Il fenomeno dei ritardi di pagamento è in parziale diminuzione nella Pubblica Amministrazione. Purtroppo è in crescita nelle relazioni tra le aziende. E’ la denuncia di Carla Tomasi, presidente Finco, la Federazione Industrie Prodotti, Impianti, Servizi ed Opere specialistiche per le Costruzioni e la Manutenzione, in vista della revisione della Direttiva “Late Payments”, sui Pagamenti ritardati
Come vanno i ritardi di pagamento nei rapporti con la Pubblica Amministrazione e tra le aziende? Non proprio bene. Lo denuncia Carla Tomasi, presidente di Finco, Federazione delle imprese per le costruzioni che raggruppa 38 associazioni di categoria, 17mila imprese e 140mila addetti per 34 miliardi di fatturato aggregato. La presa di posizione non è causale perché a settembre, al Parlamento europeo, si aprono le discussioni per la revisione della Direttiva 2011/7 “Late Payment”, “relativa alla lotta contro i ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali”.
Continuano i ritardi di pagamento
Nonostante la Direttiva, “da anni viaggiamo con questo “handicap” costituito dai ritardi di pagamento nell’ambito delle transazioni commerciali – denuncia Carla Tomasi, presidente Finco – Tali ritardi costituiscono un problema reale che se è in parziale diminuzione nei rapporti con la P.A., risulta purtroppo in crescita nelle relazioni tra Aziende. E ciò è davvero grave”. Come noto, l’attuale Direttiva prevede che i pagamenti vadano effettuati entro 60 giorni tra le imprese ed entro 30 da parte della P.A. Oltre questi termini scattano gli interessi di mora.
Pagamenti oltre i termini
Pagamento degli interessi di mora? “Chi opera sa che spesso non è così. E un’altra cosa: se dopo tale periodo non paghi – afferma sempre Carla Tomasi– sei inadempiente, senza se e senza ma, anche nel settore degli appalti. Nello specifico, il termine di cui all’articolo 119 , comma 11, lettera b) del Decreto Legislativo 36/2023 (Codice dei Contratti), deve intendersi, e non c’è altro modo di intenderlo, come il mancato versamento del corrispettivo dovuto entro la scadenza o il termine di pagamento stesso. Il ritardo del pagamento costituisce inadempimento. Non possono avere cittadinanza alcuna – in un’ economia sviluppata nell’ambito di una delle principali potenze industriali del globo – interpretazioni di comodo, trasversalmente avverse alla PMI, che considerino perfezionato l’inadempimento solo dopo accertamento giudiziale per giunta con dignità di giudicato!”
La revisione della Direttiva
A settembre, come si diceva sopra, l’Eurocamera affronterà la proposta di revisione della Direttiva Comunitaria “Late Payment”. Può e deve essere – si augura Tomasi -un’occasione da cogliere per scoraggiare atteggiamenti e procedure volte a ritardare l’emissione ed il pagamento delle fatture.
EB