Strumento indispensabile per avviare nel nostro paese gli impegni europei di riduzione delle emissioni di CO2 è il Rapporto Enea sul Parco Immobiliare. E’ un documento di 107 pagine che fotografa lo stato del parco edilizio nazionale, e che viene qui presentato da Anfit.
Ritorniamo molto volentieri sul Rapporto Enea sul Parco Immobiliare italiano, già presentato qui, riportando l’analisi redatta da Anfit, l’associazione nazionale per la tutela della Finestra Made in Italy. Il documento è scaricabile qui.
Il Rapporto Enea
A fine luglio Enea, Agenzia Nazionale per le Nuove Tecnologie, l’Energia e lo Sviluppo Economico Sostenibile, ha pubblicato il “Rapporto sulla Consistenza del Parco Immobiliare Nazionale“. Il documento che fornisce una panoramica dettagliata dello stato del patrimonio edilizio in Italia. Questo rapporto analizza vari aspetti legati agli edifici residenziali e non residenziali, concentrandosi su fattori come l’età, la distribuzione geografica, le caratteristiche strutturali e le prestazioni energetiche.
Una fotografia dell’inefficienza energetica
Il report sottolinea che quasi il 75% degli edifici in Europa, e una percentuale significativa di quelli in Italia, sono ancora inefficienti dal punto di vista energetico. Inoltre, il 40% del consumo finale di energia e il 36% delle emissioni di gas serra derivano dagli edifici, rendendo cruciale la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio.
I punti chiave del Rapporto Enea
Età del Parco Immobiliare
Una gran parte degli edifici in Italia è stata costruita prima dell’entrata in vigore delle normative moderne sulla sicurezza e sull’efficienza energetica. Questo significa che molti edifici potrebbero necessitare di interventi di riqualificazione sia per migliorare le prestazioni energetiche sia per garantire la sicurezza sismica;
Distribuzione Geografica
Il rapporto fornisce dati dettagliati sulla distribuzione degli edifici in base alle diverse aree geografiche del paese. Questo è cruciale per capire dove sono necessari interventi più urgenti, sia per migliorare l’efficienza energetica che per affrontare le vulnerabilità strutturali;
Prestazioni Energetiche
Il documento analizza lo stato delle prestazioni energetiche degli edifici, con particolare attenzione all’efficienza energetica e al consumo di energia. Il rapporto evidenzia quanto del parco immobiliare necessiti di interventi per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità energetica fissati a livello nazionale e comunitario.
Strumento indispensabile
Il Rapporto Enea fornisce la base empirica per attuare efficacemente le misure previste dal Green Deal, che mira a fare dell’Europa il primo continente a impatto climatico zero entro il 2050, garantendo al contempo una crescita economica sostenibile e inclusiva.
Per raggiungere tali obiettivi, si fa riferimento alla Direttiva sull’efficienza energetica EED (Direttiva UE 2023/1791 del 13 settembre 2023) e della Direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia EPBD IV (Direttiva UE 2024/1275 del 24 aprile 2024).
Interazione tra il Rapporto Enea e la EED
Il settore pubblico dell’Unione Europea è responsabile del 5-10% del consumo totale di energia finale. Per ridurre questo consumo, la Direttiva UE 2023/1791 impone agli Stati membri di diminuire annualmente dell’1,9% il consumo di energia degli enti pubblici rispetto al 2021. Inoltre, almeno il 3% della superficie coperta degli edifici pubblici riscaldati o raffrescati deve essere ristrutturato ogni anno per agevolare la transazione della trasformazione degli edifici a emissioni zero o quasi zero. Alternativamente, gli Stati membri possono adottare altre misure equivalenti, come l’introduzione di un passaporto di ristrutturazione.
La Direttiva si applica agli edifici di proprietà pubblica con una superficie utile superiore a 250 m².
Vengono applicati requisiti meno stringenti per edifici storici, militari o religiosi, e possono essere esentati gli alloggi sociali se le ristrutturazioni non sono economicamente sostenibili o comportano aumenti degli affitti che superano i risparmi energetici;
Interazione tra il Rapporto Enea e la EPBD
L’Articolo 9 della nuova Direttiva sulla prestazione energetica in edilizia impone agli Stati membri di stabilire standard minimi di prestazione energetica e una traiettoria per la riqualificazione progressiva degli edifici. Per gli edifici non residenziali, devono essere fissate soglie massime di consumo energetico, con obiettivi al 2030 e 2033, basati sui dati del 2020. Queste ultime definiscono che il 16% e il 26% degli edifici superino queste soglie entro le date stabilite.
Per gli edifici residenziali, gli Stati membri devono pianificare una riduzione progressiva del consumo energetico medio, con obiettivi di riduzione del 16% entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035, in linea con l’obiettivo di trasformare il parco edilizio in edifici a emissioni zero entro il 2050.
Edifici esenti dalla EPBD
Alcuni edifici, come quelli protetti per valore storico o architettonico, edifici religiosi, e fabbricati con utilizzi particolari, possono essere esentati dagli standard minimi di prestazione energetica.