico come emerge nella conversazione con Giacomo Zanesi alla testa di Erre Zeta di Vaiano Crenasco (CR). Tra i primi 10 del settore, produttore di porte in laminato, laccate e in vetro con il marchio Essenza Doors, Zanesi considera: “Quando un rivenditore vende delle finestre, magari ne vende per 20mila euro. Quando vende delle porte, ne fattura solo 5mila. La proporzione è questa. Il mondo delle porte è stato fino ad ora penalizzato dall’assenza di agevolazione ma ora si sta muovendo. Sono convinto che a breve la situazione si sbloccherà. Certamente occorrerà della formazione. Noi da parte nostra stiamo elaborando un programma, una strategia da presentare ai clienti rivenditori su come applicare il bonus, come applicare lo sconto e come accedere al credito”.
Rivenditori “assorbiti” dalle finestre
Chi conosce molto bene il settore delle rivendite di porte ma anche il mondo dei produttori è Daniele Micheloni, agente di commercio di lungo corso ma anche alla testa di una piccola produzione di porte per interni dalle parti di Sarzana, La Spezia. “Le procedure per procedere allo sconto in fattura e alla cessione del credito – sottolinea Micheloni – non così semplici per chi non ha un tutor ben addestrato. Certamente, ci sono quei rivenditori che chiamo per convenzione ‘polacchi’ che si sono trovati con la pappa pronta e hanno venduto di tutto. Gli altri raccolgono le briciole. Comunque, tanti rivenditori, pur addestrati allo sconto in fattura, erano e sono ancora completamente assorbiti dalle finestre al punto che hanno completamente dimenticato le porte blindate e le porte interne”.
Prodotti interessanti ma…
In effetti, per una conferma definitiva, sentiamo in merito l’autorevole Giampaolo Bacchini alla testa di Edilpiù, rivenditore con cinque punti vendita in Emilia Romagna, tra i primi in Italia per fatturato. Così ci dipinge il quadro: “Le porte per interni? Certamente sono un prodotto interessante ma al momento siamo ancora oberati dalle consegne dei serramenti esterni, finestre in primis e dobbiamo pensare prima di tutto a chiudere i cantieri”. Ma, scavando scavando, scopriamo dell’altro. Come vedremo nella seconda parte dell’inchiesta.
Ennio Braicovich
Parte seconda: Porte per interni. Inchiesta: Le opportunità che si aprono