In risposta alla richiesta di precisazione di una lettrice, Fabrizio Dacol, direttore tecnico di Glass Group, spiega come occorra interpretare la dizione ‘vetro antisfondamento’. Un’espressione oramai abbandonata dalla normativa italiana ed europea ma ben presente nelle leggi italiane e nelle Guide fiscali dell’Agenzia delle Entrate. Se le vetrate panoramiche adottano vetri antisfondamento, possono godere delle detrazioni fiscali al 50%, come ha chiarito recentemente l’Agenzia di Trento.
La lettrice Valeria D., operante in un’azienda produttrice di vetrate panoramiche, ha chiesto alla redazione delucidazioni sul concetto di vetro antisfondamento richiamato nella risposta (positiva) ad interpello dell’Agenzia delle Entrate di Trento, vedi news. In breve, la risposta dell’AdE di Trento ammette la detraibilità delle vetrate panoramiche sotto il Bonus Casa, versione Sicurezza anticrimine, se le VEPA adottano un vetro antisfondamento. Ma che cosa è un vetro antisfondamento?
Il vetro antisfondamento per le VEPA
Abbiamo girato la domanda a Fabrizio Dacol, direttore tecnico di Glass Group, uno dei maggiori esperti italiani di vetro per edilizia. Dacol ha accettato avvisandoci subito che non è facile rispondere alla richiesta di chiarimento perché la dizione ‘vetro antisfondamento’ è un’espressione che oggi è a dir poco impropria. “In effetti -spiega l’esperto – si tratta di un’espressione ampiamente utilizzata negli anni Ottanta del secolo scorso”. In particolare, era stata impiegata nella vecchia norma UNI 7172 datata anno 1987. Era una norma, oramai ritirata da UNI, che stabiliva la classificazione, le caratteristiche e la suddivisione dei vetri stratificati in base a criteri di sicurezza.
Dizione entrata nelle Guide fiscali
Quella espressione è stata adottata tale e quale dall’Agenzia delle Entrate nella Guida fiscale Ristrutturazioni edilizie: le agevolazioni fiscali. Il riferimento di legge è l’articolo 16 bis del Testo unico delle imposte sui redditi (TUIR) ovvero del D.P.R. 22 dicembre 1986, n. 917. L’art. 16 bis TUIR comprende al Comma 1, alla lettera f) gli interventi “relativi all’adozione di misure finalizzate a prevenire il rischio del compimento di atti illeciti da parte di terzi”;
All’epoca l’espressione ‘vetro antisfondamento’ era considerata chiara e sufficiente. Con il passare degli anni essa è diventata obsoleta alla luce del progresso normativo e tecnologico. Pure l’Agenzia delle Entrate l’ha adottata in tutte le Circolari, le Risoluzioni, le Guide fiscali e le risposte ad interpello. Come nel caso recentissimo di Trento.
Una tabella chiarisce il concetto
“Non solo le leggi sono rimaste indietro ma pure le società assicuratrici sono rimaste legate a termini oramai desueti” incalza Dacol che ci propone una bellissima tabella, vedi qui sopra, che definirei ‘storica’. Una tabella che parte dal lontano 1987 per approdare ai giorni nostri evidenziando, passo dopo passo, le varie norme e le espressioni che si sono succedute nel tempo. E quindi anti vandalismo, anti crimine, anti effrazione fino ai riferimenti più asettici della norma europea EN 356 ‘resistenza a corpo duro’ e ‘resistenza all’ascia’. E alle classificazioni sempre più performanti dalla P1A alla P8B.
Il vetro antisfondamento per le vetrate panoramiche
A questo punto quali scelte deve operare il produttore di vetrate panoramiche piuttosto che il suo rivenditore? “Dovrebbero – puntualizza il direttore tecnico di Glass Group – trasformare le esigenze di protezione del committente finale nella classe giudicata più appropriata e utile. Un conto è la protezione richiesta in una villetta isolata in montagna e un conto è quella richiesta da un appartamento in un quartiere di città. Tenendo sempre conto che nella tabella della EN 356 ci sono sovrapposizioni di prestazione e di classificazione”. In effetti, concludiamo noi, si tratta di un lavoro che richiederebbe la collaborazione puntuale del vetraio. Un altro punto da chiarire è che il vetro antisfondamento da solo non basta a contrastare l’attacco esterno. Esiste sempre un telaio, anche se ridotto al minimo come nelle VEPA, che assieme al vetro resiste agli attacchi. E senza telaio è difficile resistere.
Che cosa dice la norma EN 356
Il riferimento attuale, da 20 anni, per la classificazione dei vetri sicurezza agli attacchi manuali è la UNI EN 356:2002 Vetro per edilizia – Vetro di sicurezza – Prove e classificazione di resistenza contro l’attacco manuale. In sintesi, la norma specifica i requisiti e i metodi di prova per vetro di sicurezza progettato per resistere ad azioni dovute a forze esterne ritardando, per un periodo di tempo limitato, l’accesso di oggetti e/o persone ad uno spazio protetto. La norma classifica i vetri di sicurezza in categorie di resistenza alle azioni esterne.
Ennio Braicovich
Immagine: doc. Tecdur Secure Glass