Da un po’ di tempo si sente parlare poco di riordino degli incentivi per la riqualificazione edilizia ed energetica. Si sottrae a questa tendenza Rete Irene, rete di imprese per l’efficienza energetica che lancia una interessante proposta di riordino degli incentivi fiscali per la riqualificazione edilizia.
Che il riordino degli incentivi fiscali per la riqualificazione edilizia sia necessario è da anni che lo sentiamo dire. In effetti tra agevolazioni del 50%, 65%, 70%, 75%, 80% e 85% perfino Enea ci si perde, vedi qui. Non parliamo poi di come si possa orientare in tale marasma di cifre un contribuente, un progettista, un impresario, soprattutto dopo che una certa politica ha accusato di ogni nequizia contabile il Superbonus, lo sconto in fattura e la cessione dei crediti. Insomma, attualmente parlare di riordino degli incentivi per l’edilizia oggi non è proprio politicamente corretto.
Qualcuno ha già riordinato…
In effetti, ciò non è vero in assoluto perché la recente legge n. 67 ha posto una pietra tombale sull’agevolazione più amata dagli italiani, il Bonus Casa o Ristrutturazioni, che è stato pianificato per scendere al 36% e addirittura al 30% per i prossimi 10 anni fino al 2034. Se qualcuno voleva che non si emettessero più fatture nelle ristrutturazioni edilizie, c’è riuscito. Anche il governo francese, a fine 2023, ha voluto frenare sulle detrazioni fiscali in edilizia. Di corsa ha dovuto ritarare il tiro dopo il crollo del 40% dei lavori in edilizia registrato nel primo trimestre dell’anno, vedi news. Ma guardiamo oltre le scadenze elettorali e pensiamo seriamente al futuro dei bonus fiscali, anche alla luce dell’arrivo della Direttiva EPBD o Case Green.
Il riordino degli incentivi fiscali
Una proposta viene da una stimata rete di imprese per l’efficienza energetica, Rete Irene, acronimo di Il Rinnovamento Energetico Negli Edifici. Nata nel 2013 e, a partire dal 2020, costituita come società benefit, oggi Rete Irene è composta da 19 imprese e 8 partner industriali. Tra di esse nell’area serramenti e finiture spiccano i nomi di Finstral e Faraone. Il volume d’affari sviluppato nel triennio 2021-2023 è stato pari a 251 milioni di euro. Il network conta 196 interventi negli ultimi 3 anni. Intorno a questi cantieri sono stati occupati 400 addetti diretti e oltre 1000 persone considerato l’indotto.
La proposta
Al centro dell’idea vi è un incentivo pluri-obiettivo a tre intensità a partire da un’aliquota del 70% proporzionale al numero di ambiti coinvolti e alla qualità dei risultati ottenuti. La proposta subordina la cessione del credito alla presenza di criteri selettivi rigorosi come ulteriore strumento per stimolare interventi che siano realmente di interesse pubblico. Su questa proposta Rete Irene ha lanciato una campagna di adesioni per il riordino degli incentivi fiscali, vedi qui.
Il futuro dei bonus
“Rete Irene continua a fare la propria parte per favorire un dibattito costruttivo e partecipato sul futuro dei bonus fiscali per la riqualificazione edilizia. L’esperienza del Superbonus ha acceso un faro sul ruolo cruciale che la riqualificazione edilizia ricopre nel percorso di transizione energetica che attende il Paese, alla luce delle ambiziose normative comunitarie. Con la conclusione del bonus, abbiamo deciso di metterci in gioco per superare l’attuale clima di tensione e chiamare a raccolta tutti gli operatori di settore e le istituzioni attorno a una nuova proposta di incentivi” ha dichiarato Manuel Castoldi, presidente di Rete Irene. “Si tratta di un atto di responsabilità per il futuro del Paese, e per questo motivo vogliamo coinvolgere tutti: l’obiettivo è quello di far convergere gli interessi privati di autonomia energetica con gli interessi della collettività quali sicurezza, salubrità, contrasto alla povertà energetica, decarbonizzazione e sostenibilità finanziaria”.
Ennio Braicovich